"Avevi una sorella?" ripetè lui confuso, io annuì tranquillamente "ma non c'è traccia di lei da nessuna parte in casa" notò lui pensandoci "lo so" dissi io guardandolo.
Lui tenne lo sguardo sulla strada mentre cercava di ragione su che fine potesse aver fatto "perché me l'hai detto?" chiese lui chiudendo gli occhi in due fessure.
"Non ti sto manipolando Mason" canzonai io "molti lo sanno, sanno che mio padre ha avuto due figlie dalla stessa donna, non è un segreto. Però nessuno sa che fine abbia fatto, alcuni pensano che mio padre abbia ucciso sia lei che mia madre" dissi io in una scrollata di spalle "e perché non smentite le voci?" chiese lui alzando le sopracciglia "perché l'arma più potente che potresti usare verso i tuoi nemici, è la paura. Se ti temono gli puoi governare. Che pensino pure che lui le abbia uccise, tanto non conta quello che pensano, conta la verità che sanno le persone che contano per te." spiegai io mentre lui entrava con la macchina nel vialetto di casa.
"Ah e Mason, non citare quello che ti ho detto a mio padre, non gli piace parlare di questo argomento" lo avvisai io prima di scendere dalla macchina.
Lui mi seguì e stette in silenzio.
"Allora ragazzi com'è andata?" chiese mio padre.
Avevo una fame assurda visto che si erano fatte le 11pm e io non avevo ancora mangiato "George mi fai preparare un tost?" chiesi mentre mi toglievo i tacchi, lui rispose affermativamente e andò in cucina.
"Papà, il signor Rossi ha nuovi progetti" dissi sedendomi sul tavolo mentre mi mangiavo il mio tost e Mason si toglieva la giacca e il papillon.
Spiegai per filo e per segno cosa avevo dedotto. "Quindi il suo obbiettivo è di estendere le sue proprietà in un certo senso" disse mio padre annuendo da solo "Okay, domani vediamo le possibili alleanze che potrebbe ottenere, per stasera avete già fatto il vostro lavoro. Io stanotte non sarò a casa" disse lui alzandosi.
"Dove vai?" gli chiesi io "ho un lavoro da sbrigare" disse lui guardandomi negli occhi. Sapevo che stava omettendo qualcosa, ma se me lo stava nascondendo era per il mio bene. Non avrebbe mai fatto qualcosa che potesse ferirmi o qualcosa che non crederebbe pienamente giusto.
Io annuì incerta e lui uscì dalla stanza.
"Posso farti una domanda?" chiesi io a Mason mettendomi a gambe incrociate sul tavolo.
Lui in risposta trangugiò il bicchiere di Scotch che si era preparato poco prima e in un movimento esperto si aprì il primo bottone della camicia allargando il colletto.
Si mise seduto e annuì "perché a Rossi quando ti sei presentato gli è quasi venuto un infarto?" li chiesi io appoggiando le mani dietro alla mia schiena per sorreggere il busto.
Lui sbuffò in una risatina. La camicia faceva vedere circa fino allo sterno, quando lo vidi per la prima volta senza maglietta, su in palestra, non stetti attenta molto ai suoi tatuaggi.
Infatti notai solo ora una striscia nera che gli sbucava dal collo scoperto, non riuscì a scorgere altro che lui notò il mio sguardo attento sui suoi pettorali, fece un ghigno malizioso e poi rispose alla mia domanda "Beh vedi Olivia, la cosa che ci distingue è che gli altri hanno paura di voi, per cose che credono abbiate fatto, invece gli altri hanno paura di me per cose che ho fatto" disse sorridendo e accendendosi una sigaretta.
Io mi avvicinai a lui, slittando sul tavolo, appoggiai i gomiti sulla ginocchia e incontrai lo sguardo, con un sorrisetto di sfida dissi "e sentiamo Mason che cosa hai fatto per farti temere tanto?" lui espirò il fumo verso di me e io non mi mossi aspettando la sua risposta.
Notai che il suo sguardo indugiò sulla mia scollatura e io feci un sorrisetto. Il suo sguardo su di me mi piaceva, mi faceva sentire potente, come se lo tenessi in pugno. Mi sentivo forte sotto il suo sguardo, è come se lui sotto la sua maschera di indifferenza, con i suoi occhi smeraldo mi infondesse autostima e coraggio.
Quello sguardo mi faceva sentire bene.
"Non te lo dirò così facilmente Olivia" mi canzonò lui. Poi delicatamente si alzò non sconnettendo mai il contatto visivo che ci univa. Mise il mozzicone di sigaretta nel posacenere e poggiò le sue grandi mani ai lati del mio busto e si sporse più avanti.
Io non indietreggiai, lo guardai negli occhi e lui con un sorrisetto furbo disse "Sogni d'oro"
Andando alla porta e uscendo senza guardarsi indietro.
Portandosi via il calore che conteneva il suo forte odore che stavo imparando a riconoscere, e facendolo sostituire da una brezza che non sapeva di niente.
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mafia in love
ActionIN REVISIONE Olivia Anabel Rubin Lois figlia di uno dei mafiosi più grandi d'America, vive nella grande New York con suo padre. Cresciuta per combattere, per prendere il posto un giorno nell'attività del padre. Ha 19 anni, finito il liceo si trova...