Era pomeriggio del giorno dopo. Mi stavo vestendo per andare da Emma. Oggi avrei scoperto un po' di questioni.
Allora per uscire con lei dovevo un po' vedere lontano dai miei schemi, lontanissimo.
Mi misi una gonna di pelle aderente, i lividi sulle gambe non si vedevano quasi più, poi Clara li coprì con un po' di trucco. Come maglietta me ne misi una nera, con una scollatura vorticosa e che mi lasciava scoperta la pancia. Stivaletti neri altissimi, coda di cavallo e occhiali da sole di Prada.
Mi piaceva come mi stava, ma allo stesso tempo non vedevo l'ora di togliermeli. Clara finì di truccarmi "è uno spettacolo signorina Olivia" disse con gli occhi a cuoricino "è anche grazie e te Clara" canzonai.
Andai di sotto, passando per il salotto sentì papa, Mason e Jack parlottare. Quando passai le loro voci si ammutolirono "non una parola" dissi io bloccandogli con un dito "non ho mai messo vestiti più scomodi di questi" dissi abbassandomi la gonna di pelle.
"Si" disse Mason imbambolato. Jack chiuse gli occhi "sei il mio migliore amico ma sappi che sto facendo uno sforzo enorme a non guardare nulla di Olivia" disse. "Papa devo portarmi una pistola?" chiesi io "no, sarebbe troppo palese che non sia un incontro casuale" disse lui pensieroso.
Mi venne un idea, "Glock" urlai, dopo un po' sentì dei graffi sulla porta principale, aprì e lui entrò.
"Porto Glock" dissi accarezzandogli la testa. Presi il guinzaglio fatto a catena dal cassetto all'ingresso.
Decisi di prendere la tesla bianca. Feci salire Glock sul sedile del passeggero, e quando stavo per entrare sbucò Mason dalla porta principale, aspettai che mi raggiungesse.
Si avvicinò per baciarmi "mi rovini il trucco" dissi spostandomi "Olivia ti vorrei scopare in questo momento" disse mettendomi le mani sul sedere avvicinandomi a lui per sentire la sua erezione "non puoi" dissi guardandolo negli occhi dagli occhiali da sole "10 minuti" disse lui pregandomi "no perché poi non so rimettermi il push up alle tette caro" dissi io alzando le sopracciglia "Olivia, io ho in erezione grande quanto una pompa idraulica e tu mi parli delle tue tette?" disse Mason strusciando il naso sul mio collo.
"Il tuo fottuto odore mi manda fuori di testa" mi sussurrò lui all'orecchio lasciandoci un bacio umido "Mason prima ritorno prima sarò tutta tua" dissi al suo orecchio. Lui si staccò da me e mi guardò "Olivia io se fossi in te starei attenta a pronunciare queste parole" disse lui sfidandomi "accetterò ogni conseguenza" dissi lasciandogli un bacio sul collo con l'impronta del rossetto e entrando in macchina partendo per il centro.
Vidi Emma davanti a gucci, si stava guardando le unghie annoiata, aveva su un completo di gucci, quasi quasi sembrava il manichino in vetrina, e con tutta la palstica che aveva in corpo di sicuro lo poteva diventare.
"A ma non c'è Mason" disse lei quando arrivai "No non è potuto venire" dissi io sorridendo. Olivia calma e sangue freddo.
Il suo sangue diventerà freddo quando gli sparerò in testa.
Erano passate due ore, ci eravamo sedute su un tavolino di Starbucks, lei mi aveva parlato per tutto il tempo di quanto fosse sodo il suo culo e delle sue bellissime unghie fucsia. Glock gli aveva ringhiato una volta o due, e dio quanto lo capivo.
Adesso dovevo scegliere bene le mie domande e possibilità.
"Emma ma ho sentito che hai un accento perfetto" dissi io. Mi sembrava strano che lei fosse italiana, parlava perfettamente e fluentemente in inglese.
"ci credo, sono americana" disse lei sbuffando."Ma il Signor Rossi vive in Italia" dissi io confusa "non dirlo a nessuno" disse lei avvicinandosi "Non è il mio vero padre, mi tiene stretta con i soldi, per non ho capito quale motivo. Ma io non sono sua figlia" disse lei fregandosene di quella frase fondamentale per me.
Primo pezzo del puzzle.
Mi dimostrai disinteressata. "Sai cosa mi ha detto Mason?" chiesi io, lei al nome di Mason si illuminò "cosa?" "Mi ha detto che ti ha vista mettere una cimice sulla bottiglia" dissi io "io non ci ho creduto, però lui ne è convinto, ti voleva chiedere di uscire l'altro giorno, però non fidandosi di te è molto combattuto" dissi io con finta espressione addolorata.
"No aspetta, si io l'ho messa ma non sapevo neanche cosa fosse" disse lei di fretta "Una donna mi ha fermato prima di entrare in casa vostra, ha detto che se avessi messo quella cosa nera da qualche parte mi avrebbe dato una cifra a sei zeri, e quindi io lo lasciata nel primo posto che mi è capitato, di a Mason che non l'ho fatto con cattiveria, sono una brava persona" piagnucolò istericamente lei.
Bingo.
"Certo Emma glielo dirò sicuramente" dissi alzandomi e andando alla macchina.
Avevo saputo più di quanto avessi bisogno. Adesso mi restava usare la prima scoperta per manipolare il Signor Rossi. Per la seconda, almeno sapevamo perché l'avesse fatto.
Feci mettere Glock nel posto del passeggero e andai a casa.
Entrai in salotto con Glock al guinzaglio. Al tavolo c'erano Adam, mio padre, Jack, Rosie e Mason. Quest'ultimo non si dimenticò di lanciarmi uno sguardo pieno di malizia "fatemi parlare con mio padre" dissi togliendo il guinzaglio a Glock "da sola" precisai.
"Adam resta" disse mio padre, io feci un cenno di consenso con il capo mentre gli altri se ne andavano, Mason mi lanciò uno sguardo confuso, io non mi mossi. Mentirgli mi faceva male, ma sapevo che era fondamentale.
"Allora, hai scoperto qualcosa?" chiese mio padre "si. Emma non è la figlia di Rossi e la cimice gliel'ha fatta mettere Eloise" loro spalancarono gli occhi alla prima informazione. Io li spiegai per filo e per segno quella che era successo.
"Okay Olivia, mi fido di te, non so a quanto Rossi importi che sei a conoscenza di questa informazione. Per l'incarico di domani usala come vuoi." mi disse mio padre. Io gli sorrisi grata per la fiducia.
"C'è un incarico che mi sfugge?" disse Mason sulla soglia della porta che mi guardava contraendo la mascella. "Aspetta Mason" dissi io cercando di fermarlo quando lui si girò per andarsene.
"Vai Olivia" disse mio padre quando io lo guardai in una silenziosa richiesta di congedo. Io mi alzai dalla sedia e gli corsi dietro.
"Mason aspetta" dissi prendendolo dal braccio "Mi hai mentito guardandomi dritto negli occhi Olivia, hai usato il fatto che io avessi abbassato le barriere" mi incolpó lui "non mi avresti mai fatto andare se no" gli dissi cercando di giustificarmi "si, e ti avrei anche aiutato. Non sarei stato d'accordo se fossi andata in uno scontro a fuoco, ma di certo non te lo avrei vietato." disse lui avvicinandosi a me e guardandomi negli occhi "Olivia se non ti fidi di me puoi dirmelo" disse lui "io mi fido di te" dissi guardandolo con occhi supplicanti di perdono.
"No Olivia, se ti fidassi di me, me lo avresti detto. Se ti fidassi di me, sapresti che io non ti vieterei una cosa che vuoi fare. Olivia io starei sempre in pensiero per te, ma mai ti chiuderei in una prigione fatta di sesso e soldi. Se hai una considerazione così bassa di me, stammi lontano" disse serio girandosi.
"Ti prego Mason" dissi io pregandolo di tornare da me "spero che tu sia riuscita a manipolare Emma. Con me d'altronde ci sei riuscita benissimo" disse lui andando in camera.
Ero una stupida. Una fottuta stupida.
l'avevo nascosto a Mason pensando che lui non mi avrebbe capito, quando in realtà era l'unico che avrebbe potuto capirmi.
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mafia in love
AçãoIN REVISIONE Olivia Anabel Rubin Lois figlia di uno dei mafiosi più grandi d'America, vive nella grande New York con suo padre. Cresciuta per combattere, per prendere il posto un giorno nell'attività del padre. Ha 19 anni, finito il liceo si trova...