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LIV

"Dylan, era lui! Ti dico che è venuto da Joe , ha atteso due ore, capisci? Austin Wolf è rimasto per ben due ore accomodato al tavolo prima che io lo degnassi del mio tempo. Infine , mi ha proposto di unirmi al team...." informai il mio amico, reggendo a stento il cellulare tra la guancia e la spalla, impegnata a cambiare il pannolino alla bimba "...ci credi? Perfino tuo padre era scandalizzato."

"E tu che hai risposto?"

"Niente. Mi ha dato modo di pensarci se rifiutare o meno-..ah, merda! Suonano al campanello! ...Aspettami un attimo." Bofonchiai afferrando Skyler in braccio prima di correre alla porta d'entrata dove mi imbattei in un giovane corriere. «Sì?»

«Liv Jones?» Parlò il ragazzo che notai tenesse in mano un'enorme scatola bianca ben addobbata con un fiocco rosa di stoffa, mentre feci scendere la piccola, poiché volesse giocare con Dusky .

«Sono io.» Risposi tenendo d'occhio mia figlia ed il cane.

«Questo è per lei.»

Per me? Ne rimasi quasi esterrefatta, ma non feci in tempo a domandare che mi lasciò in mano il pacco e dopo un cenno di saluto, scappò via, mentre quel curiosone di Dylan chiese incessantemente di che cosa si trattasse, perforandomi i timpani.

«Sky vieni qui!» La chiamai cosicché mi seguisse in salotto mentre riposi con cura quella scatola sopra il divano. Dall'altra parte dell'aggeggio, un Dylan alquanto curioso mi stava bombardando di domande alle quali non badai minimamente, soprattutto non appena levai il coperchio di cartone ed intravidi quell'abito bianco magnifico. C'erano anche un paio di scarpe di Christian Louboutin, con un tacco fine, particolare ed impreziosito da Swarovski. "Non ...ci...credo...e non ci crederai neanche tu !" Bofonchiai esterrefatta da ciò che vidi.

"Cosa? Liv...cosa?"

"Dylan, ti richiamo!"

Riattaccai, certa che il figlio di Bessie e Joe mi avrebbe detestato a vita, prima di afferrare in mano quel bigliettino con scritto "Spero sia di tuo gradimento. NY ti aspetta... AW."

Austin Wolf.

Quell'abito costava un occhio della testa. Per non citare le scarpe. Il signore Wolf le stava provando tutte pur di farmi accettare la sua proposta, ma anziché sentirmi lusingata, come chiunque si sarebbe dovuto sentire al posto mio, mi sentii ...come dire, un po' messa alle strette.
Ero in confusione. Certo, l'offerta di poter anche solo apprendere al meglio il mio mestiere gestita da uno staff esemplare era indiscutibilmente allettante, ma c'erano molte cose che non mi convincevano del tutto. Per esempio, come mai un uomo tanto ricco, il quale poteva avere ai suoi piedi chiunque , perfino avvocati di grosso calibro, cercasse in ogni modo di persuadermi affine di cedere alle sue lusinghe? Cosa se ne faceva di una come me? Dopotutto, che ci guadagnava? Un bel niente.
Dovevo restituire quel regalo non potendolo accettare in alcuna maniera ma appena prima che cercassi il biglietto da visita che il capo della Wolf Law Group mi aveva personalmente consegnato il giorno prima alla tavola calda di Joe, il mio cellulare squillò e sullo schermo comparve un numero a me sconosciuto, anche se in cuor mio fui certa avesse a che fare con quel pacco.

"Pronto!"

"Piaciuto l'abito?"

Deglutii. "Signor Wolf ...ehm, Austin..." mi corressi , certa che se non lo avessi fatto io, lo avrebbe fatto lui "...l'abito e le scarpe erano a dir poco incantevoli, ma non li posso accettare."

"Puoi e lo farai."

Suonò come un'ordine, cosa che nonostante dimostrò che fosse un uomo deciso, a me irritò. Skyler, invece, provò a cavare un occhio a quel piccolo santo di Dusky, al che dovetti occuparmi della bambina provando ad allontanarla dal povero cane fino a che mi sorrise mostrandomi i suoi piccoli destini e le fossette che scavarono le sue guance. Vivevo solo ed esclusivamente per lei e mai e poi mai avrei voluto che nella vita passasse ciò che avevo passato io.
Lei meritava di crescere felice e spensierata.

Liv - L'ultimo Re 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora