cap 69 epilogo

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Per prima cosa mi sono licenziata dall'ipermercato, ho riconsegnato i loro indumenti e mi sono sentita più leggera.

Mi sono laureata vestendo la tunica nera e ho lanciato al cielo il tocco davanti a tutti i miei cari.

L'unica persona che davvero ho cercato con gli occhi era Terence.

Mi é stato vicino per tutto il periodo.
Mi accompagnava e mi veniva a prendere ogni giorno.

Mi ha aiutato a studiare altrimenti non avrei potuto giocare come voglio io.

Non mi ha lasciata per neanche un minuto.

I miei capelli sono arrivati fino al collo e mi sono ripromessa che non tornerò mai più bionda com'ero prima.

A vedermi laureata oltre a zii e nonni sono venuti anche Sam con la sua nuova ragazza, quella dai lunghi capelli neri un po' bruttina a mio parere.

Anche Nicolas e Catherine sono venuti a vedermi.
Da quando si é messa con lui siamo diventate buone amiche seppellendo il passato e la sua finta gravidanza.

Terence non poteva convivere con me ad Atlanta, lui doveva aiutare sua mamma andandola a trovare con regolarità.

Io l'ho capito e l'ho seguito a Chicago.

Anche i miei hanno capito e mi hanno permesso di seguirlo con la promessa di farmi sentire con regolarità.

Ho aperto tre lavanderie in centro e Terence mi aiuta a gestirle, faccio un sacco di soldi più di quelli che guadagna mio papà.

Ora vivo e sono la padrona di tutta la villa.

Ho fatto togliere le celle dal garage apparte una la mia, dove ogni tanto torno vestita da serva aspettando che Terence mi venga a trovare.

Ho assunto una serva e un giardiniere per tenere in ordine il giardino.

Io sono la cuoca, la governante e la padrona allo stesso tempo.

Ho comprato una lavastoviglie e una lavatrice.

Mi affaccio alla finestra del corridoio del piano di sopra a guardar fuori.

La serva si presenta a me inginocchiandosi senza proferir parola.

"Domani saranno qui due mie care amiche, vedi che le loro camere siano in ordine e che non manchi nulla capito?

Batto la mani, annuendo parte a razzo a controllare che tutto sia in ordine.

Ho imparato che le buone maniere vanno rispettate e con quello che la pago sono anche troppo buona!

Una leggera nevicata inizia a scendere.

Una giovane Ella si avvicina a me e dice.

"É bello vedere la neve scendere.

Le sorrido e la prendo sotto braccio.

"La neve emoziona ad ogni età Ella!

Cosi mi aveva risposto Florence quella volta.

Domani sarà Natale e ho invitato Olga e Betta a passarlo con me e Terence.

Catherine e Nicolas sono qui già da una settimana e ho idea che non se ne andranno prima dell'epifania.

Non mi danno fastidio anche se mi sembra di averli adottati.

Oggi Terence mi ha promesso che mi prenderà quel regalo che gli ho chiesto, solo che é in ritardo e mi arrabbiare.

Catherine e Nicolas mi raggiungono in corridoio.

"Mi sembri nervosa Ella cosa c'é?

"Terence é in ritardo e ciò mi fa arrabbiare!

"Vedrai che adesso arriva, non lo hanno di certo rapito!

Sorrido a Catherine mentre i fanali della sua macchina illuminano il cancello automatico.

Senza aggiungere altro scendo le scale mentre una giovane Ella sale con trepidazione.

La guardo mentre si mette le mani al petto e sospira.

Bussa e aspetta l'invito ad entrare, sorrido a quella visione.

"Non preoccuparti Ella non te lo porta via nessuno!

Scendo le scale mentre la sua macchina parcheggia sul ghiaino.

Entra tenendo per mano un sacchetto di carta.

Mi abbraccia e mi bacia come se fosse la prima volta.

"Hai preso quello che ti ho chiesto amore?

Sorride e annuisce!

Tenendolo per mano lo accompagno in camera sua che è diventata la nostra adesso.

Appoggio il sacchetto sul letto e prendo la scatola che sta dentro.

La apro con ansia mentre lui sorridente mi guarda buttando il suo cappotto sul letto.

Ha preso quello che gli ho chiesto.

Tolgo il maglione, tolgo la canottiera e il reggiseno.

Scalcio le scarpe col tacco e sfilo la gonna.

Tolgo il collant e in mutandine lo bramo.

Io vesto sempre con la gonna e il tacco alto perché sono la signora Duvall e la signora Duvall deve sempre presentarsi come si deve.

Mi indica di togliere le mutandine senza parlare.

Non me lo faccio ripetere.

Le tolgo e infilo il suo cappotto
abbottonando ogni bottone.

Torno verso la scatola con il cuore in gola e infilo le scarpe che mi ha preso.

Rosse con un tacco vertiginoso.

"Dove mi porti padroncino?

"É un segreto Ella, ma per dove andremo ti dovrai togliere il cappotto!
Sei sicura di volerlo fare?

Annuisco e camminando sui tacchi alti mi avvicino al suo comodino.

Rovisto tra le sue cose in cerca di qualcosa che avevo messo dentro qualche tempo fa.

"Sono sicura di averlo messo qui?
Lo hai preso tu per caso?

Mi volto e lo guardo mentre dalla sua mano penzola il mio perizoma nero trasparente.

"Non si sa mai Ella!

Lo guardo, lo metto nella tasca destra del cappotto e lo bacio sulla bocca.

"Non si sa mai padroncino!
Comunque... nessun... limite...

Tenendolo sotto braccio usciamo dalla nostra camera.

Mi guardo attorno e mando un bacio a chi mi ha voluto male e uno a chi mi ha amato!

Chiudo la porta della camera e mando un bacio a tutti da ELLA.

CIAO A PRESTO!


La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora