cap 10

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Al mattino non faccio altro che pensare alla piacevole ora che ho passato la sera prima, ero preoccupata di subire nuovi soprusi, invece non vedo l'ora di poter tornarci di nuovo.

La governante o signora Florence che dir si voglia, mi ha mandato in lavanderia a lavare i capi colorati, e a stirare quelli che io e il padroncino abbiamo lavato ieri.

Non dovrei metterci molto, ma a dir la verità mi scoccia fare questi lavori, adesso che ho metabolizzato questo ambiente non sono più disposta a sottostare a queste regole, sarà perché ieri ho avuto modo di conoscere il carattere del figlio dei miei rapitori, sarà il mio carattere che torna ad emergere.

Stasera ho voglia di parlare con lui voglio capire come poter andarmene da qui, del resto credo che sappia pure lui che io non posso rimanere qui ancora allungo.

É solo questione di giorni, mio papà riuscirà a trovarmi e mi porterà fuori di qui.

Resisti Ale mi dico, vedrai che tempo una settimana questo posto verrà raso al suolo, tornerò qui con Sam per visitarlo come si fa con i musei.

Strofino i pochi capi che ho da lavare quando entra la governante.

Mi sembra preoccupata, vorrei chiederle cosa c'é che non va, non riesco ad aprir bocca che dietro di lei spunta il padrone, tutta la sicurezza che avevo svanisce in un lampo.

Mi inginocchio all'istante mentre lui viene verso di me.

Si ferma davanti a me, serio e duro in volto con una ruga profonda sulla fronte.

"E cosi , io compro una bionda e dopo una settimana poco più, mi ritrovo con una ragazza dai capelli castani.
A me queste cose non piacciono, non sopporto di essere preso in giro.

Guardo la governante, lei si stringe nelle spalle e mi fa segno di restare calma.

Mi afferra per un braccio e mi mette in piedi di fronte a sé.

"Come ti sentiresti se dopo aver comprato un paio di scarpe, una volta tornata a casa ti ritrovassi un paio di scarpe diverse?
Ti sentiresti presa in giro non é vero?

Cosa sono per lui, un paio di scarpe.

Allunga le mani verso i bottoni del vestito, li sbottona ad uno ad uno, rimango immobile con il cuore in gola, non ho il coraggio di oppormi.

"Volevamo una figlia bionda e visto che mia moglie non ne può avere me l'avresti data tu.
Adesso ne dovremo comprare un'altra cazzo!

Sono spaventata da quelle parole, questo mi voleva perché gli sfornassi una figlia bionda.

Allarga il vestito in modo violento, odo il rumore di uno strappo, in un attimo lo fa cadere ai miei piedi, il suo volto é duro e contratto.

" Apparte il fatto che sei una bugiarda, voglio vedere cos'altro ho comprato.

Mi volta prendendomi per le spalle, sgancia il reggiseno e mi obbliga a sfilarlo, poi si china e abbassa le mie mutande.
I miei occhi si gonfiano di lacrime, vorrei poter scappare.

Raccoglie i miei indumenti e li getta nel lavandino dove stanno i capi da lavare.

"Signora Florence, lei lo sa che odio le bugiarde.

Lei annuisce, non fiata, ha paura come me.

Appoggia le mie mani sul bordo del lavandino, appoggia la sua mano sulla mia testa e la abbassa fino a farmela appoggiare alle mani.

Guardo la governante, ha le mani davanti alla bocca.
Una violenta sculacciata, mi attraversa tutto il corpo, poi un'altra e un'altra ancora.
Arrivano a raffica, cattive e dolorose.

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora