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LIV

Scappai via dalle sue grinfie con gli occhi gonfi di rabbia e confusione non concependo minimamente il fatto che mi avesse umiliata così, per non citare la grossa chiazza sul collo che probabilmente avrebbero visto tutti. Che vergogna! Quello scontroso godeva della sofferenza che lui stesso mi procurava ed io mi stavo stancando di tutto ciò, non potendone più . Accelerai il passo volendo raggiungere la terrazza isolata giù in fondo al corridoio sentendo l'urgenza di allontanarmi da quel posto e respirare un po' d'aria fresca poiché faticai ad inspirare e mi ritrovai a boccheggiare contro la ringhiera della veranda.

Strinsi forte nelle mani il parapetto gelido, spensi la mente e guardai giù nell'acqua scura cercando di calmarmi e di ricompormi quanto prima mi fosse possibile. Ma che diavolo gli passava per la mente? Come aveva fatto a trasformarsi e a diventare un mostro? Davvero era lui l'uomo di cui mi ero innamorata?

Il battito del mio cuore accelerò nell'istante in cui le mie narici riconobbero il suo profumo peculiare ed inconfondibile. Era lì, alle mie spalle. Decisi di andarmene e provai a farlo, finché appoggiò le sue mani sul parapetto, a lato dei miei fianchi mentre mi ritrovai un'altra volta bloccata lì, con la schiena premuta sul suo petto.

«Che cosa vuoi ancora da me?» Domandai con gli occhi ancora fissi nell'acqua del lago, udendolo respirare contro i miei capelli. Passò la punta del suo naso tra le ciocche color cioccolato inalandone il profumo mentre ebbi dei brividi tormentosi che mi attraversarono il corpo da cima a fondo. Serrai gli occhi e strinsi forte tra le mani il parapetto scagliando lì tutto ciò che desiderai fargli purché la smettesse di confondermi l'anima. «Che cosa vuoi?» Sussurrai esasperata a bassa voce non appena trovò il modo di scovare la pelle lesa del mio collo che pizzicava ancora. Provai a divincolarmi ma non me lo permise.

«Tu mi stai facendo soffrire troppo, Liv.» Mormorò con la bocca premuta contro la mia gola, spingendomi maggiormente contro le sbarre della ringhiera metallica mentre non capii se fu il vento gelido a scombussolarmi tutta oppure la sua bocca. Il solo percepire il suo respiro su di me o annusare il suo profumo mi mandavano in tilt. Eppure, era tutto sbagliato ed io, per il mio bene, dovevo assolutamente staccarmi da lui.
Dovevo farlo.
Tremai percossa da altri brividi.

«Io non ti sto facendo un bel niente!»

«Sei qui con lui. Non lo chiamerei niente

Girai a lato il capo e me lo ritrovai a tre fottuti millimetri dalla mia faccia. Non era serio, vero?

«Non capisco dove sia il problema poiché anche tu sei qui con lei!»

Tese la mascella e mi fulminò con gli occhi fino a che poco a poco le sue labbra assunsero la forma di un ghigno divertito.

«Fottiti!» Ribadii , certa che si stesse burlando di me. Provai ad allontanarmi ma stavolta allacciò un braccio attorno alla mia vita, impedendomi di muovermi di un centimetro.

«Prego?»

Lo guardai diritto negli occhi. «Fottiti!» Risposi scandendo bene quella parola.

«Con chi?» Chiese fissando la mia bocca in modo sfacciato, non curandosi minimamente del fatto che stesse sembrando un'ebete.

«Con quella che già ti scopi!»

Sorrise compiaciuto quasi ammettendolo mentre udii il mio cuore rompersi all'interno del mio petto. Trattenni a stento le lacrime di delusione.

«Esattamente come tu ti scopi quello sgorbio!»

«Sei ridicolo!» Sputai provando a spingerlo via da me premendo le mani sul suo torace, anche se me le bloccò e portò sopra il parapetto, sotto la pressione delle sue. «Io non sono come te. Sei tu che mi stai portando tra le braccia di un altro, Ryder! Stai facendo tutto tu, spingendomi ad odiarti. Ma sappi che io non gioco come fai tu, e se andrò con un altro è perché ti avrò cancellato letteralmente dalla mia vita!»

Liv - L'ultimo Re 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora