cap 9

20.4K 466 44
                                    

Lavoro lavoro e lavoro.
Serve, schiave, sostituibili operaie in catene.
Abbandonate da tutti i nostri cari.
Stanotte ho sognato Sam, mi veniva a liberare con l'aiuto di mio padre e di tutti i suoi amici.
Al risveglio per un attimo ho creduto che fosse vero.

Quando la governante si é presentata battendo le mani per svegliarci ho capito che l'incubo non era ancora finito.

"Allora ragazze oggi Ella si occuperà di lavare il bucato e di stirare i panni stesi ieri.
Betta tu servirai la colazione e pulirai le camere, mentre Olga darà una mano al cuoco.
Tutto chiaro? Via veloci!

Bevuto il caffè mi occupo di lavare il bucato.
Strofino i colletti delle camicie bianche, strofino fino a consumarmi le dita.
Oggi ci sono solo capi bianchi, se non riesco a togliere le macchie la governante mi farà saltare il pranzo.
Mi farà rimanere qui dentro tutto il giorno, l'altro ieri Olga si è fermata fino alle dieci per finire di stirare. Mi chiedo perché si debbano cambiare ogni santo giorno.

Più cerco di togliere le macchie di vino dalla tovaglia e più diventano grandi. Sembrano irrimuovibili.
Odo il passo leggero alle mie spalle, non mi volto, é la governante che viene a controllarmi.
Si posiziona dietro di me e mi soffia sul collo.

Mi volto, mi darà un consiglio su come togliere le macchie.
Il volto del padroncino mi scruta sorridente.

Mi inginocchio immediatamente, se mi fossi voltata lo avrei visto prima e mi sarei fatta trovare pronta.
Allunga una mano e mi fa alzare. É alto dieci centimetri più di me, forse qualcosa in più, sul metro e ottanta.

"Sei tu oggi la allegra lavandaia? riesci a lavare tutta questa roba da sola?

Annuisco con gli occhi tristi, spero mi lasci stare e se ne vada in fretta.
Mi hanno insegnato ad avere paura di loro.

Prende i capi che ho lavato, li controlla e si fa serio.

"Ti sembrano puliti Ella?

Vedo i polsini sporchi delle camicie e gli aloni sulle lenzuola, macchie che non avevo visto prima.
Scuoto la testa e l'abbasso in segno di scuse.

"Passami la saponetta, voglio vedere se sono più bravo di te a fare il bucato.

Allungo la mano tremante, non voglio credere ai miei occhi, il padroncino mi sta aiutando con il bucato.

Strofina come un dannato, ci mette tanto di quell'impegno che lo vedo sudare.
Io rimango a guardarlo mentre lungo la schiena una piacevole sensazione mi assorbe totalmente.

Solleva i capi che ha lavato e me li passa per sciacquarli.
Non si sofferma a lavare quelli che io avevo già lavato, li lava tutti.
Lui strofina e io risciacquo, sembra che il nostro sia un gioco di squadra.

In metà tempo tutto il bucato é lavato e steso.

Vorrei potergli dire grazie, vorrei che mi autorizzasse a pronunciare una sola parola. Grazie.

Mi guarda e sorride, io sorrido ed é un sorriso spontaneo.

"É stata una bella faticaccia ma c'é l'abbiamo fatta, siamo una coppia vincente!
Però sei in debito con me, ti ho risparmiato una severa punizione da parte della signora Florence.
Stasera ti aspetto in camera mia finiti i tuoi lavori.

Si fa serio.

"Stasera ti punirò per la tua superficialità.
Sai qual'é la mia camera?

Annuisco di nuovo, il mio sorriso svanisce per lasciar spazio alla preoccupazione di dover rimanere sola con lui.

Il suo aiuto però si rivela provvidenziale, la governante viene a verificare e trova tutto lavato e steso mentre io sono già attiva sull'asse da stiro.

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora