prologo

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Sono in ginocchio stando accanto alla porta della sua camera.

Siamo solo noi due.

Ed é tutto il giorno che aspetto questo momento e vi assicuro non sono pazza.

Lui mi chiama per nome, io mi avvicino felice.

Faccio il giro della scrivania e
mi inginocchio di nuovo davanti a lui.

Metto le mani dietro alla schiena e aspetto guardando i suoi piedi dentro alle ciabatte.

"Hai fatto colazione stamattina?

Lo guardo e faccio si con la testa sorridendo.

"Lo vorresti un pezzo di cioccolata?

Faccio di nuovo si con la testa
voglio dargli soddisfazione.

Abbassa la sua mano, sul palmo un quadratino grande di cioccolata, se mi impegno ci dovrebbe stare tutto in bocca.

Lo mette davanti ai miei occhi, guardo i suoi occhi scintillanti pieni di voglia.

Mi dice che posso prenderlo.

Abbasso la testa sul palmo della mano, apro la bocca il più possibile e prendo in bocca la cioccolata.
É fondente, é dura e amara.

In bocca ci sta, ma é cosi grande che faccio fatica a girarci intorno con la lingua.

"Sei la solita ingorda, devi assaporarla un po' per volta, sputala sulla mia mano e sgranocchiala.

Non é un consiglio, succhio la saliva e cerco di rimetterla sul palmo con meno saliva possibile guardandolo negli occhi dal basso verso l'alto.

Riapro la bocca e la prendo di traverso con i canini, spero che non mi si spezzino, é il mio terrore.

La cioccolata scivola e faccio fatica ad afferrarla.
Sto sbavando sulla sua mano, non va bene cosi, temo una sua cattiva reazione.

Riesco a spezzarne un pezzo e a tenerlo in bocca, devo fare in fretta a prendere pure l'altro.

"Ti deve piacere proprio tanto la cioccolata, mi hai sbavato tutta la mano.

Lo dice sorridendo.
Mi muovo a masticare il pezzo che ho in bocca, devo fare in fretta.

Ingoio i pezzi diventati più piccoli, e prendo il pezzo rimasto sulla sua mano, é ancora troppo grande, ma almeno riesco a girarlo con la lingua.

Assaporo il gusto della cioccolata, non é poi cosi amara, anzi é buona e non so quando ne mangerò ancora.

La sgranocchio per consumarla velocemente, vorrei avere più tempo per assaporarla.

Tengo gli occhi aperti per incrociare i suoi occhi marroni.
Quando riesco ad ingerire l'ultimo pezzo lo bramo.

Il mio padrone tiene la sua mano bassa all'altezza del mio viso.

Non me lo ha chiesto, so che desidera che io lecchi il palmo della sua mano.

Lecco con passione i residui della cioccolata e della mia saliva rimasti sul suo dorso.

Quando ritiene che abbia finito, toglie la mano e la strofina sulla mia testa ripulendola.

Sorridente dice.

"Brava, sono contento che ti piaccia, domani te ne darò ancora, torna pure al tuo posto.

Faccio alcuni passi indietro a carponi, mi alzo e senza mai voltargli le spalle ritorno a sedermi vicina alla porta.

Mi fermo li, mi inginocchio e aspetto altri ordini.

Sono felice, anche se tu che leggi non capisci il perché.

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora