capitolo 36

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Era il primo giorno senza antidolorifici. L'ho passato chiusa a chiave in camera a rigettare il poco che avevo mangiato in quei giorni

Riuscivo solo a stare seduta, appoggiarmi sulla schiena mi faceva svenire dal dolore, sulla pancia era meglio ma appena inarcavo la schiena il vomito per il dolore saliva.

Ero sulla tazza del water con la testa sulle braccia posate sulla tavoletta "Olivia tutto bene?" chiese papà dall'altra parte della porta.

Avevo espressamente chiesto di stare da sola. Ero stata accudita per troppo tempo. Avevo bisogno di riprendermi, sola.

"Si" dissi prima di un altro conato "Olivia preferirei che venisse dentro Mason a controllarti" disse "sto bene" dissi con il nervoso a mille "Olivia sono io" disse poi Mason "va tutto bene, voglio stare da sola ora." dissi io trasalendo dopo aver appoggiato la schiena al muro "devo controllarti le ferite" disse lui poi.

Io mi alzai e scaricai l'acqua. Appoggiandomi al muro andai verso la porta. "Fai veloce per favore" dissi io girandomi e togliendomi la felpa rimanendo in reggiseno sportivo. "Posso chiamare Jack per un consulto?" chiese lui alle mie spalle "fai quello che devi" dissi io.

Dopo qualche minuto Jack entrò "buongiorno gente" disse lui. Poi si fermò guardando la mia schiena "ti è venuto sulla schiena un tir?" chiese lui aspirando l'aria tra i denti "fate il vostro lavoro e uscite" dissi io in tono piatto.

"Secondo te mettere una crema paralizzante servirebbe a qualcosa?" chiese Mason "non gli farebbe sentire il dolore e se la mettessi ogni giorno, circa in una settimana potrebbe non sentirne neanche più visto che i lividi scomparirebbero" disse Jack sfiorandomi la schiena. Io trasalì dal dolore e trattenni un verso di dolore "però non potrebbero muovere le spalle e il bacino, farebbe fatica a piegarsi e a respirare brobabilmente. Potrebbero anche infettarsi e potrebbe paralizzare la guarigione" continuò Jack "ora mi spiegate cos'è successo?" chiese lui "sono stata torturata da mia madre, ha appiccato il fuoco nell'edificio in cui ero legata e ne sono uscita sana e salva" dissi io facendo un sorriso ironico e sbattendogli fuori

"Bella battuta" disse Jack "brutta verità" dissi io chiudendo la porta a chiave lasciandoli fuori. Corsi in bagno e rigettai.

Arrivò sera che io ero seduta sulla poltrona della libreria. L'unica posizione che mi faceva sentire il minimo dolore. La schiena non era appoggiata. Stavo lì a fissare il vuoto della città.

Volevo solo tornare alla vita da cui prima scappavo.

"Olivia la cena" bussò Mason dall'altra parte della porta "non ho fame" dissi io. Visto che si erano lamentati che mi chiudevo in camera, ora mi ero chiusa in libreria.

"Olivia o aprì questa porta o la sfondo" disse Mason incazzato "io non mi alzo" dissi "Okay" disse lui.

Un colpo di pistola ruppe la serratura e lui entrò "Ma sei fottutamente impazzito? Potevi uccidermi" dissi io alzandomi e urlandoli addosso "Come potevo ucciderti se tu lo stai già facendo?" si avvicinò lui incazzato "Non mangi, non esci con il mio aiuto, non mi parli, e stai chiusa in quel cazzo di bagno a rigettare acido visto che cibo non ne hai in corpo." disse lui "e secondo te cosa dovrei fare? Non ho altra scelta" gli urali contro "Tu credi di non averne, potresti venire giù. Ti farei conoscere Jack, guardiamo un film o giochiamo a carte, se vuoi chiedo pure a tuo padre di farci aiutare con i lavori sulla carta Olivia. Potresti cenare con noi, sai quante volte Rosie mi ha chiesto di te? E Adam? Olivia tu hai un milione di scelte. Io ti sostengo, ma se mi chiudi fuori come faccio?" mi urlò addosso lui.

Io abbassai lo sguardo "ti stai uccidendo. Poi non dare la colpa alla vita, Olivia guardami" disse lui alzandomi il mento "se tu lo volessi potresti anche morire ora. Se tu lo volessi potresti ritornare a vivere. Se tu lo volessi potresti continuare in questo loop. La scelta è tua" disse lui in tono duro guardandomi negli occhi.

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