cap 41

11.3K 286 29
                                    

Esco da li con Catherine al mio fianco felice e orgogliosa per avermi regalato uno stupro.

Lei crede che io sia una facile e che vada con tutti, altrimenti non mi spiego come possa pensare che io sia contenta di essere finita tra le braccia di Richard.

Vorrei darle uno schiaffo da girarle la faccia dall'altra parte.

Sorride e io mi rendo conto che non lo fa apposta.

Nella sua mente bacata mi vede come una serva, nata serva e bisognosa di avere un'uomo con il quale scopare.

"Ella raccontami com'é stato?
É un bel uomo e ti tratterà bene vedrai, ma dimmi hai raggiunto l'apice?

Entro in camera di Terence e non le rispondo.

Tolgo le sue scarpe e vado in bagno per fare una doccia.

Non le chiedo il permesso, non lo voglio.

Accendo l'acqua calda mentre lei é li che mi guarda aspettandosi una risposta.

Prendo ciò che mi serve e cerco di lavar via l'odore della sua pelle.

Vorrei lavar via anche il ricordo, ma sembra che sarà impossibile.

Mi sembra di averlo ancora dentro.

Esco mi asciugo, lei è li vuole che le dica com'é stato?

Si é sfilata una ciabatta e vorrebbe che io la ringraziassi per questo meraviglioso pensiero.

Invece evito di guardarla negli occhi, raggiungo le mie cose e inizio a vestirmi.

Infilo per ultimo il vestito e le scarpe bianche.

Prendo quelle nere con otto centimetri di tacco e le metto in modo ordinato vicine alle sue.

"Ho parlato con Florence, mi ha detto che puoi metterle giù quando stiri.

Mi sembra una bambina di sei anni che vuole essere grande e non lo é dicendo solo un sacco di fesserie.

Mi avvicino la guardo e le dico da seria.

"Potrai piegarmi, ma non ti darò la soddisfazione di vedermi piangere.

Uso le sue parole rivolte a lei al singolare.

Esco dalla camera ma prende il mio braccio con gli occhi lucidi.

"Non ti é piaciuto Richard?
Abbiamo sbagliato qualcosa io e Florence?

Tolgo la sua mano dal mio braccio e senza risponderle scendo giù per andare dalle altre.

Fortuna che non mi segue, o la timida Betta l'avrebbe morsicata.

Quando vedono l'espressione del mio viso mi abbracciano e mi tengono stretta.

Li crollo a piangere e ho bisogno di stare sola.

"Non chiedemi nulla vi prego.
Vi racconterò domani cosa mi hanno fatto Catherine e Florence.
Ho bisogno di stare sola.

Accettano di lasciarmi sola promettendomi che loro saranno sempre li ad aiutarmi.

Poco dopo mentre piango tenendo la coperta anche sulla testa, sento la porta della mia cella chiudersi.

Guardo e vedo la governante.

"É meglio tenerti al chiuso per qualche giorno, domani abbiamo bisogno di parlare noi due.

Al mattino successivo mi raggiunge in lavanderia.

La Schiava di TerenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora