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RYDER

Il presunto bacio di cui Austin parlò fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non vidi più niente . Nero totale per via della furia che mi assalì testa e corpo. Lo ressi sotto il mio peso, a gambe all'aria, e lo sfondai di botte sfoderando lì, addosso a lui, tutta la mia ira. «Che gran figlio di puttana!» Mi provocò ridacchiando tra un pugno e l'altro provando a parare in qualche modo i miei colpi mentre sperai che qualcuno, di lì a poco, ci avrebbe divisi, altrimenti, Austin poteva ritenersi spacciato ed io avrei passato il resto della mia vita in carcere.  Ciononostante lo colpii ancora, e ancora e ancora. Ogni santa volta che le sue parole rimbombarono nella mia testa.

«Ryder...no!»
Lei parlò ed io m'immobilizzai.
«Ti prego, basta!...Ti scongiuro!»

Non riuscirono a staccarmi da lui neanche tre uomini, eppure, la sua voce mi fece tornare in me abbandonando l'idea di sminuzzarlo in coriandoli.  Sentivo solo la rabbia scorrere dentro me, e quest'ultima annegò tutto il resto. Tutto tranne lei. Mentre gli colpivo ripetutamente non pensavo più a nulla e perfino le mie mani avevano perso la sensibilità. Desideravo solamente schiacciarlo completamente al suolo, ma lei me lo impedì.

«Che fai? Tutto qui? Continua pure...tanto...alla fine, sappiamo entrambi che lei sarà mia!» Disse facendomi, per sua sfortuna,  ritornare lucido nonostante lui forse sperò di riuscire a scaturire l'effetto opposto nell'esatto istante in cui pronunciò con veemenza quelle parole perché sapeva bene che il mio punto debole era Liv.
Quando decisi che fosse abbastanza e che l'avrei lasciato perdere, lui mi gettò un braccio intorno al collo e mi fece chinare la testa in avanti, verso sé, certo che avrebbe rimediato in qualche modo ai colpi mancati. «Tua madre è un'assassina!» Mi sussurrò e quando qualcuno provò a separarci, lui strinse forte la mia giacca trattenendomi lì, al che, gli afferrai la testa e gli sbattei il cranio ferocemente sul pavimento di marmo. Riuscii a divincolarmi dalla sua presa e gli sferrai un gancio destro al mento e un sinistro all'altezza del rene determinato a finirlo una volta per tutte. Perché blaterava così, a vuoto? Ce le suonammo di santa ragione e per separarci dovettero mettercisi in tre o quattro...o addirittura in cinque. E anche mentre ci tenevano fermi continuammo a dirci di tutto.

«Sei un uomo morto!» Ringhiai mentre Devin mi venne davanti alla faccia afferrandomela nelle sue mani . Ero fuori controllo.

«Ryder, ragiona...cazzo!» Mormorò a bassa voce mio cugino mentre gettai un'occhiata a Liv. Era terrorizzata e con le lacrime agli occhi. Mi resi conto che avevo subito una specie di metamorfosi. Mi ero trasformato in una furia umana e mentre mi divincolai voracemente dalla morsa di Devin per andarmene, mi scagliai contro tutto ciò che mi stava intorno lasciando tutti sbigottiti e senza parole. Sposi compresi! E di certo, mi guadagnai una pessima reputazione di cui però non m'importò un accidenti. Nessuno doveva avvicinarsi alla mia donna.

Nessuno!


LIV


«Ryder!» Lo chiamai slacciandomi i tacchi affinché riuscissi a stargli dietro. «Ryder, aspetta!...Ti prego, ascoltami!» Lo richiamai vedendolo salire in auto e sfrecciare via come un'incosciente, sgommandomi ai piedi. «Merda!» Sbottai infilandomi una mano tra i capelli, in preda al panico mentre tutto ciò che desiderai fare fu scoppiare a piangere e gridare fino a squarciarmi la gola. Un braccio caloroso si avvolse attorno alle mie spalle fino a che mi ritrovai nell'abbraccio di Devin che provò a placarmi.

«Stai tranquilla, si calmerà. Non piangere!» Esclamò pacato. «Andrà tutto bene.»

Annuii, ma in cuor mio seppi perfettamente che stavolta nulla sarebbe andato per il verso giusto. Stavolta avevo davvero rovinato tutto con le mie stesse mani.

Liv - L'ultimo Re 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora