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LIV

"Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile, per favore riprovi più tardi-..."

Mi arresi e lasciai perdere gettando il cellulare sul divano. Aveva disattivato perfino la segreteria e di conseguenza, non sarei stata in grado di lasciargli alcun messaggio vocale. Erano quasi le undici di sera ormai e di sicuro non avrebbe risposto, esattamente come aveva fatto nei due giorni precedenti, dopo l'accesa discussione che avevamo avuto. Tirai su con il naso e mi ripulii le guance ; un po' perché tenendo quei documenti in casa me l'ero cercata quella situazione, ed un po' perché continuavamo a litigare per il nulla cosmico. Inoltre, lui si ostinava a scomparire. Lo conoscevo bene, Ryder era capace di sparire per giorni interi senza che nessuno sapesse dove fosse o quando sarebbe ritornato.
Era fatto così.
L'avevo ferito.
Mi riempii un calice con due dita di vino bianco e ne sorseggiai un po' guardando un punto qualunque sulla parete che avevo di fronte. Di tanto in tanto spostavo lo sguardo sulla finestra dove sbatteva un'audace pioggia invernale, mentre essa veniva illuminata dai fari delle vetture che passavano sulla strada principale. Con tutta me stessa sperai che una di esse fosse la sua. La mia mente, per l'ennesima volta riavvolse il nastro della nostra conversazione soffermandosi su un punto in particolare. Lui non era rimasto illeso dalle mie pesanti accuse su sua madre anche se di certo, neppure io ero rimasta indenne dalla sua ira, sia nei miei confronti che in quelli di Austin. Ma perché non riuscivamo a ...capirci? Era assurdo come eravamo così stupidi e crudeli nei riguardi di l'un l'altra. Perché ero stata così sciocca da non rivelargli tutto quanto in merito a Teresa o il dossier? La colpa era tutta quanta mia. Dovevo rifiutare sin dal principio l'incontro con quella donna e farmi gli affari miei e di certo tutta questa burrasca non sarebbe mai accaduta. Sospirai sonoramente prendendo in mano il cellulare affine di fissare lo schermo dell'aggeggio, prima di gettare giù per la gola tutto l'alcool presente nel bicchiere. Non appena decisi che fosse meglio andare a coricarmi in stanza, però, trasalii udendo il suono del campanello di casa ed il mio cuore impazzì. Sembrò quasi che tornò a vivere.

Ero certa si trattasse di lui, così, senza indugiare corsi ad aprire sperandoci fino all'ultimo istante. Il cuore mi balzò in gola per un attimo, fino a che non percepii dell'amaro in bocca imbattendomi in niente meno che...

 Il cuore mi balzò in gola per un attimo, fino a che non percepii dell'amaro in bocca imbattendomi in niente meno che

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«Ehm-...Austin?» Aggrottai la fronte con perplessità, sia data la tarda ora, che il fatto che si fosse presentato in casa mia senza preavviso.

«In persona.»

Esitai un po' a rispondere non sapendo che dire. «È-...è successo qualcosa?» Con la manica della felpa mi ripulii gli occhi cercando di non destare alcun sospetto mentre il ragazzo fece una breve pausa prima di replicare.

«Non sembri molto entusiasta di vedermi, o mi sbaglio?» Disse con tono scherzoso. «Anzi, se devo proprio essere onesto, sembri esausta.»

«No, è solo che non mi aspettavo di vederti qui a quest'ora.» Mormorai. Lui non si mosse dalla soglia della porta ed io non lo invitai ad entrare.

Liv - L'ultimo Re 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora