Era mattina, non avevo dormito come sempre. Ieri io e Rosie avevamo fatto tardi e Mason era andato a letto.
Sentì dei grandi rumori e delle urla "Olivia" qualcuno mi chiamò dal piano di sotto. Io scattai in piedi, presi la pistola e corsi al piano di sotto.
Andai nella stanza del salotto e non potei credere ai miei occhi. Adam era steso sul tavolo completamente coperto di sangue, spalancai la bocca e corsi in camera di Mason prima che mio padre potesse dirmi qualcosa.
Dovevo mantenere l'autocontrollo, Rosie era andata a casa ieri quindi non c'erano pericoli che vedesse suo padre dissanguarsi.
"Mason" spalancai la porta. Lo trovai a pancia in giù senza maglietta addormentato "Mason alzati ti prego" dissi io con gli occhi lucidi e la pistola ancora in mano. Non poteva morire, Adam non poteva morire.
Lui scattò in piedi, vedendomi in quello stato indugiò sul farmi domande o seguirmi. Io lo presi per mano e corsi in salotto con lui dietro.
Appena lo vide spalancò gli occhi. Corse subito sul tavolo e esaminò la ferita "gli ha preso lo stomaco ma il proiettile si è spostato e è andato verso i polmoni, mi servono dieci unità di sangue, garze, un tubo per intubarlo kit da sutura, bisturi, coagulanti, morfina e antidolorifici" disse sbrigativo mentre gli strappava la camicia.
Avevamo scorte di sangue 0 per ogni evenienza giù nel magazzino vicino alla stanza insonorizzata, con tutti gli altri attrezzi da chiururgia.
George corse di sotto a prenderle. Mio padre era sconvolto e gli stringeva la mano come solo un migliore amico potrebbe fare, Adam sembrava cosciente ma non parlava.
"Cosa è successo" dissi io quando le prime lacrime iniziavano a sgorgare "io...io...io non" mio padre non riusciva nenache a parlare da quanto era sconvolto. Mi guardò esausto, come se tutto il peso di quegli anni gli si fosse riversato addosso come il sangue di Adam fluiva sul pavimento.
"Olivia mi servi qui" disse Mason con le mani dentro Adam "dimmi" dissi io appoggiando la pistola "devi mettere la mano dentro di lui e tirare fuori il proiettile, è tra la prima è la seconda costola, le mie mani non ci passano, e nenache quelle di Nick, con le pinze i nervi che passano per la spina dorsale potrebbero distruggersi" mi spiegò lui.
Io avevo la bocca socchiusa mentre guardavo il sangue scorrere copioso sul suo addome "va bene" sussurrai "pronta?" chiese Mason guardandomi negli occhi "si".
Lui di scatto tolse le mani e io infilai le miei, rabbrividì quando mi accorsi di avere le mani tra il suo intestino. Andai fino alle costole e tastai per trovare il punto che Mason aveva indicato.
"Ho trovato il proiettile" dissi mentre mi mettevo in punta di piedi per aver maggior presa. Cercai di sfilarlo "è incastrato" imprecai. Adam si girò e sputò sangue "si sono danneggiati i polmoni, Olivia fai più veloce possibile" mi disse Mason mentre tastava lo sterno.
"Preso" dissi io facendo uscire subito la mano con il proiettile. Guardandolo mi resi conto che se non l'avessi preso io Adam sarebbe morto.
Era un proiettile a repulsione cronometrica. Corsi a lanciarlo fuori. Non sapevo in quanto sarebbe esploso. Quei proiettili erano come minuscole bombe a mano, da fuori potevano fare ustioni di terzo grado alle persone, da dentro potevano uccidergli anche se gli colpivano al piede con le loro tossine.
Andai verso le piscina e decisi di buttarlo li. Mi scivolò dalle mani grazie al sangue sopra, pensando di avere ancora tempo mi abbassai per prenderlo. Calciarlo sarebbero stato troppo imprudente, se fosse finito alla macchina e fosse esploso avrebbe fatto una danno maggiore.
Mi accorsi dopo che era troppo tardi.
Bum.
Volai all'indentro.
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mafia in love
ActionIN REVISIONE Olivia Anabel Rubin Lois figlia di uno dei mafiosi più grandi d'America, vive nella grande New York con suo padre. Cresciuta per combattere, per prendere il posto un giorno nell'attività del padre. Ha 19 anni, finito il liceo si trova...