capitolo 19

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"Olivia" sentì sussurrami mentre una mano calda e solida mi toccava dolcemente la spalla "Olivia" disse quella voce scostandomi i capelli dal viso.

Io scattai in piedi pensando fosse successo qualcosa. Mason ridacchio "Sono così tanto noioso che quando sei in mia compagnia crolli ovunque?" disse lui in tono stranamente dolce "No no, ci sono" dissi ravvivandomi i capelli con una mano e sbadigliando.

"Siamo arrivati?" chiesi io "in realtà no, l'incarico si svolgerà domani all'alba quindi abbiamo tempo per fermarci a dormire" disse lui indicando con il mento una locanda. Io annuì soltanto mentre mi stiracchiavo.

Quando scesi dalla macchina non presi il mio bagaglio dando per scontato che Mason lo recuperasse "sono diventato il tuo maggiordomo per caso?" brontolò lui mentre prendeva tutti e due i bagagli. Io gli feci un sorriso luminoso e corsi per far sì che non mi defilasse il mio bagaglio.

"Salve, siamo in due" dissi io alla ragazza dietro al bancone. Facemmo tutte le pratiche e poi presi la chiave nel mentre che Mason mi raggiungeva.

La locanda era molto carina, fatta di legno con vari quadri dei premi della gente del posto, un camino e odore di salsiccia e polenta. Era accogliente e calda. Guardai la chiave che segnava la 7 e mi diressi verso la scalinata.

Appena entrai rimasi ammaliata. C'era una piccola libreria in fondo alla stanza con vari classici della letteratura, erano tomi molto vecchi e impolverati. Sulla sinistra si trovavano delle poltrone con coperte e asciugamani e un divanetto al centro, sopra c'era una tv a muro e davanti un letto matrimoniale di legno con soffici coperte e cuscini. Alla destra, attaccato al muro c'era un armadio con a fianco una stufetta.

Tra la tv e la libreria c'era una porta che immaginai fosse il bagno. Mason mi raggiunse in quel momento visto che aveva dovuto salire due piani con le valigie "Olivia giuro che la prossima volta la valigia te l'attacco al collo" si lamentò lui guardandomi. "Sai che brontoli sempre?" chiesi alzando gli occhi al cielo non togliendomi quel sorriso per quella bellissima camera.

Andai verso la piccola libreria e passai un dito sui vari volumi nel mentre che Mason poggiava le valigie. "Per questa notte può andare" disse ancora con aria brontolante "è stupenda" dissi io guardando in giro con sguardo sognante. Avevo sempre amato quelle stanze così. Erano accoglienti e calde, ti facevano sentire al sicuro.

"Se vuoi chiedo un'altra stanza per me" disse lui vedendo il letto matrimoniale "vuoi andare in un altra stanza?" chiesi io tranquillamente "no, per me è uguale, pensavo che ti desse fastidio" disse lui guardandosi in torno e raggiungendomi nel punto davanti alla libreria "no, non mi da fastidio" sorrisi ancora di più quando trovai un libro di Bukowski che volevo leggere da tanto.

"Sono le 11pm, ricordati che domani ci dobbiamo svegliare all'alba" disse lui ritirandosi in bagno.

io presi quel volume e mi buttai sul letto.

Quando Mason uscì dal bagno con solo dei pantaloncini neri, avevo letto un paio di pagine.
Stavo per leggere la terza quando Mason si buttò sul letto, prese il telecomando e accese la tv.

Io ero in obliquo a pancia in giù sul letto con le gambe che si muovevano da una parte all'altra.

Mason girò da un canale all'altro finché non si stufò e non mi diede la schiena per mettersi a dormire. Io chiusi il libro e andai a lavarmi.

Mi misi una tuta lunga e la felpa di Mason. Ma come faceva quel ragazzo a stare a torso nudo? Faceva un freddo cane.

Quando uscì dal bagno, Mason aveva spento la luce e li mio sguardo cadde sui giochi di luce che le sue linee dei muscoli facevano a contatto con i raggi della luna.

Mi misi delicatamente a letto sotto le coperte, stavo per andare a dormire anch'io quando mi resi conto che avevo voglia di parlare con lui.

Avevo solo voglia di sentire la sua voce, non so il motivo, anche se mi avesse mandato al diavolo per averlo disturbato mi sarebbe andato bene.

