cap 46

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Veniamo accompagnate in caserma dove vogliono essere sicuri di non sbagliare persone.

Alessandra Stevens alias Ella.

Lisa Miller alias Betta.

Linda Ivanovic alias Olga.

Dopo aver appurato che siamo realmente le tre che stavano cercando ci interrogano separate per far luce su ciò che é successo in quella casa.

Dopo Betta arriva il mio turno.
Dopo le domande di rito il comandante della caserma mi chiede di indicare chi era più o meno colpevole.

Indico il padrone del quale non conosco neanche il nome e sua moglie, dico che ci era vietato parlarci insieme.
Dico che Florence la governante pur di assecondare il padrone era disposta a tutto.

Le guardie erano sei e il più bastardo tra loro era un certo Richard.

Terence il figlio era l'unico che si impegnava per alleviarci le sofferenze della prigionia.
Una brava persona che non merita di stare in prigione.

Lui mi guarda storto e dice perché ci sei andata a letto giusto?

Divento rossa come un peperone, non credo che Betta gli abbia raccontato i fatti miei.
Dico no scuotendo la testa.

"Strano da come ne parli sembri la sua ragazza, poi?

Napoli il cuoco simpatico e disponibile non ci ha mai fatto un torto.

Dopo l'interrogatorio ci mettono in cella in attesa che uno dei nostri cari ci venga a riprendere.

Passiamo un intera mattina a parlare tra di noi promettendoci di non perderci di vista una volta fuori.

Il tempo non passa mai, ci sembra di essere prigioniere più di prima.

Camminiamo avanti e indietro nella cella.
Betta vorrebbe bere un caffè, anche Olga e io vorremmo un caffè.

Non ci offrono niente.

Olga sembra la più alterata da questa situazione.

Nessuno ci dice niente, passano davanti alla cella e veniamo ignorate ad ogni passaggio.

Nella cella ad ora di pranzo entrano due prostitute pizzicate sulla strada mentre rimorchiavano gli automobilisti.

Escono prima di noi come se fossero degli angeli rinchiusi per sbaglio.

Una di loro prima di uscire ci deride chiedendoci se siamo legate ad una confraternita di lesbiche perché vestite uguali e rasate.

Olga la vorrebbe prendere a botte per scaricare la tensione.

Betta la trattiene per un braccio e restiamo sedute vicine come sorelle tenendoci per mano.

Sotto alla panca ho sempre con me il sacchetto con il vestito di Terence.

Lui é qui da qualche parte.
Ho chiesto ad un poliziotto di poterlo vedere ma non mi ha degnato di una risposta.

L'impressione che ci danno é di essere complici di quella famiglia di sadici.

Olga si sforza di parlare, cosa che aveva fatto sempre di rado.

Storpia molte parole e questo l'ha sempre bloccata rinunciando a dire la sua.

Mi spiace di non vederle più dopo tanto tempo trascorso insieme.

Betta si toglie la collana che le ha regalato Catherine e vorrebbe gettarla.

La fermo! Dico di non farlo, noi saremo sempre Ella Betta e Olga.

"Tienila di ricordo Betta!

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora