cap 28

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Ho indossato l'intimo rosa in pizzo e sono dietro alla porta.

Non vedo l'ora di entrare e poter stare con lui.

Di Catherine adesso non mi importa niente, anzi sono contenta che non ci sia.

Busso con il cuore in gola e attendo.
Smanio dalla voglia di entrare.

Non mi risponde subito, mi fa attendere qualche secondo di troppo.

Il permesso ad entrare arriva ed entro lentamente come se la cosa non mi importasse.

Richiudo la porta e mi inginocchio guardando dove sta il mio padroncino.

É seduto sul letto in jeans maglietta bianca e infradito.

Mi guarda ammirandomi. Sorride con la bocca chiusa e i suoi occhi marroni maliziosi mi spogliano da capo a piedi.

"Hai voglia di giocare Ella?

Guardo il pavimento, me la tiro, riporto il mio sguardo su di lui e annuisco.

"Togliti il vestito e le scarpe, voglio vedere se hai messo l'intimo che ti ho regalato.

Mi spoglio come mi ha chiesto e ritorno in ginocchio.

Mescola un mazzo di carte e sorride.

Sorride di nuovo a denti stretti con uno sguardo di chi può chiedere quello che vuole.

"Vuoi rischiare la sorte?

Non capisco a cosa si riferisca ma annuisco sorridendo.

Si alza viene verso di me e si inginocchia a pochi centimetri dal mio corpo.

"Il gioco sarà semplice, io mescolo le carte, più alta sarà la carta che pescherai... e più alto sarà il pegno che dovrai pagare.

Ti sta bene?

Annuisco tenendo le mani sulle ginocchia.

É tutto il giorno che sogno questo momento.
Che sogno di passare la serata con lui.

Non mi importa che pegno dovrò pagare, adesso sono tranquilla.
Con Terence non mi può accadere niente.

Sorrido e allungo la mano per prendere una carta dal mazzo.

Dentro di me spero sia un numero alto, ho voglia di impegnarmi il più possibile.

Estraggo la carta e l'appoggio sulla gamba senza guardarla.

Non mi importa che numero ho preso, é qui che voglio essere.

Mette per terra le altre carte e insieme prendiamo la carta sulla mia gamba.

La giriamo insieme, l'otto di quadri.

Avrei sperato fosse di cuori.
Il colore per un'attimo mi ha illusa.

Si alza, torna sui suoi passi.
In piedi dall'alto verso il basso mi guarda sorridendo di nuovo a denti stretti.

"Allora, non dovrò farti troppo male ma neanche essere troppo gentile.

Cammina verso la scrivania e dice.

"Questo no, questo neanche, questo si!

Estrae un pennarello nero.

Lo rigira tra le dita e me lo fa vedere.

Torna verso di me, si toglie le infradito e si inginocchia a pochi centimetri dalle mie labbra.

Toglie il tappo dal pennarello e lo riattacca dietro.

"Ella ti ho mai detto che le donne mi piacciono con i baffi.

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora