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AUSTIN

«Cazzo!!» Colpii bruscamente il volante sfrecciando via alla velocità della luce pronto a dirigermi ad Houston. L'adrenalina, la sua vicinanza, il bacio ; avevo sentito tutto. L'unica cosa che il mio subconscio rifiutò di accettare fu l'ultima frase di Liv. Perfino le mie orecchie risposero come se non avessero sentito quelle crude parole. Forse le aveva dette senza pensarci, colta alla sprovvista dal bacio o in quel momento così vulnerabile. O magari ero solo io che mentivo a me stesso e mi aspettavo una reazione differente ricevendo però una risposta negativa da parte sua. Una cosa era certa ; Liv non amava Ryder. Trovava più facile confidarsi con me piuttosto che con lui proprio perché si sentiva compresa, meno sotto pressione o giudicata . Era così. La sua reazione era semplicemente stata frettolosa perché aveva altro per la testa ed io l'avevo spaventata ulteriormente creandole un altro gratta capo. Ben presto le cose tra loro si sarebbero comunque disintegrate e a me non sarebbe rimasto altro che attendere, anche se fino ad allora, avrei potuto scegliere di stordirmi con alcol e lap dancer.
Che idiozie! Ero un uomo, e quello non si addiceva al mio stile. Forse allo stile di Ryder King, ma non al mio. Sospirai con un'espressione rattristita ed uno sguardo assorto nel buio, fermo ad un semaforo in periferia di Galveston. Presi il cellulare e pensai fermamente di cedere alla volontà di chiamarla anche se conoscendola, non avrebbe mai risposto.

"Congratulazioni! -... "

Congratulazioni? L'intro di una mail improvvisa che mi comparve sullo schermo dell'aggeggio accese la mia curiosità. Lessi con lo stomaco attorcigliato. Era il direttore dello Daily Magazine che si congratulava personalmente con me per l'intervista rilasciata il giorno precedente da mio padre e Charlotte King, dove entrambi affermavano che si erano fidanzati ufficialmente e che ben presto sarebbero convolati a nozze. Ufficialmente? Per chi? Per i giornalisti, perché io non ne ero affatto al corrente. Si era preoccupato anche di allegare delle foto dei due dove parvero più felici che mai. Sorrisi nervosamente rendendomi conto di quanto fossero ridicoli . Era una presa per il culo?? Evidentemente no e tempo qualche ora tutto il mondo ne sarebbe venuto al corrente.

«Cazzo, no, questa non ci voleva porca troia!» Digrignai i denti gettando il cellulare sul sedile del passeggero. Proprio ora, merda ! Ero più incazzato per il fatto che si fosse fidanzato con quella megera piuttosto che non mi avesse minimamente considerato. L'avrei scoperto come tutti gli altri il giorno dell'uscita del giornale. Ripartii di nuovo accelerando man mano ; i pensieri erano confusi, la mia testa scoppiava per quanto fosse appesantita e così, senza accorgermene ero entrato in uno stato di incoscienza, sregolatezza . Spoglio di qualsiasi paura. Non ero mai stato rifiutato da una donna, neppure dalle mie precedenti esperienze. Mi sentivo quasi in colpa nonostante l'umiliazione e lo sconforto li avessi subiti io. Per tutto il tragitto, però, avevo sempre e soltanto pensato a lei in modo eccelso. Mai niente di male. I miei pensieri nei suoi riguardi erano sempre stati comprensivi, com'era giusto che fosse . Lei che era così piccola ma allo stesso tempo forte ai miei occhi. La ammiravo ed amavo talmente tanto che mi rifiutai di accettare al mio fianco un'altra donna che non fosse Liv. Mi aveva completamente stregato ma anche punito. Non mi ero mai sentito così fragile in fatto di amore e non avevo mai sperimentato prima d'ora quel rude sconforto. Massaggiai la nuca con una mano reggendo forte il volante nell'altra. Se solo Ryder King non fosse mai ricomparso, le cose tra me e Liv sarebbero andate diversamente. Che cosa poteva offrirle più di quanto potessi offrirle io? Cos'aveva più di me? Niente. Era un'attaccabrighe, un'idiota viziato, un'infantile! Ecco cos'era. Non aveva classe, non la rispettava e da quando ce l'aveva tra i piedi non aveva fatto altro che rattristarla e crearle inutili problemi. Neanche a suo padre piaceva. In compenso, però, Abraham nutriva un gran rispetto nei miei confronti poiché lui stesso avesse constatato che tipo di uomo fossi. Gentile, educato, rispettato. Ma allora, che cosa la tratteneva ancora legata a lui? Liv, nonostante la giovane età, era una tosta che sapeva ciò che voleva dalla vita. Forse la bambina era la causa. Probabilmente non voleva impedirle di crescere senza un padre, se quello poteva definirsi tale... Mi assalì il bisogno fisico di abbandonare il prima possibile il veicolo così accostai a lato della strada, nei pressi di un motel, e scesi per prendere una boccata d'aria fresca. Girovagai sul posto per sbollire la rabbia repressa, non potendone più di nessuno fino a che udii la suoneria del mio cellulare provenire dall'interno dell'abitacolo.

Liv - L'ultimo Re 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora