LIV
Dopo la doccia Ryder si addormentò quasi immediatamente, preda delle mie coccole. Io, invece, nonostante sentissi addosso la stanchezza, non riuscii a chiudere occhio. Così, affine di non rimanere a letto a fissare il soffitto pensai di portare con me il baby monitor della bambina ed andare in giardino a dare una sistemata poiché il tempo non parve dei migliori. Il cielo era nuvoloso e nemmeno il vento mancava, segno che di lì a poco sarebbe venuto giù un'acquazzone. Raccolsi i cuscini e le coperte stese sull'erba, infine, diedi una pulita veloce lasciando il resto per la mattinata seguente. Non smettevo di ridere, ma com'era possibile? Non riuscivo a capacitarmi di poterlo amare ancor di più di quanto già lo amassi, eppure, era così.
«Ah, sei fregata mia cara.» Mormorai rivolgendo uno sguardo a Dusky che comparve ai miei piedi, seppur mi sentissi la persona più felice sul pianeta. Ero così assorta nei miei pensieri che sobbalzai udendo un rumore dall'altra parte dell'abitazione, nel giardino opposto, accanto alla casetta degli attrezzi. Non mi lasciai sopraffare dal panico o dall'agitazione ma un minimo di paura mi entrò sotto pelle in maniera davvero fulminea. Percorsi il perimetro esterno di casa velocemente pur sapendo che se qualcuno avesse potuto oltrepassare la siepe o il cancello, l'allarme sarebbe suonato o perlomeno, Dusky avrebbe abbaiato captando qualche imminente pericolo. Ed invece, nulla. Difatti, trovai a terra la scopa con la quale avevo ripulito il viale e che, scansafatiche com'ero spesso e volentieri, anziché riporre nella casetta degli attrezzi da giardino l'avevo appoggiata al muro. Tirai un sospiro di sollievo guardandomi comunque le spalle e la raccolsi affine di riporla lì dentro, fino a che mi ricordai di una cosa.
Avevo nascosto lì i documenti che mi aveva dato Teresa White. Certo , i miei problemi o quel fascicolo avrebbero almeno potuto attendere le prime luci dell'alba, ma la curiosità di scoprire che cosa ci fosse scritto su quei fogli si accese come un barlume all'interno del mio petto. Con la pelle d'oca, mi guardai un'ulteriore volta le spalle percependo una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse osservando, ed infine afferrai lo scatolone e frugai in mezzo alle cianfrusaglie fino a che lo trovai. Tirai un lungo respiro prima di aprirlo rimanendo sempre dell'idea che la cosa migliore sarebbe stata non risvegliare la bestia ormai addormentata da anni, al che, mi promisi che se su quei fogli non ci fosse scritto niente di concreto o alquanto incriminante, allora avrei lasciato perdere all'istante. Inoltre, ebbi la netta sensazione che se ne avessi parlato con Ryder lui si sarebbe arrabbiato e avremmo di sicuro litigato. Mi ritrovai in un bivio ; da una parte c'era lui. La nostra famiglia e la nostra felicità. Dall'altra parte c'era la giustizia. La morte del signor White, quella di centoquarantasette persone innocenti, l'invalidità di mio padre e ben dieci lunghi anni di sofferenza che nessuno ci avrebbe mai più potuto ridare. E se invece ne avessi parlato con lui? Dopotutto c'era di mezzo anche la morte di Aron King e probabilmente Ryder si sarebbe mostrato comprensivo. No? Probabile, ma ciò comportava anche il rischio che potesse accadere il contrario. Insomma, se io avessi trovato sul serio qualcosa di davvero importante ed incriminatorio, qualcosa che avrebbe potuto finalmente associare un nome a quella tragedia, avrei lasciato perdere se lui me lo avesse chiesto? Deglutii conoscendo bene la verità .
Sì. L'avrei fatto.
Lo amavo così tanto che lo avrei fatto, rinnegando la mia morale, la mia sofferenza, il nostro cognome infangato ed i miei sacrifici. Dopotutto, anche Ryder in passato era sceso a compromessi, aiutando la mia famiglia e stando apertamente dalla nostra parte. Lo aprii. C'erano vecchi fogli risalenti a dieci anni prima, quelli dei controlli della sicurezza eseguiti dai servizi di lavoro e vigilanza tecnica. Che stavano a significare? Negli anni precedenti alla tragedia erano sempre stati firmati da un certo Oliver Tate, probabilmente capo responsabile, poi più nulla. Sfogliai il dossier domandandomi chi diavolo era quest'uomo? Forse papà lo conosceva, eppure, non l'avevo mai visto in aula e per giunta nessuno lo aveva mai citato . Nei fogli successivi i controlli trimestrali venivano eseguiti in anonimo da piccole compagnie appartenenti agli enti di Prevenzione e sicurezza sull'ambito lavorativo. Che strano....Beh, probabilmente se avessi fatto qualche ricerca su Tate, avrei scoperto che fosse andato in pensione, il che, tanto strano non parve.
Pensa Liv, pensa!
Sfogliai attentamente gli altri fogli cercando un indizio fino a che ne trovai uno. Era una serie di mail che White aveva scambiato con qualcuno, il quale gli passava dei documenti che il mio legale aveva stampato, e che affermavano che Oliver Tate fosse stato licenziato qualche mese prima dell'esplosione. Motivo? Alcuno. Tesi la mascella leggendo e rileggendo attentamente tra le righe di quella mail. Insomma, negli States non era consentito allontanare definitivamente qualcuno dal lavoro senza alcun valido motivo. Che cosa aveva spinto Aron King ad interrompere così drasticamente il rapporto lavorativo con Tate? Che si fosse licenziato di sua spontanea volontà? Sbuffai non capendoci molto. Insomma, se quei fogli si trovavano in quel fascicolo sicuramente erano importanti e mi avrebbero condotta al nome dell'assassino, ma più leggevo quelle informazioni e più mi parve di fare un buco nell'acqua. Non mi tornava ancora una cosa ; perché White poche ore prima della sua morte era andato da Charlotte? ...Perché? La donna al tempo aveva affermato di essere stata minacciata e poi aggredita dal mio legale, ma conoscevo bene il signor White e non avrebbe mai commesso tale errore. Anzi, spesso e volentieri era lui a placare gli animi o la mia impulsività impedendomi di commettere errori frettolosi. E se qualcuno lo avesse minacciato? Probabile. Lei e Brody Thompson l'avevano fatto con me e mio padre era stato pestato amore in carcere per ordine della signora. Afferrai il cellulare e memorizzai l'e-mail dell'informatore di White scattando in seguito alcune foto ai fogli . Conoscevo qualcuno che sapesse come giungere al proprietario di quella posta elettronica ; Dylan.