cap 11

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Passo il pomeriggio a pensare a quanto sono stata un'illusa.
Pensavo di poter scappare con facilità, niente di più falso.

La domestica si é inventata di cambiare le tende di tutte le stanze pur di tenermi impegnata.

Per lei io sono diventata la nuova lavandaia, ogni giorno non faccio altro che lavare stendere e stirare.

Mi consola il pensiero che stasera me ne andrò dal padroncino, non rispetterò le regole, gli voglio chiedere il suo nome e voglio che mi dica tutto ciò che conosce su questa casa.

Mi dovrà dire che fine hanno fatto anche le altre ragazze, per quello che mi riguarda il gioco é finito.

Lavo le tende ugualmente e non so neanche perché lo faccio, probabilmente lo faccio per Ella, me stessa.

Se non lo facessi la metterebbero in punizione, sorrido tra me e me, sono in conflitto con me stessa.

Dopo cena, la governante ci liberà, vado nel garage con Betta e Olga.

Betta ci racconta di quello che ha sentito a tavola dai padroni e di quel poco che ha sentito dalla televisione, poco di rilevante, io mi guardo le unghie delle mie mani, il mio bel smalto rosso é svanito e sembrano le mani di una vecchia.

Domani chiederò alla governante di fare un po' a cambio, non posso tenere le mani in amollo tutto il giorno.

Mi scuso con Betta e Olga per non essere più di compagnia, ho bisogno di rinfrescarmi sotto la doccia.

Vado a prendere della biancheria pulita, da domani la dividerò perché non riesco a distinguere le mutande mie da quelle delle altre, l'idea di prendere su le prime che mi vengono in mano, senza sapere se erano state usate da Olga o Betta mi comincia a dare fastidio.

Scelgo quelle messe meglio e un reggiseno meno ingiallito degli altri.

Entro nello sgabuzzino chiamato bagno ed entro in doccia.
Mi tocca lavarmi a pezzi visto che l'acqua é fredda, ma ciò che più odio é lavarmi con il sapone da bucato.

Mai fatta una doccia più in fretta di questa, infilo il mio abito da serva e saluto le ragazze.

"Il padroncino vuole vedermi anche stasera, spero non mi faccia fare la cagna come ieri.
E oggi la governante mi ha fatto vedere che é impossibile scappare Betta.

Betta si stringe nelle spalle.

"Lo sapevo già che non é possibile scappare, restiamo unite e vedrai che ci faremo forti l'una con l'altra.

Mi abbraccia e mi bacia sulla guancia.

"Ti auguro di non fare la cagna, spero che ti faccia fare qualcosa di più umano.

Sorrido ed esco, speriamo di non farlo arrabbiare con le mie domande.

Salgo le scale facendo attenzione a non perdere le scarpe, sono di due taglie in più e anche se non l'ho mai detto sembrano due ciabatte, se ne tagliassi il retro non cambierebbe nulla.

Arrivo in cucina e trovo la governante che cerca qualcosa nel frigo.

Si accorge di me, chiude il frigo tenendo una bottiglia di vino in mano.

"Dove stai andando a quest'ora Ella?

"Il padroncino mi ha chiesto di andare da lui finito il mio turno.

"Non penso proprio, se avesse voluto intrattenersi con te, me lo avrebbe chiesto.
Adesso gira i tacchi e va a letto signorina.

"Mi spiace per lei, ma io non ho voglia di andare a letto, se il padroncino vuole vedermi io ci andrò, glielo chieda, vedrà che ho ragione!

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora