cap 22

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I giorni passano, non ci sono novità.

É già una settimana che Terence é partito ne manca ancora una.

Betta é tornata al servizio Olga in cucina e io in lavanderia fissa.

Pulire le camere ha i suoi vantaggi, si può guardare fuori dalla finestra e vedere il sole o vedere che tempo fa.
E se fossi in camera di Terence potrei toccare il suo letto e immaginarlo li mentre legge.

In lavanderia non ci sono finestre, apparte una finestrella alta che illumina la stanza.

Percepisci che piove perché senti la pioggia batterci addosso.

Dopo l'ennesima giornata fatta solo di lavoro ci ritroviamo sedute per cenare.

La governante si siede con noi.
La padrona non c'é stasera é uscita con le sue amiche e tornerà tardi.
Quindi non aveva voglia di sedersi con soli uomini a tavola e ha preferito cenare in nostra compagnia.

Ci racconta di quando aveva vent'anni circa la nostra età.

Si era innamorata di un coetaneo che le aveva promesso di sposarla, ma non riesce a finire di raccontare che il padrone la chiama a squarciagola.

"Florence!

Si alza maledicendolo facendoci ridire, va in sala e ci resta poco.

Poi torna a finire ciò che ha nel piatto e ombrosa risponde male a Betta, gli dice che non ha più voglia di parlare.
Di muoverci a mangiare che ci sono le stoviglie da lavare.

Che ci tratti male ci sta, ormai siamo abituate, ma che cambi umore cosi é strano.

Poi penso al padrone e farebbe cambiare umore anche a me.

La governante se ne va in camera sua mentre noi scendiamo le scale per fare due parole.

Betta vorrebbe sapere perché non si é sposata la signora, sarebbe curiosa.
Come lo siamo tutte del resto.

Olga mima il gesto che lui se le data a gambe quando l'ha vista nuda.

Tutte noi ci mettiamo a ridere.

"Cosa c'é di tanto divertente?

La governante si presenta piuttosto seccata.

"Mi volto per un secondo e voi subito pronte a far festa.
Non voglio sentire una mosca volare.
Betta Olga andate a dormire, mentre tu Ella ... il padrone si vuole intrattenere con te.

Mi si gela il sangue nelle vene.

"Io? Vuole me?

Guardo le altre, Olga con le mani davanti alla bocca e Betta con gli occhi lucidi.

Mi prende per un orecchio e mi strattona su dalle scale.

"Non ti farà niente, basta storie per nulla.
Da domani prenderò il bastone con te e le altre, sono stanca che continuate a far storie.

Mi lascia l'orecchio pulsante e rosso in cucina.

Mi infila ai polsi due cinturini di cuoio, con un'anello in ferro.

"Dove mi vuole appendere?
Cosa devo fare, mi dica qualcosa!
Ho paura signora, lui mi odia!

Mi dà una sberla sulla testa.

"Smettila di fare domande.
Sei la sua schiava e le schiave non fanno domande.
Devi ringraziarlo invece per aver scelto te.

Ringraziarlo? Ma se Betta ha dovuto fare una settimana di isolamento per riprendersi.

Saliamo le scale, sono convinta di entrare in camera sua, invece Florence mi fa entrare in una camera che non viene usata.

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora