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LIV
«Non dire tali assurdità-...» sussurrai contro la sua bocca prima di premerci su la mia mano, azzittendolo per timore che i miei sentimenti repressi, riprendessero d'un tratto vita. Lui s'impegnò a mordicchiarmi il palmo con gli incisivi, con gli occhi fissi sui miei fino a che acchiappò il mio polso ed abbassò la mia mano portandola sopra il suo cuore, eliminando così quell'unica barriera che separava le nostre bocche, pronte ad unirsi focosamente e disperatamente di nuovo.
Allo stremo.«Hai ragione, è un'assurdità! Ti amo è dire poco, Liv...» ribadì fortemente mentre abbassai d'istinto lo sguardo non riuscendo a reggere l'intensità devastante che emanò il suo e che mi bruciò voracemente lo strato più profondo d'anima «...guardami!» Ordinò attendendo che lo facessi. Presi coraggio, respirai forte e ci riuscii mentre lui, felice, accarezzò le mie guance con dolcezza, scrutandomi come se fossi la cosa più bella del mondo. O perlomeno, del suo mondo. «Ti amo fino all'inverosimile...» incalzò nuovamente «...e mi fa male tutto il corpo fin dentro le ossa a furia di non riuscire a spiegartelo a parole. Questa cosa mi corrode dentro, mi sgretola, perché sono incapace di esprimertelo a parole ! Soffro standoti lontano, non sapendoti mia, Liv . Muoio, perché per quanto io possa essere il coglione più grande di questo mondo, o per quanto tu possa meritarti qualcuno che sia mille volte, anzi, infinite volte meglio di me....» lo vidi deglutire come se quel pensiero gli trafisse il petto «...so per certo che nessuno a questo mondo, o in questa vita, potrebbe mai amarti più di quanto ti ami io. Nessuno riuscirebbe nemmeno ad eguagliare l'amore che io nutro per te. Voglio stare con te, Liv. Voglio che tu ci sia in tutte mie albe e tutti i miei tramonti, voglio morire tra le tue braccia col sorriso di chi ha avuto una vita felice e ti giuro...» scosse il mio viso mentre le lacrime velarono i miei occhi «...diventerei amico di tua figlia se solo me lo permettessi. La amerei come se fosse mia ed in questo esatto momento le darei il mio cognome! Diventerei suo padre, capisci? Le donerei il mondo intero. Tutto ciò che posso offrirvi.» Gettai fuori un ansimo stropicciando gli occhi gonfi di dolore, che parvero cascate. «Torna da me, Liv! Ti scongiuro.»
Anche se non ci stavo più capendo nulla, udivo con chiarezza il battito impazzito del mio cuore, sentivo incessanti brividi percorrere tutta la mia figura e la testa dolente e così piena di pensieri e paure che la sentii esplodere. Lui tirò un po' indietro, si allontanandosi da me affine di studiarmi il viso e pulirmi le lacrime con i suoi pollici mentre impugnai il tessuto della sua camicia tra le dita, all'altezza del suo pettorale scolpito.
«Dimmi che cosa ti turba.»
Era così bravo a leggermi dentro quando cercava risposte. Quelle risposte che cercavo anche io ma che mai ero riuscita a trovare. Che cosa mi bloccava? Quale delle innumerevoli paure mi terrorizzava stavolta? Accarezzò le mie guance ed infine spostò i suoi pollici delicatamente sopra la mia bocca che si schiuse ed emise un ansimo al contatto con quel travolgente calore. Mi osservò le labbra prendendosi tutto il tempo necessario mentre mi immobilizzai a guardarlo in ogni dettaglio. Quanto cazzo era diventato uomo? Gli
occhi erano rimasti tristi e buoni come sempre. Come allora.
Tracciò il contorno delle mie labbra, inumidendomele con la mia stessa saliva finché tese la mascella non appena la punta della mia lingua sfiorò il suo dito. Sotto di me, il suo pene pulsò mentre i battiti che piombarono nella mia pancia mi fecero contorcere il ventre dall'estremo desiderio che provai. Mi guardò come se stesse aspettando il mio segnale per dare il via alle danze e sfogo a tutte le sue ossessioni mentre lo sentii crescere sempre di più sotto di me.«Dimmi cosa ti tormenta...» ribadì sussurrandomelo vicino alla bocca, prima che la sua mano mi tenesse ferma per la mascella mentre per poco non svenni «...dimmelo.» Bisbigliò provocandomi e mettendo a dura prova il mio controllo e tutte le mie debolezze.