cap 33

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La macchina fila veloce tra i lampioni che illuminano a giorno la città.

"Non mi sembrava il caso di restare a casa visto che ti sei fatta cosi bella.

"Ma non hai paura che io possa scappare e chiamare la polizia?

Terence sorride.

"Mi sono preso la responsabilità, non credo che tu abbia voglia di rovinare la serata.

Metto una mano sulla sua gamba.

"Non rovinerò la serata, scusami per questa mia frase idiota.
Non c'é posto dove vorrei stare se non qui con te.
Ma non hai risposto alla mia domanda, dove sei stato stasera?

"A giocare, a basket.
E adesso ho una fame che mangerei pure te.

Mette la sua mano sulla mia gamba e mi fa gemere.

L'accarezza tutta fin dove arriva con la mano.

"Dopo quando torniamo a casa preparati, mi dovrai ripagare per questa uscita.

Stringo la sua mano sulla mia gamba.

"Tutto quello che vuoi padroncino Terence!

Sorride malizioso.

"Non ti farò sconti.

"E io non li voglio!

Poi cambia discorso e mi chiede.

"Preferisci una pizza o hamburger?

"Decido io allora?
Un'hamburger visto che avrei già cenato.

Andiamo da McDonalds, le scarpe di Catherine mi vanno un po' strette ma non devo camminare molto.
Mentre passeggiamo incontriamo due poliziotti, mi stringo a Terence mentre mille pensieri mi passano per la mente.

Ho voglia di godermi la libertà con lui, potrei chiedere aiuto e tornare libera, ma cosa sarebbe di Betta e Olga?
Le farebbero sparire prima dell'arrivo della polizia.

Io tornerei a casa e vivrei ogni giorno col pensiero di averle mandate a morte certa per il mio egoismo.

I miei pensieri svaniscono una volta entrata dentro.

Mi sento persa in mezzo a tutta quelle persone dentro a McDonalds, stento un sorriso e mi rendo conto di quanto é bella la confusione.

I ragazzi mi guardano e sento i loro commenti come li sente Terence.

Vorrei pavoneggiarmi come facevo un tempo ma non mi importa niente, lo tengo per mano e appoggio la testa sulla sua spalla per dimostrargli che non ha di che preoccuparsi.

Ordiniamo da mangiare e ci sediamo.
Sono felice e mi guardo attorno come se non avessi mai visto un fast food.

"Hai voglia di fare due passi in centro dopo?

Faccio una smorfia.

"Mi fanno male i piedi ma non rinuncio a nulla stasera.

"Facciamo un giretto breve, c'é freddo e non abbiamo preso neanche un giubbino per te.

Ho freddo fuori ma non lo dico.
Mi aggrappo a Terence e me lo coccolo.

Mi scalda tenendo un braccio sulla spalla.

"Levami una curiosità, ma dove siamo?

"Non sai dove sei?

"Ultimamente non sono uscita spesso, perdona la mia pigrizia.

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora