RYDER
La piccolina mi fece ma linguaccia. Chiaramente ricambiai prendendola sul personale nonostante avessi quasi trent'anni. «Guarda che faccino da smorfiosetta che hai! Tale e quale a tua madre...» mi rivolsi a Skyler lanciando una palese frecciatina a Liv che invece mi ignorò. Non per molto, poiché mi porsi a morderle una chiappa approfittando del fatto che fosse occupata a lavare i piatti lì vicino a me.
Gemette addolorata mentre tesi la mascella afferrandoglielo per bene nelle mani quel culetto che mi faceva impazzire. «Mi hai fatto male, idiota!» Sbottò rimproverandomi e colpendomi con le mani piene di schiuma che svolazzò in aria mentre aggrottai la fronte fissandola minacciosamente, per poi andarle faccia a faccia.
«Idiota a chi? Eh?...A chi? Fatti avanti mocciosa-....dai...» Incalzai scherzosamente fronte contro fronte fino a che non riuscendo a reggere l'intensità del mio sguardo, sorrise intimidita gettando la spugna.
«Chi era al telefono poco fa?»
Ghignai compiaciuto vedendola riprendere in mano una pentola mentre diedi un altro biscotto alla bambina che continuò a ripetere "....cotto....cotto, mamma...cotto".
«Sei gelosa?»
«Non ne ho motivo!»
La abbracciai da dietro incollandomi perfettamente al suo corpo come se lei, la sua pelle e la sua anima fossero state create su misura per me. Le annusai i capelli e le lasciai una lunga scia di baci sul collo, avvinghiandola forte come se non avessi più intenzione di lasciarla.
«Beh, sono ancora tuo marito....» sussurrai facendole raggrinzire la pelle non appena le leccai il lobo dell'orecchio «...un po' gelosa dovresti esserlo!» Sotto le mie mani il suo addome si sollevò e si abbassò in modo surreale, ma lei non emise alcun suono. «E lo sei.»
Si voltò a guardarmi firmando la mia eterna condanna. Ero succube di Liv sotto ogni forma o punto di vista ed ero felice che qualcuno là fuori avesse scelto lei per me e non qualcun altra. Le scrutai attentamente ogni minimo dettaglio del viso. Perfino la posizione in cui erano posti i suoi nei la rendeva bella.
Una dea, la mia.«Io non sono gelosa...» borbottò «...tu sei geloso!»
«Sempre e lo sai bene!» Ammisi chiaro e tondo facendola arrossire.
Arrossire...
«Era Devin. Domani dovrò rientrare a NY perché ho rimandato per troppo tempo alcuni questioni importanti ed i miei soci giapponesi sono in paese per chiudere un'affare davvero grosso!» Le stampai un bacio sulla punta del naso non vedendola fiatare.
«Ah...e per quanto starai via?» Distolse lo sguardo da me.
«Quattro o cinque giorni. Al massimo una settimana!»
Annuì lentamente ma il suo dolcissimo viso si rattristì ed il mio cuore percepì all'istante il cambio repentino del suo umore, così, le accarezzai la testa e le stampai tanti lunghi e teneri baci sulla tempia mentre continuò a lavare i piatti nervosamente senza più proferire parola. Ma come? Non ero ancora andato via e lei già sentiva la mia mancanza? Quella supposizione mi fece scoppiare il cuore in petto per la gioia.
«Ti direi che mi mancherai ...» sollevò gli occhi incrociando i miei quasi con speranza «...ma vorrei che tu e Skyler veniste con me.»
Girò il collo guardando la piccola, poi ritornò a fissarmi per capire se fossi serio o meno.
«A New York?»Annuii facendo un salto all'indietro affine di sedermi sul piano cucina di marmo, accanto al lavello colmo di schiuma ed acqua dove teneva ancora inzuppate le mani. Allungai le mie gambe e le allacciai alla sua vita facendola immediatamente ruotare gli occhi al cielo e poi sorridere mentre lentamente la intrappolai nella morsa trascinandola verso di me.
Strinsi il suo volto coi palmi e la baciai forte.
