cap 25

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I giorni passano senza che te ne accorga.

Ho sperato che da un momento all'altro mi venissero a liberare ma questo non é accaduto e non accadrà mai.

Oggi é il 28 di agosto questo mese é volato, i padroni sono andati via due settimane in vacanza con i genitori di Catherine.

Come se ne sono andati si é rilassato tutto lo staff.

Il pomeriggio eravamo libere di uscire in giardino a prendere il sole o di sederci dietro sotto gli alberi a chiaccherare.

Si univa pure Napoli, restavamo svaccate per ore sedute sull'erba a sentirlo parlare.

Sembrava di essere in un'altro posto senza alcuna pressione.

Terence e Catherine erano spesso fuori o in piscina o a spasso con amici o soli.

Lo so perché me lo diceva Catherine.

la sera la governante ci accompagnava in una delle camere al piano di sopra e ci faceva far la doccia tutte le sere con l'acqua calda, uno spasso.

Anche il mio piede é guarito, aveva ragione Napoli, una forte contrattura e qualche nervo fuori posto.

Poi quando sono tornati é tornato tutto come prima.

Rigore e severità come prima.

Oggi sono malinconica, sono tre mesi che sono qui e anche Alessandra é convinta che ci resterò per sempre.
Non mi sa dire più niente sui miei genitori, alle mie domande sbadiglia e dice che non sa niente.
Non mi é più di alcun conforto.

Adesso sono qui fuori dalla porta in attesa di entrare da Catherine per deliziarle i piedi.
Non dovrei metterci molto, tra una mezz'ora dovrei aver già finito.

Come le sere prima.

Due o tre sere a settimana mi chiede di raggiungerla in camera di Terence.

Lui non mi guarda e se lo fa, lo fa per pochi attimi.
Quando sta con lei diventa staccato, mi da fastidio ma lo capisco, ha paura di ingelosire Catherine.

Però due parole con me le potrebbe fare.

Busso e aspetto che arrivi il permesso per entrare.

Arriva da Terence, apro la porta e mi inginocchio.

Catherine non é in stanza, forse sarà in bagno.

"Ella togliti il vestito e le scarpe.

Lo guardo é sdraiato a letto a leggere il solito libro.
Per me fa finta, a quest'ora avrebbe dovuto averlo finito da un po'.

Faccio come mi chiede e torno inginocchiata.

Non mi guarda.

"Ella avvicinati.

Cammino fino da lui e torno sulle ginocchia ancora.

Finalmente mi guarda.

"Perché non hai l'ntimo che ti ho regalato?

Apro le braccia e sorridendo gli faccio capire che non c'é l'ho punto e basta.

"Ti voglio punire per questo io te lo regalo e tu non lo metti per venire dal tuo padrone.

É serio e scazzato.

Si alza va alla scrivania prende una benda nera e torna mettendola davanti ai miei occhi.

"Per punizione resterai bendata tutta la sera.

Non è un problema penso.

Mi prende per la mano e mi fa alzare in piedi.

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora