cap 1

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La campanella suona la fine delle lezioni, oggi é stata una noia mortale, ma adesso posso rilassarmi un ora con Sam in pausa pranzo.

Nel refettorio mi starà già aspettando con il piatto freddo che gli ho detto di prendermi per pranzo.

Lo vedo seduto,lui mi vede e sorride.
Prima di sedermi lo bacio con passione lo amo e uso un pizzico di malizia perché tutte possano vederci.

Mi siedo e sorrido, accavallo le gambe e mostro i miei piedi curati con le unghie rosse, sfilo un sandalo con il tacco da cinque centimetri e lo muovo libero nell'aria.

Sposto una ciocca dei miei capelli mentre passa la secchiona con gli occhiali rotondi.

"Sam la secchiona é piu brutta del solito oggi, chissà se si é fatta una doccia ieri, dall'odore non si direbbe.

Rido, mi sta antipatica e probabilmente é un sentimento reciproco.

"Non essere cosi severa Alessandra, non puzza, é il suo odore non é colpa sua.

"Per me non si lava, sarei curiosa di sapere chi se la sposerà.

"Diventerà dottoressa come te e sceglierà un collega, magari un po' più vecchio.
La tua é invidia.

"Cosa? Io invidiosa di quella li?
Ne di lei ne di quelli che le stanno seduti insieme.

Mangio e chiacchero con Sam di tutto quello che mi pare, lui é il quarterback della squadra di football della scuola e tutte ci sbavano sopra.

Questo é l'ultimo mese dell' ultimo anno di college.
Abbiamo deciso di andare a convivere vicino ai miei genitori, finita la scuola, ho un appartamento libero tutto mio.

Sam vuole venirci anche perché la squadra della mia città Atlanta gli ha fatto un contratto, sicuramente c'é lo zampino di mio papà.

Conosce tutti ad Atlanta, in questo inverno gli ha fatto fare un provino e lo hanno preso nella squadra delle riserve.
Un anno di purgatorio e poi sono convinta che passerà in prima squadra.

Mi alzo quando mancano dieci minuti alla fine della pausa, e mi siedo sulle sue gambe.

I ragazzi intorno mi guardano, mi osservano, vorrebbero le mie coccole per loro, ma sono degli sfigati.

Sfigati loro e le ragazze che pranzano con loro, neanche capaci di vestirsi, ne salverei cinque al massimo.
Le altre potrebbero diventare mogli di operai.

Non lo so perché penso queste cattiverie, probabilmente perché sono sempre stata un gradino sopra a tutte.
Non mi sono mai posta freni inibitori, le attenzioni che ho sempre ricevuto mi hanno fatto diventare quella che sono.

Sfilo i sandali, intreccio le gambe e bacio sul collo il mio principe, bello e statuario, con i capelli castano chiaro.
Strofino i piedi per farmi notare e dar loro motivo di eccitarsi con me, alzo un po' la gonna bianca e rossa e mostro loro le mie ginocchia abbronzate e depilate.

Penso tra me e me guardatemi ma non toccatemi io non sono alla vostra portata.

Sono bella, bionda da quando avevo dodici anni.
Una mattina ho deciso di farmi bionda anche se mia mamma non voleva, ho insistito finché non ha ceduto e mi ha portato dalla parrucchiera, volevo assomigliare a Madonna e ci sono riuscita.

Adesso a vent'anni non mi manca niente, ho tutto, anche un cospicuo conto in banca.

Prendo in bocca il lobo di Sam e gli sussurro nell'orecchio.

"Amore stasera mi insegneresti qualche altra regola di football sul mio lettone, ho un completino intimo in pizzo bianco che ho preso ieri da farti vedere.

Sorride, mi accarezza i capelli e io lo bacio sulla bocca.

"Stasera ti insegno qualche regola, con e senza completino, adesso però smettila di fare la gattina amore ci stanno guardando tutti.

Mi alzo, sistemo la gonna e infilo i sandali. Sistemo i miei lunghi capelli che mi fanno assomigliare ad una leonessa.

Ho giusto il tempo di allontanarmi di un passo che sei sette ragazzi compagni di squadra mi portano via il mio Sam, non mi bacia, mi saluta con una mano e fa segno a stasera.

Mi guardo attorno in cerca di Milli la mia migliore amica, ma oggi non c'é, strano, domani le chiederò perché.

Vado a sorbirmi le tre ultime ore di scuola e poi a casa a prepararmi per stasera.

Mentre il prof ci spiega i vari effetti che ha sul clima l'effetto serra, io totalmente disinteressata penso che ho finito i profilattici.

Mi devo fermare a prenderli da Wal-Mart lungo la strada, ci devo pensare io Sam si vergogna.

A me non fa ne caldo ne freddo, anzi mi piace mettere in difficoltà il commesso di Wal-Mart, é carino ma impacciato da morire, ogni volta che mi vede mi saluta e poi scappa.

Anche oggi é finita, saluto Aurora una delle poche che si salvano e insieme percorriamo la strada che mi porta fino alla macchina.

Lei dorme al campus mentre io ho un appartamento che mi ha preso il mio papà, ancora un mese e poi lo dovrò liberare, peccato.

Mi devo ricordare di telefonare a casa per salutare il mio fratellino di quindic'anni anni Thomas, sono legata a lui con tutta me stessa guai se gli succedesse qualcosa.

Salgo sulla mia mini bmw bianca con gli specchietti rossi e vado diritta da Wal-Mart.

Immagino la faccia del commesso quando mi vedrà pagare i profilattici. Rido da sola e parto fiera e raggiante.

Ciao a tutte.

Vi invito a leggere dopo che avrete finito con la mia ovviamente anche la storia della mia amica biancascura che ha scritto un racconto dal titolo Anna. Molto interessante. Consigliato!

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora