capitolo 28

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Mi svegliai da sola, guardai in giro ma Mason non c'era. Guardai sul comodino dove c'era un bigliettino scritto con una calligrafia elegante e corsiva.

Mason.

sono andato a correre, ci vediamo a colazione (se ti svegli)

Sorrisi a quel messaggio. Mi misi dei pantaloncini e scesi a fare colazione. C'era mio padre e Mason.

Mio padre era con la sua solita giacca e cravatta. Mason aveva i capelli appiccicati al volto, Una maglietta aderente nera e una tuta sempre nera. Era semplicemente, fottutamente, eccitante.

"Buongiorno Olivia" disse mio padre "Giorno" dissi stiracchiandomi e andando in cucina a chiedere a Anna se mi preparava una mecedonia.

Mi sedetti sul tavolo quando finì di prepararmela "ragazzi ho bisogno di parlarvi" disse mio padre abbassando il giornale che stava leggendo "è normale che succedano queste cose tra giovani" disse.

Io feci una faccia confusa perché non capì a dove volesse arrivare "Il personale di servizio mi ha riferito ciò che è successo su quel divano e su quel tavolo, e non che sia sbagliato, anch'io facevo queste cose alla vostra età, però almeno fatele in camera" disse mio padre, guardandoci con uno sguardo rimproveratorio e comprensivo.

Un acino d'uva mi si fermò in gola e iniziai a tossire.

Merda.

Andai in cucina per sviare all'argomento. Sentivo Mason ridere e io continuai a tossire mentre Anna mi passava l'acqua "Olivia anche per me è difficile fare questi discorsi" mi urlò mio padre dal salotto.

Ti prego fallo smettere.

Bevvi tutta l'acqua in un sorso e mi calmai "Signorina Olivia, complimenti, Mason è proprio un bel ragazzo" mi disse Anna mentre mi toglieva il bicchiere. Io spalancai la bocca non sapendo cosa dire.

"Buongiorno Nick" sentì la voce della salvezza. Rosie. Tanto dovevo comunque parlarci.

Rientrai in salotto velocemente mentre Mason mi guardava divertito con le sopracciglia alzate "io e Rosie dobbiamo parlare" disse io non incontrando lo sguardo di mio padre "quindi ciao" dissi trascinando Rosie per un braccio.

"Ol mi dispiace" disse lei con gli occhi umidi "non dovevo dire quelle cose, non le penso, pensavo di perdere mio padre. Scusami ti supplico" mi chiese lei mentre la prima lacrima scese "Rosie lo so" dissi "so perché l'hai fatto. Non nego che mi abbia fatto stare male. Però so chi sei. So che cosa hai fatto da sempre per me" dissi io abbracciandola. Lei mi ripetè 'scusa' mentre mi bagnava la spalla con le lacrime.

"Vuoi sentire qualcosa di divertente?" dissi io alzando le sopracciaglia, lei annuì incuriosita "papà mi ha appena fatto un discorso, ieri io e Mason l'abbiamo fatto sul tavolo e sul divano e Anna o George ci hanno visti e sono andati a riferirlo a papá che adesso mi ha fatto un discorso sul dove fare sesso" dissi io sprofondando per la vergogna. Rosie scoppiò a ridere "sei una stronza" dissi io ridendo "io ti dico una figura di merda e tu scoppi a ridere" dissi io ridendo.

Mason in quel momento passò in corridoio "Buongiorno Ragazze" disse lui. Io lo guardai con ancora il sorriso sul volto. Rosie lo fulminò "Olivia hai sentito tuo padre, ormai il tavolo e il divano sono off limits" disse Mason "fanculo" dissi io trattenendo una risata "ti direi fottiti, ma ciò già pensato io ieri sera" disse trattenendo una risata. Io gli diedi un calcio sul fianco e lui mi blocccò la gamba. Mi fece l'occhiolino e se ne andò lasciandoci così "intenso" commentò Rosie scoppiando di nuovo a ridere.

Eravamo in camera e era sera, Rosie mi aveva appena convinto a venire con lei in discoteca. "Non ci sono mai stata" dissi io alzando le spalle. Rosie era la ragazza che aveva sempre condotto una vita normale, amici, pigiama party, festini illegali. Io no.

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