Capitolo 66

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Mi sparò in fronte.

Il solito rumore del colpo non si sentì. Si era inceppata, si era inceppata la pistola. Imprecò, in quel momento ebbi la mia occasione.

Presi di scatto la sua pistola e la lanciai lontano.

Lui mi mise subito le mani al collo. Era più forte di me. Se non avessi saputo difendermi mi avrebbe ucciso.

Quando non ebbi quasi più fiato in corpo, tentai con una ginocchiata. Lui la intercettò, ma facendolo lasciò andare un po' la presa.

Presi il suo braccio e lo girai la spalla. Lui ringhiò dal dolore.

in uno scatto li spezzai il collo.

I colpi cessarono. Il signor Kinsu scappò via.

Mi riassestai e data l'adrenalina in corpo, non pensai a nulla e andai subito dal signor Rossi.

Era inconsciente in macchina. "Non devi chiudere gli occhi" dissi scuotendolo.

Mi aveva aiutato, mi aveva praticamente salvato la vita trascinandomi e aiutandomi con il piano.

Io avrei aiutato lui.

Presi dalla tasca il suo telefono. Feci il numero di Mason.

"Pronto?" disse la sua voce indiefferente "Mason sono Olivia, dovete correre qui. Porta materiale da sutura" dissi io velocemente mentre cercavo di guardare il danno alla gamba "sei ferita?" chiese subito lui "ci sono persone messe peggio. Uno ha attuato una trappola" dissi io. Mi toccai la ferita al fianco. Aveva il foro d'uscita. Perdeva sangue ma non esageratemente. Dalla posizione del foro sapevo che non aveva colpito organi importanti.

"Olivia dobbiamo portare armi?" chiese Mason "no l'ho ucciso" dissi io. Sentì dal telefono che Mason diceva a tutti di andare alle macchine.

"Olivia stiamo arrivando" disse lui "Mason cosa devo fare per una ferita alla gamba?" chiesi io pressando di più la ferita di Rossi.

Lo portai giù dalla macchina e lo feci stendere "a che altezza è?" chiese lui "circa venti centimetri dal ginocchio" dissi io "Olivia ti supplico dimmi che non sei tu quella ferita alla gamba" disse Mason preoccupato "no, io ho solo una ferita al fianco e qualche sbucciatura, sto bene. Come si cura Mason?" gli chiesi decisa. "Ha preso l'arteria femorale?" chiese Mason "lui ha detto di sì" dissi "Allora non c'è niente da fare. Non abbiamo tempo, servono trasfusioni, macchinari, non ce la farà" disse Mason.

Io mi rifiutai di accettarlo. Misi giù a Mason.

Chiamai il 911 "si salve qual'è la sua emergenza?" disse una voce femminile "colpo di pistola all'arteria femorale. Dovete fare veloce. Si sta dissanguando" dissi io "Mi dica la sua posizione" disse lei sbrigativa. Io lo feci e poi misi giù, l'ambulanza sarebbe arrivata a momenti.

"Olivia devi andare" disse lui in frasi sconnesse "no morirà" dissi io scuotendo la testa "Olivia ti prometto che non morirò però se l'ambulanza ti vede qua, faranno domanda. Ora che tuo padre è morto non sai di che poliziotti fidarti" disse lui "vai" disse infine.

Io lo guardai negli occhi. Era la cosa giusta. Non avrei potuto fare niente qui. "L'ambulanza arriverà, si faccia sentire" dissi io sorridendoli. Lui ricambiò il sorriso.

In quel momento arrivò la macchina di Liam con quella di Adam. "Grazie Olivia, tuo padre ti ha cresciuto meravigliosamente" disse. Io li sorrisi grata "tieni duro" dissi prima di raggiungere la macchina di Adam.

Mason scese subito e mi venne incontro. Mi esaminò e poi vide la ferita al fianco "ha il foro d'uscita" disse sollevato. "Dobbiamo andare, l'ambulanza sta arrivando" dissi io sbrigati a mettendomi una mano sul fianco.

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