"Mason" sussurrai, nessuna risposta "Mason" sussurrai un'altra volta. Mi sa che si era già addormentato.

Mi misi con il viso verso la sua schiena e con un dito gli segnai il percorso delle cicatrici.

Quanto aveva sofferto per quelle, chissà quante volte suo padre l'aveva picchiato, gli aveva fatto del male.

Nessuno si meriterebbe un destino simile.

"Olivia mi fai il solletico" sussurrò lui in uno sbuffo di risata. Si girò visto che non sentì una mia risposta, quando vide il mio sguardo pensieroso disse "adesso nessuno mi fa più del male Olivia. Adesso so difendermi". Io lo guardai. Appena incontrai il suo sguardo vidi quanto dolore aveva subito e quanto amore gli era stato tolto, e io in quel momento, avrei voluto dargli tutto l'amore che avevo in corpo pur di rimediare a quel passato. Sentivo che dovevo fare qualcosa. Lui mi mise una mano dietro alla nuca e delicatamente mi abbracciò.

Non servivano parole.

Io gli strinsi le mani lungo hai fianchi. "Allora in che cosa consiste l'incarico di domani" sussurrai io come se un tono più alto avesse potuto spezzare quel momento. "Dobbiamo fermare uno scambio, Nick mi ha dato il via libera per fare piazza pulita, le armi sono in macchina, tuo padre ha messo anche la tua Glock 43" disse allontanandosi per guardarmi negli occhi. Io annuì solamente.

Mio padre dopo tutto mi conosceva bene.

"Adesso dormi che se no domani non ti sveglia neanche una tromba" disse lui alzando le sopracciglia. "Mason io dormo sempre quando sono con te non perché mi annoi..." sussurrai mentre ero a poco dall'addormentarmi "è perché mi fai sentire al sicuro" dissi in un sussurro.

sentì le sue labbra che si posarono sulla mia fronte e poi caddi in un sonno profondo.

Un Odioso suono di sveglia mi fece alzare. Volevo solo rimettermi a dormire, si stava così bene dentro a quel soffice materasso "Buongiorno fiorellino" disse Mason sarcastico. Era già preparato a tutto punto, giacca nera, camicia bianca, cravatta non ancora legata e pantaloni neri. Capelli pettinati e fondina nascosta nella giacca.

Io sbuffai buttandomi all'indentro con il capo, ma poi mi alzai. Andai in bagno scostandolo dalla spalla e mi vestì con quello che avevano scelto per me.

Presi una maglietta a maniche corte nera scollata, leggins neri e giacchetta di pelle. Mi feci la coda e mi sciacquai la faccia con acqua fredda per non sembrare uno zombie.

Misi la glock nella fondina, con diversi caricatori. Coltelli nella cintura nascosta che avevano quei pantaloni e un'altra pistola da borsetta negli stivaletti con il tacco.

Uscì dal bagno e notai che Mason era alle prese nel legarsi la cravatta con scarsi risultati.

"Vieni qui" dissi io incrociando le braccia alzando gli occhi al cielo. Lui mi fulminò, ma seguì gli ordini "di solito c'è sempre qualcuno che lo fa" si giustificò lui "si ma non si può non saper fare un nodo alla cravatta" dissi io alzando le sopracciaglia "Olivia o mi fai questo dannato nodo o vado a chiedere alla ragazza giù" disse lui riferendosi alla ragazza dietro al balcone.

Io mi avvicinai a lui e con un dito gli feci alzare un po' il mento per facilitarmi il lavoro. In poco tempo gli feci il nodo e con un sorriso soddisfatto dissi "okay adesso siamo pronti per andare" dissi io.

Scendemmo alla macchina e Mason mi disse che i bagagli gli avremmo recuperati finito l'incarico.

Arrivammo li e notai due schiere di persone una davanti all'altra. Si stavano scambiando dei bauli.

Mason accostò la macchina in un posto nascosto. "Sei pronta a fare piazza pulita?" chiese lui "prontissima" dissi caricando la pistola "Ah e Olivia" mi bloccò prima che scendessi e che ci saremmo divisi "non farti ammazzare" disse in tono piatto lui "se non mi vuoi vedere sveglia tutte le notti all'inferno, non farlo nenache tu" dissi seria.

Lui uscì senza lasciarmi un ultimo sguardo e andò a sinistra. Io andai a destra.

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