Avevo scaricato il sesto caricatore addosso al manichino di metallo. Non mi soddisfaceva più.
Salì di sopra a vedere come stava procedendo la cena. Appena passai il corridoio vidi Mason che rideva a una cosa che la gallina sanguisuga gli aveva detto. Okay forse dovevo ritornare giù.
Al diciassettesimo caricatore Mason e mio padre vennero giù. Mio padre non osò esntrare di più che a cinque metri dalla parta "si?" chiesi io sparando l'ultimo proiettile del caricatore. "Mason i giubbotti antiproiettile sono nell'armadio di fianco alla porta" disse mio padre prima di andarsene. "Mi dovrei preoccupare?" chiese lui alzando le sopracciglia. Io caricai un'altra volta e guardando Mason presi dritto in testa il manichino.
"La tua amichetta?" chiesi io svuotando l'ennesimo caricatore puntando solo alla testa "se smettessi di trapanarmi i timpani ti parlarerei di lei" disse lui incrociando le braccia e facendo un sorrisetto.
Io sbattei la pistola sul tavolo e la misi appositamente con la canna contro di lui "dimmi" dissi facendo un sorriso finto "mi ha parlato per tutto il tempo di permanenti, delle sue unghie chilometriche e del suo trucco. E mi ha chiesto se un giorno di questi volessi andare a visitare la
sua villa a Miami" disse lui calmo. Io strinsi il manico della pistola e ci mancò poco che non gli sparai a una gamba "sono contenta per te" dissi sempre sorridente mentre mi riprendevo la pistola in mano."Ne dubito" disse lui avvicinandosi "penso che tu sia gelosa" disse lui. Io risi di gusto "ti sbagli" dissi io.
Lui venne verso di me con un ghigno malizioso sulla faccia.
"Quindi se io facessi questo..." disse iniziando a strusciare un dito sulla mia gamba scoperta dallo spacco "e poi questo" disse toccando la mia parte intima. Io sospirai e inclinai la testa all'indietro. "E questo" disse spostando le mie mutandine da un lato Io sospirai più forte quando le sue dita entrarono in contatto con la mia entrata "a lei, tu non diresti una parola?" sussurrò al mio orecchio mentre entrò con un dito. Io mi morsi il labbro per non gemere.
Un colpo di pistola partì e una parte di muro si sgretelò. Lui guardò il buco nel muro "a quanto pare non sei così tanto indifferente" disse lui ghignando.
"Vi ho visti ridere appassionatamente. Se lei fosse nel tuo letto secondo e me a te non dispiacerebbe" dissi io seria girandomi per non incontrare il suo sguardo. Iniziai a pulire la canna della pistola "Olivia" disse lui in tono duro "se un altro uomo ti toccasse io impazzirei" disse facendo aderire la mia schiena al suo petto "tu sei mia" disse iniziando a baciarmi una spalla "E io non tollero che le mie cose vengano toccate" disse lui scendendo con la mano alla mia parte intima e togliendomi il vestito con l'altra. "Io cosa sono per te?" disse lui infilando con un colpo secco due dita.
Io gemetti e mi aggrappai al tavolo "dillo Olivia" disse lui in tono roco "dimmi che cosa sono per te" disse aggiungendo il terzo dito. Io gemmeti ancora di più quando lui iniziò a muovere velocemente le dita. Inarcai la schiena tirando indietro il sedere che andò a contatto con la sua erezione "sei mio" sussurrai io. "Non ti sento" disse lui muovendo più forte le dite. Io gemetti ancora più forte "tu sei mio" dissi a alta voce mentre venivo nell'orgasmo migliore della mia vita "brava piccola" disse lui. Mi girai velocemente e gli presi il viso tra le mani. Lo baciai come non avevo mai fatto prima.
Gli mostrai tutto il mio amore, tutta me stessa. Gli tolsi la camicia nera e i pantaloni, Lui mi girò e mi fece scivolare per terra le mutande. Mi fece piegare in avanti e io posiziona il mio sedere sulla sua parte più sensibile. Lui sosprirò "la stanza insonorizzata è un ottimo posto per scoparti Olivia" disse lui mentre con una spinta forte mi entrò da dietro. Io urlai e gemetti mentre lui mi teneva dai fianchi e con mosse secche mi pervadeva di piacere.
"Mason" urlai il suo nome venendo "Olivia" disse mentre mi veniva dentro. Io mi girai e lo baciai. Nudi, in una stanza piena di armi che uccidevano ogni giorno delle persone.
Ero a casa.
"Tu. Sei. Mia." disse Mason baciandomi e scandendo bene le parole "questo significa che posso uccidere la gallina sanguisuga?" dissi io con il fiatone "Puoi fare quello che vuoi, ma sappi che io sono tuo e tu sei mia" disse lui "e se anche un solo uomo su questa terra ti tocca, io lo uccido" disse lui in un sussurro, sorrisi.
Mi rimisi il vestito senza biancheria intima e Mason si mise la camicia, boxer e pantaloni. Stavo per uscire quando lui disse "mi permetta signorina Olivia" disse lui prendendomi in braccio. Io risi "con piacere Signor William".
Trovammo mio padre in salotto che si mangiava le unghie "grazie al cielo non hai ucciso Mason" disse mio padre veramente sollevato "si lo so anch'io sono sorpresa" dissi guardandolo. "Sinceramente per un secondo ho avuto paura" disse a mio padre. Io sorrisi.
Salutammo mio padre e poi Mason mi portò di sopra. "Vado a cambiarmi a poi ritorno qui" disse lui.
Ritornò cambiato e poi si mise nel letto con me "sai che io non potrei mai farti del male vero?" gli chiesi io alzando le sopracciglia "e i lividi che mi ha fatto ieri sera dove li metti?" chiese lui "scusami" dissi sorridendo e baciandolo.
Era mio, lui era mio. Tutto e solo mio.
"Mi è piaciuto come tu pensando che non fossi io mi hai aggredito" disse lui sorridendo baciandomi "volevo te, voglio te" dissi io. Lui sorrise "anch'io voglio te Olivia Lois" disse sulle mie labbra.
Posai la mia testa sul suo petto "Non te ne andare mai Mason" dissi io "mai" disse lui.
E li capì che io amavo Mason. Amavo il modo in cui mi faceva sentire potente, protetta. Amavo il modo in cui mi faceva sentire normale. Amavo il modo in cui mi baciava. Amavo il modo in cui mi guardava. Amavo il suo sorriso. Amavo la sua voce. Amavo lui.
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mafia in love
ActionIN REVISIONE Olivia Anabel Rubin Lois figlia di uno dei mafiosi più grandi d'America, vive nella grande New York con suo padre. Cresciuta per combattere, per prendere il posto un giorno nell'attività del padre. Ha 19 anni, finito il liceo si trova...