cap 19

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Nel ripostiglio c'é un paio di scarpe che quando sono arrivata mi andavano troppo strette.

Non c'è ne sono altre, piego il retro della scarpa e le uso a mo di ciabatte.

Mi vanno maledettamente strette, se con le altre facevo fatica a camminare per non perderle con queste é quasi impossibile camminarci, ad ogni passo le devo ricalzare.

Metterò anche questo sul conto di Terence.
Se mi avesse chiamata cagna mi avrebbe offeso meno.

Oltretutto non ho dormito niente stanotte, l'idea di dover subire l'estrazione dei miei denti incisivi mi ha tenuta sveglia.

Tutto questo perché non devo dimenticare di essere una schiava priva di dignità.

Poi ho pianto nell'immaginare Terence mentre faceva l'amore con la sua ragazza.

Se si é arrabbiato con me per qualcosa avrebbe potuto dirmelo.

Comunque non me ne starò ferma ad aspettare che mi facciano del male.
Mi difendero con tutte le armi che possiedo.

Ho comunque una speranza che si chiama Terence.

Per tutto il giorno lo cerco sperando di potergli parlare.
So che é vietato ma é l'unico che può aiutarmi.

Non ricevo molto da lui, é sempre insieme a Catherine e non mi guarda di striscio.
Sembra che sia d'accordo con suo padre.

Verso sera ho la possibilità di parlare con la governante.

La fermo mentre si sta recando a cena coi padroni.

"Signora é riuscita a parlare con il padrone?

Senza fermarsi più di tanto mi dice.

"Ella non ho tempo per i tuoi capricci.

Mi lascia li sul posto distruggendo ogni mia piccola speranza.
Alessandra esce da me e dice che avrei dovuto prima chiederle come stava Betta.
Poi magari si sarebbe soffermata un minuto.

Ho vissuto tutta la giornata con l'angoscia sperando di poter ricevere conforto da qualcuno.

L'unica é stata Olga che mi ha tenuta stretta a sé e mi ha aiutato nelle faccende domestiche.

Esausta, stanca vado a dormire, mi addormento quasi subito dallo sfinimento.

Al mattino mi sveglio con l'angoscia, oggi é il giorno in cui mi faranno tanto di quel male da cambiare in modo irreversibile e senza speranza la mia vita.

Anche se dovessi essere liberata domani non sarei più quella di prima.
Sarei diversa e irriconoscibile.

La governante entra e spero che mi dia una buona notizia.
Mi metto in fila con Olga e ascolto i comandi che dovrò eseguire oggi.

"Olga oggi ti occuperai delle colazioni e poi delle camere.
Ella tu...

Tace prende tempo.
Tiene la bocca chiusa facendo smorfie con le labbra tenendo lo sguardo serio sui piedi di Olga.

"Ella tu... aspettami qui.

Il mondo mi crolla addosso, piango in silenzio, salgono per far colazione, io non ne ho voglia, ho voglia di morire.

Mi dispero andando fino in fondo al garage, grido forte, più forte che posso.
Lo prendo a calci sperando che si apra.

Mi siedo per terra e piangendo aspetto.

Non passano tanti minuti come l'altra volta.

Alcuni passi attirano la mia attenzione, Victor e Richard vengono verso di me.

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora