cap 43

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Ho il tempo di scendere giù in garage per darmi una rinfrescata alle ascelle e per prendere della nuova biancheria.

Florence non mi permette di tornare in camera per prendere il collant e le scarpe.

Gode nel vedermi in difficoltà.

Oggi si fermeranno per pranzo, ma poi tutti torneranno a casa loro e si potrà tirare il fiato.

Fino alle undici ho l'ordine di stirare e lavare, poi mi aspettano in cucina per preparare i tavoli e servire.

Alle dieci, dopo aver fatto colazione Catherine si presenta da me in lavanderia.

É seria e determinata sia per come cammina che per come mi guarda.

Appoggio il ferro e la guardo senza mostrare rispetto.

"Cosa vuoi Catherine?

"Sono venuta a dirti che la nostra amicizia finisce qui.
Sei una falsa ipocrita e ti odio.

Rido dei suoi insulti.

"Ti ho fatto un regalo che non ti meriti, lo so che sbavi sulle sue gambe come una lumaca.
Lasci il segno quando ti muovi!

"Non sai quello che dici bella!

Si avvicina e mi vorrebbe mollare una sberla.

"Dammela se ti fa sentire meglio!

"Non mi piace picchiarti, ti ho fatto un sacco di regali e tu mi ringrazi dicendomi che ti pieghi ma non mi darai soddisfazione!
Non lo meriti uno come Richard, meriti di essere violentata!

La guardo e come al solito non la capisco.

"Perché come lo chiami il rapporto che mi hai regalato? Amore forse?

"Avevi bisogno di essere spinta.
Adesso sbavi con lui, un grazie me lo sarei aspettato.
E adesso sono venuta a prendermelo.
Toglimi le scarpe e leccami i piedi.
Subito sciocca serva!

La guardo e rido.

"Non ti lecchero più, sparisci prima che perda la pazienza.

"Lo dirò a Florence e vedremo.

Esce e le sue ultime parole mi fanno temere il peggio.

Se torna con Florence oltre a prenderle le dovrò fare pure la pedicure con la lingua.

Invece non viene nessuno.

Alle undici vado in cucina e Betta mi ragguaglia su ciò che ha sentito in mattinata.

"Domani pomeriggio Terence e Catherine andranno ad Aspen per festeggiare l'anno nuovo.
É stato il padre di lei a regalargli il viaggio.
Ha pagato il debito con il padre di Terence e adesso sono di nuovo amici.

Mi crolla il mondo addosso.

Servo ai tavoli senza collant e con le scarpe col tacco.

Mi sento nuda rispetto a Betta e vulnerabile.

Richard mi palpeggia ad ogni passaggio, mi fa sempre più schifo.

Dopo pranzo Florence si rende conto che abbiamo bisogno di riposare.

Ci concede quindi tre ore di pausa in cambio di farci lavorare fino a tardi stasera.

Tutti se ne vanno e torna la pace in casa.

Anche i guardiani tornano nella loro casetta e non li dobbiamo più servire, apparte Richard.

Salgo le scale, mi tolgo le scarpe davanti alla porta per non disturbarlo perché starà sicuramente dormendo.

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora