capitolo 22

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Dopo un po' di attimi di silenzio lui mi chiese "Hai mai amato Olivia?" appoggiai la testa sul suo petto e lui mi fece leggeri cerchi immaginari con le dita sul mio braccio "no" dissi io semplicemente guardando la finestra "Non ho mai avuto relazioni. A scuola stavo solo nel mio nonostante le persone cercassero di comunicare con me. Non parlavo con nessuno. La prima volta che ho fatto sesso l'ho fatto per un incarico" dissi io facendo un sorriso schifato al ricordo.

Lui aggrottò la fronte "te lo aveva chiesto Nick?" "No, mio padre non lo avrebbe mai voluto. Io quando non avevo ancora esperienza per questo mestiere pensavo che le uniche parti in mio vantaggio fossero le forme e il corpo. Mi sono fatta bella e manipolavo gli uomini per poi finirci a letto e scoprire informazioni" dissi io abbassando lo sguardo.

"L'ho fatto tante volte prima di capire che potevo usare altre doti per estorcere informazioni e per uccidere" dissi io. "Io invece a scuola ero uno dei più popolari" disse Mason tornado con la mente al passato "e scommetto che eri anche il più gettonato" dissi girandomi per guardarlo "in effetti" ridacchiò lui.

Mi piaceva la sua risata.

"Non ti vantare troppo" dissi io sbuffando in una risata. "Che vorresti dire scusa" disse lui indicando il suo petto e alzando le sopracciaglia. Io risi di gusto per la sua espressione.

"Mi sta per caso prendendo in giro Signorina Olivia?" disse lui facendo il finto scioccato. "Oh certo che no" dissi io trattenendo le risate.

Mi misi a pancia in giù comoda sul letto con la testa sul cuscino e i capelli a ventaglio. La faccia era rivolta verso Mason che stava guardando sorridendo la finestra.

E in quell'attimo pensai che non mi serviva sognare una vita migliore con la felicità che Mason mi portava.

Lui si girò verso di me e sorrise "vuoi che andiamo via stasera o domani mattina?" chiese lui "stasera, Rosie mi ammazza se ritardo" dissi io alzando gli occhi al cielo. "Va bene, allora dormi un po', devi essere preparata al cazziatone che ci farà Nick appena tornati" disse lui spostandomi una ciocca dal viso "Quasi quasi resto qua" dissi io chiudendo gli occhi e avvicinandomi di più a lui per sentire un po' più del suo calore "si anch'io" sussurrò Mason mettendomi una mano dietro la testa e muovendo il pollice trasformandole in piccole carezze.

Mi sveglia stiracchiandomi e notando che si era fatto buio. Mason stava raccimolando le cose per metterle nella sua valigia "vero che hai sistemato anche le mie cose?" chiesi sorridendo sorniona "sei troppo abituata al maggiordomo" disse lui alzando gli occhi al cielo " scusami Signor non so nenache far un nodo alla cravatta" dissi io alzando le sopracciglia.

Lui mi fulminò e io mi alzai. Mi resi conto dopo che ero nuda, non me ne preoccupai, tanto mi aveva già vista nuda.

Quando gli passai di fianco lui mi squadrò e poi mi prese il viso per baciarmi "e questo che cos'era?" chiesi ancora vicina al suo volto "un bacio" disse lui alzando le spalle cercando di mantenere la sua indifferenza anche se gli sfuggì un sorrisetto.

Io mi vestì con una tuta e la felpa pesante di Mason e poi misi a posto le ultime cose.

"Sei pronta?" mi chiese già spazientito in corridoio "si Mason, si sono pronta" risposi esasperata dandogli la mia valigia. Lui mi fulminò però dopo la prese.

Facemmo il check-out in reception e poi andammo alla macchina.

"Ci metteremo tre ore" disse Mason.

Dopo un po' mi accesi una sigaretta e abbassai il finestrino. L'aria mi arrivava in viso e mi faceva svolazzare i capelli, chiusi gli occhi e un piccolo angolo delle labbra mi si alzò.

Mason mi porse le dita per far sì che io gli passai la sigaretta, io lo feci e alzai il finestrino. Dallo specchietto della macchina avevo tutto il naso rosso per il freddo e i capelli per aria.

"Olivia mi potresti prendere la mia borsa per favore?" mi chiese lui. Io mi sporsi suoi sedili e gliela portai davanti "aprila" disse lui in tono piatto. Io lo feci e rimasi stupita.

Dentro c'era il libro di Bukowski "non dirmi che l'hai rubato" dissi io con un sorriso da orecchio a orecchio "No Olivia, gli ho fatto un offerta più che generosa e lei me l'ha dato" disse Mason calmo guardando la strada.

Io gli cinsi il collo con le braccia, lui non se lo aspettava infatti mise tutte e due le mani sul volante per non perdere la strada "grazie" gli sussurrai io ancora abbracciata a lui.

Mi rimisi composta e aprì il libro polveroso per leggere qualche pagina.

Erano già passate due ore "hai fame?" mi chiese Mason, io concentrata sulla lettura ci misi qualche secondo a rispondergli "si" dissi non staccando lo sguardo dal libro.

"No non ti porti il libro" disse lui mentre io stavo scendendo al Mc con il libro in mano "Eddai Mason, sono arrivata in un punto cruciale" dissi io non staccando gli occhi dalle pagine.

Lui prese il libro e lo lanciò in macchina "se si è fatta anche solo una piega giuro che..." non mi fece finire di parlare perché prima che io tornassi in macchina dal libro, lui mi prese a sacco di patate "Mettimi giù" dissi io risoluta. Lui fece finta di non sentirmi "Mason mi cola il sangue dalla ferita" provai a mentire io, lui sapeva che non era vero.

Mi rimaneva l'unica cosa da fargli. Mi spostai con il viso verso il suo fianco e glielo morsi. Lui in uno scatto mi mise giù senza farmi sbattere la testa a terra "ma sei fottutamente pazza?" mi chiese mentre guardava il lato di pelle che aveva delle goccioline di sangue con la forma dei miei denti "no" dissi io soddisfatta mentre andavo al Mc.

Mason non mi parlò per tutto il tempo che eravamo stati lì a mangiare, io mi annoiavo "Mason" iniziai a dire urlandogli nell'orecchio, lui ringhiò verso di me ma non disse nulla "Mason" gli urlai nell'altro orecchio "Mason Mason" gli dissi tutta pimpante davanti alla faccia.

"Eddai mi annoio" piagnucolai io. Lui salì in macchina senza dire una parola con aria indifferente. Conoscevo un unico modo per fargli togliere quella stupida maschera.

Mi misi al mio posto e poi scavalcando il cambio delle marce mi misi a cavalcioni su di lui.

Lui mi guardò indifferente anche se la sua maschera stava vacillando.

"Mason" sussurrai sensuale al suo orecchio mentre muovevo i fianchi su di lui e gli davo baci sul collo

"va bene hai vinto" disse lui dopo un po' sbuffando. Io feci un sorrisetto soddisfatto. Guardai un attimo le sue labbra che formavano una riga di indifferenza. Volevo vedere il suo sorriso, volevo vedere gli angoli delle sue labbra alzarsi e i suoi occhi con quella scintilla verde smeraldo.

gli presi il volto con le mani e lo baciai. Quel bacio non aveva nulla di malizioso, nulla di bramoso. Era un bacio dolce, comunicativo, era un bacio che manifestava affetto e protezione.

Io mi staccai e finalmente vidi quel meraviglioso sorrisetto, sorrisi a mia volta e dissi "okay adesso possiamo partire".

Eravamo appena arrivati e mio padre, Adam, Rosie ci stavano aspettando sulla soglia di casa.

Rosie mi guardava maliziosa e anche mi fulminava con lo sguardo. Quasi quasi mi faceva paura. Mio padre stava trattenendo l'eccitazione, era sicuramente per il carico di armi. Adam mi stava facendo un sorriso dolce.

"Pronta a ritornare alla normalità?" mi chiese Mason stringendomi il ginocchio. Guardai la sua mano, guardai la sua macchina, guardai il libro. E per un attimo sperai di tornare a questa mattina, io e lui senza vestiti su quel letto caldo, in quella stanza accogliente. Con quella sensazione di protezione e speranza. Non era la normalità, non era la mia normalità, rimisi la maschera di indifferenza che per quei due giorni non mi era servita. "Si" dissi solamente prima di uscire dalla macchina non aspettando neanche Mason.

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