capitolo 14

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Eloise.

La donna che avrebbe dovuto essere mia madre.

"Cosa ci faceva mio padre qui?" chiesi mantenendo l'aria indifferente. Non gli avrei mai fatto notare quanto la sua presenza mi condizionasse. "Non è questo che in realtà vuoi sapere" mi disse finalmente girandosi con un ghigno furbo sulla faccia.

Era invecchiata da quando l'avevo vista per l'ultima volta, i capelli più lunghi con qualche sfumatura di grigio, il resto erano di un nero che pareva oscurità pura. I tratti del viso spigolosi, gli occhi quasi neri e la pelle perfetta.

"Tu vuoi una risposta a una domanda che ti tormenta da tempo. Ma il tuo orgoglio non ti permette di farla" disse lei mantenendo quel ghigno che avrei voluto strapparli con un proiettile di pistola.

"Cosa. ci. faceva. mio. padre. qui." dissi io scandendo le parole e mettendo gli avambracci sul tavolo per avvicinarmi a lei. "Ti nasconde molte cose Olivia. Non sta a me dirtele." disse lei "A che gioco stai giocando Eloise?" ringhiaio io "O figlia mia..." stava per continuare quando io la bloccai "non sono più tua figlia dal momento in cui tu hai abbandonato me e Amber" dissi contraendo la mascella e ritornando alla mia fredda indifferenza "Da questo incontro non riceverai più risposte. Sappi solo che non è l'ultima volta che ci rivedremo" disse lei.

"Ne sono contenta" dissi io alzandomi "almeno avrò l'occasione di ucciderti" continuai andandomene.

Uscì dalla locanda e entrai nel SUV. Diedi diversi pugni al volante. Mio padre mi aveva mentito, aveva sempre ritenuto che era importante essere un fronte unito e forte. Mi aveva mentito tradendo la mia fiducia.

Sgommai verso casa.

Ogni limite di velocità l'avevo superato, ogni segnale di strada avevo ignorato, e ogni limite di controllo era crollato. Pensavo che l'unica cosa certa fosse la lealtà e il rispetto tra me e mio padre.

Entrai nel vialetto di casa frenando bruscamente. Scesi di corsa prendendo la pistola e spalancai le porte di casa per ritrovarmi in salotto.

C'erano tutti. Rosie, Adam, mio padre e Mason.

Puntai la pistola in testa a mio padre "dammi una buona ragione per non spararti in testa" sibilai io.
Lui si alzò, dal suo viso non traspariva alcuna emozione. Si avvicinò lentamente al che io caricai "non fare un'altro passo" dissi io quando gli occhi mi iniziarono a riempirsi di lacrime di rabbia e frustrazione.

Mantieni il controllo, mantieni il controllo, mantieni il controllo.

"Olivia" sussurrò lui "da quanto lo sapevi?" sussurrai quando le prima lacrime scesero. Lui non rispose "da quanto lo sapevi?" dissi io stavolta più forte. Lui abbassò lo sguardo. Era la conferma che mi serviva. "la morte di Amber è stata vana, tu potevi salvarla" dissi io abbassando la pistola e guardandolo negli occhi con disprezzo "Eloise se n'è andata, ma tu sei il più bastardi di tutti visto che non hai fatto niente nel momento in cui tua figlia moriva. Non hai fatto niente se non farmi diventare un assassina. Tua figlia è morta per colpa tua. Tu sapevi dove fosse Eloise per tutto questo tempo. Lo sapevi e non hai fatto nulla quando tua figlia si è ammazzata perché non aveva più sua madre al suo fianco. Sei stato solo lì a guardare e a fare la parte del padre buono e comprensivo. Hai usato la morte di mia sorella per plasmarmi e avere un erede per il tuo fottuto impero. Tu Nick sei il più bastardo di tutti in questa famiglia" dissi io in lacrime buttando la pistola a terra e guardando la sua espressione. L'avevo distrutto nel profondo. Adam aveva lo sguardo basso, Mason mi stava studiando cercando di capire la mia prossima azione, Rosie aveva le lacrime agli occhi e stava cercando di incontrare il mio sguardo. Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi riaprendogli con la mia fredda indifferenza che giaceva al posto della scintilla di rabbia che prima gli occupava.

Mi ero mostrata debole davanti a loro. Avevo mostrato le mie emozioni davanti a ognuno di loro, davanti a Mason. Guardai per un secondo in basso. Poi Rosie disse seria "Vieni Olivia, non hai ancora toccato cibo per oggi".

Mi prese dal braccio e mi portò in cucina. Incontrando il suo sguardo nuove lacrime oltrepassarono la mia maschera "puoi crollare Ol, puoi farlo con me" disse lei. "No Rosie, non posso" dissi io contraendo la mascella e distogliendo gli occhi dai suoi.

"puoi andare, mangio da sola" dissi avvicinandomi ai fornelli. "Esternare le proprie emozioni non è un male" disse lei in tono dolce "puoi andare" sibilai.

Sarei crollata se lei fosse ancora rimasta.

Lei annuì abbassando lo sguardo "facendo così, stai confermando a tuo padre che lui è riuscito a trasformarti in un mostro Olivia. Facendo così stai diventando lo stesso mostro che ti ostini a mostrare all'esterno"

"forse lo sono già diventata da tempo" sussurrai.

Sentì la porta chiudersi.

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