cap 57

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Mi presento come lui mi vuole, in lingerie e tacchi alti.

É seduto con le gambe chiuse sulla sedia di prima e mi invita a sedermi sopra di lui.

Mi siedo sulle sue gambe e non riesco a trattenere una lacrima mentre gli porgo la mano con l'anello.

Con i polpastrelli dell'altra mano mi asciugo la lacrima, mentre lui prende la mano con l'anello e mi ammira vestita solo dell'intimo.

"Era il minimo che potessi regalarti.
Voglio che tutti sappiano che sei la mia regina!

Non so cosa dire anche se di parole ne avrei tante.

Lo bacio e lui ricambia con passione.

Restiamo seduti cosi baciandoci mentre le sue mani mai invadenti mi massaggiano la schiena.

Da prima sulla seta della canottiera poi sotto per sentire la mia pelle col palmo delle sue mani.

Io lo accarezzo infilando le dita tra i suoi capelli massaggiandone la cute per dargli il massimo del piacere.

Chiude gli occhi e si gode il momento.

Si sta facendo tardi e dobbiamo ancora cenare.

Non ho fame se non di lui, ma abbiamo tutta la notte per stare insieme e non voglio giocare tutta la sera in casa.

"Non mi porti a cena come mi avevi promesso?

Sussurro maliziosamente.

"Se ti vai a vestire ti porto dove vuoi.

Dice piegando la testa di lato sorridendo con gli occhi.

Mi guardo intorno, vedo il suo cappotto sul divano e mi viene un'idea.
Mi alzo dalle sue gambe e vado ad infilarlo.

Mi volto lo guardo.

"Sono pronta.

Dico mentre lo abbottono.

"Ma vuoi uscire cosi?

Sorrido.

"Sul biglietto c'era scritto che dovevo accontentarmi.

Sorride.

"Guarda che ti prendo in parola.

Tengo lo sguado basso, so di avere le guance arrossate mentre mi appoggio alla maniglia della porta.

Dentro a questo cappotto mi sento tutt'altro che nuda.

"Ti ci vuole tanto perché io avrei fame.

Si alza, prende la via della camera e ritorna infilando un giubbino nero che lo copre fino in vita.

Raccolgo la mia borsa da terra e mi eccita l'idea di uscire indossando solo l'intimo e il suo cappotto che mi copre dal collo in giù fino alle ginocchia.

"Non metti neanche le calze?

Con le guance rosse e lo sguardo perso mi stringo nelle spalle.

"Per giocare non servono le calze.

Apro la porta ed esco mentre Terence mi abbraccia da dietro e mi coccola tenendomi stretta.

"C'é freddo fuori!

"Ma se mi tieni stretta non lo sentirò.

Non devo fare molta strada fuori.
Non resterò al freddo e se avrò freddo so chi mi scalderà.

So di eccitarlo e questo eccita anche me.

L'aria della notte filtra da sotto dentro al cappotto e mi fa gemere in silenzio.

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora