23

3.9K 186 55
                                    

LIV

Sfinita, umiliata, ferita e sprofondata a capofitto nelle sabbie mobili, il primo pensiero lo rivolsi comunque a mia figlia. Lei ed il suo benessere contava più di ogni cosa al mondo, anche in quel momento in cui mi stava crollando il mondo addosso ed il petto mi si stava lacerando a brandelli.

«Mamma-...» perse il ciuccio dalla bocca e singhiozzò a squarciagola, cosa che mi fece scordare tutto il resto. Tutto quanto si disintegrò e scomparve quando barcollai per via dell'estenuante sofferenza e dovetti sedermi sul pavimento con il fiato corto e la bambina ancora stretta forte tra le mie braccia.

«No, piccola mia...» le accarezzai il volto bollente «...mi dispiace! Mi dispiace tantissimo ma ti prego, non piangere. Non avere paura, non è successo niente!» Per un'istante mi ritrovai nei panni, nelle urla disperate e nella paura di Bonnie e sua figlia alle prese con Eddie e percepii dell'amaro in bocca che mi scombussolò l'anima. Ryder non era così, ma quando perdeva il controllo a volte faceva davvero paura.
Perfino a me che lo conoscevo bene.

«Mamma...mamma!»

«La mamma sta bene. Non piango più, visto?» Rasserenai la mia bambina che non fece altro che spaccarmi il cuore in due facendomi toccare l'apice della pena, soprattutto quando mi mormorò qualcosa di incomprensibile e sfiorò instancabilmente i miei occhi come a volermi asciugare le lacrime. «Nessuno ti porterà via da me!»

Ebbi delle terribili fitte allo stomaco al solo pensiero che qualcuno potesse anche solo provarci. La strinsi forte al petto e finalmente, dopo averle sussurrato tante rassicurazioni, riuscii a calmarla e a farle dimenticare quel brutto episodio.

«Giochiamo con Dusky? Eh?...» le sorrisi solleticandola fino a che mi sfuggì via e sghignazzo facendo delle giravolte di gioia su sé stessa «...Dusky non vede l'ora di giocare con te. Chiamalo! Dusky?-...Vieni qui!»

«Duky....Duky, qui, Duky!» Chiamò il cane che anche lui, esattamente come noi, non fu minimamente risparmiato dall'atmosfera. Difatti, col suo muso a terra, abbassò le orecchie e ci fissò in lontananza con lo sguardo triste.

Ryder aveva sorpassato qualsiasi limite con quella sceneggiata, soprattutto, mi riuscì difficile perdonargli il fatto che in quell'attimo di pazzia avrebbe potuto , seppur accidentalmente, far male a Skyler. Il mio stato d'animo si mutò e mutò per tutto il tempo a venire, mentre fissai e coccolai la mia bambina che ignorata dall'animale tornò a rifugiarsi tra le mie braccia . Passai dalla perplessità, alla consapevolezza e all'incredulità delle gesta del ragazzo. Infine, il terrore fu quello che mi si ficcò nel petto come la lama affilata di un coltello o di una spada, considerando il fatto che Charlotte King sarebbe venuta a conoscenza di tutto. Ed ora, dove potevo scappare? Dove potevo rifugiarmi stavolta? Come avrei potuto tenere al sicuro mia figlia? Di certo, non avrei potuto portarla con me ovunque e ventiquattro ore al giorno o a lavoro.
Come se ciò sarebbe servito a molto.

«Me lo dai un bacino?» Le accarezzai la nuca mentre non ci pensò due volte a sollevare il suo volto cosicché stampasse le sue labbra sulle mie. «Un altro...ancora uno! Dammene tantissimi..» Riuscii a strapparle una risata che in qualche modo annientò quella trucidante atmosfera ed io ne fui davvero sollevata . Quando vidi la piccola correre via a recuperare dei giochi dalla sua cesta preferita provai a ritornare in piedi reggendomi alla parete alle mie spalle. Mi sentii bruciare così terribilmente gli occhi per l'infinità di lacrime che avevo versato che a malapena riuscii a tenere le palpebre aperte, mentre lei continuava a mostrarmeli fiera uno dopo l'altro come se già non conoscessi i suoi peluche a memoria .

"Sei arida...non hai un cuore ....tu non provi nulla...meriti di stare da sola..."

Quelle parole continuarono a rimbombare ininterrottamente nella mia testa facendomi venire l'emicrania e per quanto mi fu arduo ritornai in me ed azzerai tutto quanto, lo feci. Sia per il bene e la serenità di mia figlia affinché non mi vedesse in quelle misere condizioni e sia perché ero certa lui non le pensasse affatto quelle cattiverie.
Ne ero proprio certa?
I miei stati d'animo ormai si riflettevano anche su lei, e nonostante la sua acerba età incominciava a capire tutto quanto. Perfino quando aveva chiamato Ryder "papà." Non l'aveva mai fatto con nessun altro prima di lui. Riordinai quel casino che io ed il ragazzo di New York combinammo strattonandoci come bestie finché la mia attenzione fu catturata da una scatola finita accanto ai piedi della poltrona. La riconobbi all'istante poiché era quella che conteneva i valori affettivi più importanti della scoperta dell'arrivo al mondo di Sky. Strinsi forte il mento affine di non piangere e raccolsi le sue prime ecografie, i documenti e perfino la fede con cui sposai Ryder al tempo.
Tutto quanto.
Li riposi con cura all'interno della scatola e la riportai al suo posto, in camera mia dove notai avesse frugato un po' tra le mie cose. Però, come diavolo era arrivato a quelle lettere quando lui stesso aveva ammesso di non averle mai ricevute? Avvertii un senso di nausea inimmaginabile facendo i conti e giungendo alla conclusione che ...-

Liv - L'ultimo Re 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora