"Papà" dissi io precipitandomi verso di lui "va tutto bene" dissi io tappando la copiosa emorragia che li veniva dall'arteria femorale.
Stai concentrata Olivia, ne avete passate di peggiori. C'è la farete.
"Olivia" mi richiamò lui mentre gli altri ci coprivano dalle sentinelle di Eloise "è un proiettile cronometrico, devi scappare" disse lui faticosamente "no lo tiriamo fuori" dissi quando le lacrime incominciarono a uscire.
"Mason portala via" disse mio padre autoritario "no papà" dissi io "no lo riusciamo a togliere" dissi guardando Mason "Mason toglilo" dissi io supplichevole "Olivia se lo tolgo senza aver strumenti giusti, toccherò l'arteria femorale. Morirà comunque nel giro di pochi minuti" disse Mason calmo venendo verso di me e prendendomi il viso con le mani.
"No, allora lo togliamo e lo richiudi" dissi a Mason "Olivia il tempo non basta" disse lui con gli occhi lucidi. Liam uccise l'ultima sentinella. Rimaneva solo Eloise. Io strinsi la mano a papà
Adam accorse dal suo migliore amico, Jack e Liam lo imitarono "Adam ricordati ciò che ho detto" disse mio padre cercando di nascondere la voce spezzata "Liam grazie per tutto quello che hai fatto per Olivia" disse mio padre. "Mason proteggila tu".
Mio padre spostò lo sguardo su di me "tu non morirai" dissi io trattenendo le lacrime risoluta "si amore mio" disse lui lasciando andare le lacrime.
Mi accarezzò il viso mentre le mie ginocchia si riempivano del suo sangue "la mia bambina" disse con il fiato rotto dai singhiozzi "dovete andarvene, sento il proiettile corrodermi la pelle. Manca poco." disse papà stringendo i denti. Liam, Jack, e Adam si allontanarono con lo sguardo pieno di disperazione verso mio oadre "Io non me ne vado" dissi stringendogli la mano "Olivia tu vai. Fallo per me. Non potrò morire felice sapendo che ho portato via anche te" disse lui facendo sgorgare le lacrime.
"E io non potrò vivere sapendo che tu non ci sarai più" dissi io chiudendo gli occhi lasciando fluire le lacrime "Mason portala via" disse mio padre reprimendo un gemito di dolore.
Mason mi tirò su da un braccio "no ti prego aspetta" gli dissi in lacrime "non c'è tempo Olivia" disse lui tirandomi dalla vita visto che mi dimenavo "no Mason ti prego" dissi. Lui contrasse la mascella e non mi ascoltò.
Vidi l'esplosione.
Vidi il corpo del mio papà andare in frantumi.
Mi sentì andare in frantumi.
L'esplosione ci sbalzò all'indietro. Mason mi abbracciò da dietro mentre precipitavamo lontani dal corpo carbonizzato di mio padre.
"No" urlai con tutti il fiato che avevo in corpo.
Sbattemmo al suolo. Sentì per un attimo un fischio nei timpani. Guardai Mason e lo vidi scombussolato con una ferita alla tempia.
"No No no" dissi correndo verso il corpo ormai incenerito. Con la coda dell'occhio vidi Eloise camminare verso il bosco.
Presi la mia pistola e la rincorsi "Olivia aspetta" disse Liam, non fu abbastanza veloce da fermarmi.
Corsi verso Eloise.
Mi inoltrali nel bosco seguendo la sua sagoma.
Lei si fermò "l'hai ucciso" dissi in lacrime puntandogli la pistola "so che morirò Olivia" disse lei calma "uccidimi" disse lei.
L'avrei fatto. L'avrei fatto di sicuro. Però prima c'era una domanda che mi pesava da tutta la vita.
"Perché mi hai abbandonata?" chiesi io ormai in lacrime "perché mi hai lasciata? Io avevo bisogno di una madre. Avevo bisogno di qualcuno" dissi io tra i singhiozzi e le urla "in un altra vita forse sarei stata la mamma di cui avevi bisogno Olivia" disse addolcendo il tono "ma io in questo momento merito solo la morte da te" disse lei realista "io avevo bisogno di qualcuno che mi asciugasse le lacrime, di qualcuno che mi leggesse le storie prima di andare a letto. Avevo bisogno di un tuo abbraccio e dei tuoi consigli" dissi buttando fuori tutto "la vita mi ha cambiata Olivia, tu non te lo meritavi. Tu sei una brava persona. L'unica cosa di cui vado fiera è di averti dato vita" disse lei sincera "però tutto l'odio che covavo verso me stessa, l'ho ribaltato su di te pensando che tu fossi stata la mia rovina. Non sapendo che io stesso lo ero stata" disse lei avvicinandosi.
Io la guardai negli occhi. Il mio cuore offuscato dal dolore vedeva una donna, vedeva mia madre. La mia mente vedeva solo la persona che aveva ucciso mio padre.
"Addio mamma" gli dissi.
Poi gli sparai in fronte.
Caddi in gionicchio, lei cadde per terra.
Molti dicono che quando subisci un trauma, senti il mondo ovattato, come se fosse esterno al tuo corpo.
Io in quel momento volevo solo zittire le voci di Adam, Jack, Liam e Mason che mi chiamavano.
Volevo solo zittire i colpi di pistola.
Volevo solo zittire il mio dolore.
La soluzione era lì. Nella mia mano.
Una pressione con il dito sul grilletto e avrei zittito tutto.
L'avevo premuto molte volte. Su persone sconosciute, per cui non provavo nessun sentimento.
E allora perché non riuscivo a uccidere la persona che più odiavo al mondo? Allora perché non riuscivo a uccidere me stessa?
Il mio corpo era sporco del sangue dei miei genitori. La mia anima era stata annientata da me.
Io ero la distruzione. Io ero il problema.
Se solo non fossi nata, se solo non avessi avuto questo conto in sospeso con Eloise.
Se avessi fatto scelte diverse forse mi sarei potuta salvare.
Mason lanciò via la pistola che avevo in mano. Non sapendo però che io ero già morta.
Io ero morta.
Io sono morta.
Sono morta da talmente tanto tempo, che non so se avevo mai vissuto veramente.
L'ultima cosa che meritavo era la salvezza, la misericordia.
Eppure è quella che cercai.
Mason mi teneva stretta per la vita. Gli diedi un calcio sul cavallo dei pantaloni e una gomitata al fianco.
Corsi nel fitto bosco, corsi con le lacrime in viso e la pistola nell'altra mano.
Le voci disperate dei ragazzi mi danzavano nelle orecchie.
I pesanti passi di Liam che cercavano di raggiungermi, mi facevano aumentare la velocità.
L'adrenalina era come un estasi di cui dopo avrei affrontato i conti e le conseguenze.
Arrivai alla macchina con cui siamo arrivati io e Liam.
Ci salì sopra e sfrecciai.
Scappai.
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mafia in love
AksiIN REVISIONE Olivia Anabel Rubin Lois figlia di uno dei mafiosi più grandi d'America, vive nella grande New York con suo padre. Cresciuta per combattere, per prendere il posto un giorno nell'attività del padre. Ha 19 anni, finito il liceo si trova...