LIV«Ti va di aiutare la mamma?» La sollevai facendola sedere sul piano della cucina accanto a tutti gli ingredienti per la preparazione della torta. «Facciamo una sorpresa a papà?»
Lei guardò il tutto con aria tanto eccitata quanto curiosa, infine annuì e sorrise giocherellando col suo ciuccio in bocca. «Allora, come prima cosa...aspetta...ecco, sì, dobbiamo preparare l'impasto per il pan di Spagna.» Lessi velocemente sul foglietto le varie dosi degli ingredienti implorando Skyler di non rovesciare nulla. «Quattro uova-...le vuoi rompere tu? Ti va? Ti mostro come si fa. Così, guarda!»La aiutai a farlo. Amavo coinvolgerla in quelle attività e lei, oltre ad essere una bambina molto sveglia era anche brava.
«Bravissima la mia piccolina. Ora versiamo centocinquanta grammi di zucchero e proviamo ad amalgamarlo per bene.» Il lavoro sporco, quello con le fruste elettriche lo feci però io. Lei mi aiutò a versare il lievito, il cacao in polvere e la farina.
Ryder non era amante dei dolci, ma per il suo compleanno avrebbe sicuramente fatto un'eccezione, soprattutto se la torta gliel'avremmo preparata io e Skyler. Non ero brava a preparare dolci ma mi ero stampata la ricetta di una deliziosa torta al cioccolato che preparava sempre Naya. All'istante, mi si formò un nodo alla gola ripensando alla donna e a Koray. Mi chiesi che fine avessero fatto, se stessero bene, se tramite Alex fossero venuti a conoscenza del fatto che mi trovassi a Galveston. Neppure io avevo mai domandato di loro a quest'ultimo, ma ciononostante, provai un grosso senso di malinconia formarmisi nel petto. E pensare che un paio di anni prima non avrei mai immaginato che la mia vita si sarebbe trasformata così tanto. Che avrei perso così tante persone lungo il tragitto per poi incontrarne di altre, altrettanto meravigliose. L'unica certezza, l'unica costante però, era sempre stato lui...Ryder. Ryder con la me di due anni prima e Ryder ora.
Nel presente.
Sorrisi alla bambina che inzuppò l'indice nell'impasto cremoso guardandomi come una smorfiosetta prima di levarsi il ciuccio dalla bocca per leccarsi il dito.«Ti piace piccola peste?»
Annuì. «Sì!»
«Ora la mettiamo in forno e poi mi aiuti a decorarla? Ti va?» Mi avvicinai e le stampai un bacio sulla guancia che lei ricambiò. Lui era andato a Houston ad incontrare Devin e a recuperare una valigia di vestiti. Sarebbe rientrato in serata e non aveva accennato nulla in merito al suo compleanno, certo che me lo fossi dimenticato. Chiaramente anche io non glielo avevo nominato fingendo di essermelo scordato, per cui, non si aspettava alcuna sorpresa. Non che gli avessi preparato chissà che cosa. L'ideale sarebbe stato organizzare una bella festa con gli amici ma il problema era che non avevamo amici. Almeno, quelli che avevo io non piacevano a lui e quelli che aveva lui non li reggevo. Mio padre non sarebbe mai venuto e quella vipera di Charlotte non l'avrei invitata neanche a morire! Nell'attesa che il pan di Spagna fosse pronto io e Skyler giocammo e poi ci mettemmo a sistemare il giardino insieme, rendendolo perfetto per la sorpresa che avevo organizzato al padre. Dopodiché, tagliammo a metà il pan di Spagna e lo farcimmo con la nutella. Sciogliemmo del cioccolato e la cospargemmo tutta quanta prima di decorarla con cioccolatini di ogni tipo e smarties . Insomma, una vera e propria bomba. Certo, avrei potuto comprargliene una bellissima e di certo più buona della nostra, però desideravo fortemente che quel compleanno fosse speciale e cosa c'era di più buono di un dolce preparato dall'amore della propria bambina? Una volta finita la torta coinvolsi la piccola ad aiutarmi con la sistemazione del giardino. Il videoproiettore, l'enorme telaio appeso come sfondo, palloncini, decorazioni e tantissimi cuscini sparsi a terra. Desiderai passassimo una serata intima in famiglia, qualcosa di semplice ma che ci saremmo ricordati per sempre.
«Stai bene!» Sorrisi quando si sistemò un cappellino giallo di carta in testa mentre la aiutai a mettere l'elastico sotto il mento. «Ti va di giocare insieme?»
