cap 37

10.2K 315 17
                                    

Oggi sono di nuovo in lavanderia con un carico doppio di capi da stirare appesi da sabato e nel pomeriggio da lavare anche quelli di ieri.

Non mi dispiace avere tutto questo lavoro, la giornata di ieri vale la pena ad un sacrificio in più.

Dopo il pranzo abbiamo passeggiato in centro fino a sera aggrappati l'uno all'altra.
Mi sono sentita libera e felice.

Siamo rientrati dopo cena a casa, dopo aver mangiato una pizza in un locale affollato.

Mi ha fatto il regalo più bello portandomi fuori di qui.

Un ricordo meraviglioso.

Se riesco stasera me ne andrò a prendere un po' delle sue coccole.

Lui arriva come se mi avesse letto nel pensiero.

Mi cinge da dietro, mi bacia il collo e mi sussurra in un orecchio che vorrebbe aiutarmi ma non ne ha il tempo.

Lo guardo in giacca e cravatta.

Prendo la cravatta e la sistemo.

Lo bacio con tutta me e ci promettiamo di stare insieme anche stasera.

Mi impegno tutto il giorno, Florence ieri non ha messo Catherine in lavanderia.

L'ha mandata con Betta a pulire le camere così da lasciare a me l'incombenza di dover stirare e lavare da sola tutta questa montagna di cose.

In più da oggi Catherine non mi aiuta più.

Mi spiace perché un po' di compagnia non mi dispiaceva.
Ma sono contenta perché Terence adesso non si farà più riguardo a venirmi a trovare.

La giornata finisce, sono contenta, guardo il lavoro che ho svolto e me lo dico da sola che sono stata proprio brava.

Dopo cena aspetto con le altre giù in garage che arrivino le nove e mezza per andare da Terence.

Invece con lo stupore di tutte noi arriva Florence.

Sempre seria quando si rivolge a noi sottomesse.

"Ella i padroni ti vogliono parlare, signorina Catherine, Terence la desidera in camera sua.

Gira i tacchi e resto sgomenta.
Avrà fatto confusione.

Si sarà sbagliata.

Non ho il tempo di realizzare,
Non voglio subire una nuova punizione.
Vado in sala e li vedo tutti e sei seduti.

Oltre ai padroni, Napoli Florence e le due guardie, Victor e Richard.

Mi inginocchio sperando che dicano no volevamo Catherine.

La padrona si volta e mi scruta.

"Chi ti ha dato il permesso di girare nuda per la casa?

Resta in silenzio qualche secondo e poi riprende a parlare.

"Ho parlato con Terence, vi siete presi delle libertà che non mi aspettavo.
É meglio che voi non vi vediate ulteriormente.
Oltretutto Catherine sarà quel che sarà ma é pur sempre la ragazza di Terence ed é meglio che frequenti lei.
Mi spiace per te Ella ma non c'è futuro tra di voi.

Mi si gela il sangue nelle vene, mi vorrei controllare ma non ci riesco.
Le lacrime scendono senza che riesca a bloccarle.

Il padrone sorride beffardo.

"Ella é in calore Florence, é meglio tenerla al chiuso finché non le passa.

Tutti ridono, ridono come se stessero parlando della cagna da compagnia.

"se ti piace girare nuda, tra una settimana verranno qui i miei amici e potresti servirli tu!

Ridono tutti ancora, io non do retta alle sue parole, penso a Terence, penso che non lo potrò vedere più.

"Florence dice sempre il padrone.
"É meglio che la sera la rinchiuda, altrimenti potrebbe aggredire il primo uomo che le passa davanti, Napoli é in pericolo!

Di nuovo tutti ridono, sono sconvolta, Terence non mi abbandonare, aiutami.

Mi lasciano andare e torno sconvolta nella mia cella.

Florence mi segue e chiude a chiave la cella e se ne va.

"Cosa é successo Ella?

Chiede Betta preoccupata.

"Non vogliono che veda Terence, mai più.
Mi ha chiusa dentro per evitare che possa uscire di notte per andare da lui!

Piango disperata.
Betta cerca di rincuorarmi ma é inutile.

Capiscono che non ho voglia di parlare ulteriormente e mi lasciano in pace a piangere per sfogare la mia rabbia.

Vorrei parlare con Catherine, capire cosa voleva Terence da lei, ma non rientra per dormire.

Al mattino sconvolta ancora dalla sera prima, mi presento a Florence con gli occhi gonfi dal pianto e dal sonno visto che non ho dormito.

Si presenta anche Catherine.
Come restiamo sole la prendo per un braccio e le chiedo cosa le ha detto Terence.

"Ieri quando sono andata in camera sua mi ha chiesto scusa.
Mi ha detto che ha sbagliato e mi ha chiesto una nuova possibilità.
Poi ha preteso che mi fermassi a dormire con lui.

Non ho parole da aggiungere, prendo atto e bevo il caffè con le mani tremanti.

Ho voglia di andare in lavanderia e di restare sola.

Non avranno solo dormito, avranno fatto l'amore.

Mi aggrappo al lavandino in lacrime sperando che mi venga a salutare ma non verrà mai più.
Non ho fame, mangio poco, non ho più voglia di niente.

Mi rendo conto di essere dimagrita di almeno quattro cinque chili in queste due settimane che sono passate da quando mi hanno vietato di vedere Terence.

Betta mi esorta a mangiare, io le sorrido mi stringo nella spalle. Non ne ho voglia, non ho voglia di niente.
Mangio poco giusto per farle un favore.

Ciò che mi preoccupa e non lo do a vedere é che sono in ritardo di una settimana con il ciclo.

C'é solo una possibilità, sono incinta.

Deve essere successo quel giorno nel bagno mentre lo abbiamo fatto senza protezione.

Non mi sembrava fosse venuto ma non ne sono certa.

Dovrei parlare con lui, ma se non si é più fatto vivo é perché glielo avranno vietato.

Non mi aveva usato, ne sono certa, altrimenti non mi avrebbe portato fuori due volte in pochi giorni.

Vorrei andare da un dottore e farmi visitare.

Vorrei essere sicura che la creatura che porto in grembo sia sana.

Ma io voglio mettere al mondo una creatura qui dentro?

Miliardi di pensieri mi assalgono mentre mi strofino la pancia con la mano.



La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora