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LIV


Lui si addormentò con il sorriso stampato in faccia, tra i miei racconti sussurrati, mentre io non chiusi più occhio quella notte. Restai immobile ad osservarlo respirare, riuscendo anche a percepire i battiti del suo cuore. Appoggiai per bene la testa sul suo bicipite che mi faceva da cuscino e sospirai tracciando delicatamente con il polpastrello del mio indice i lineamenti più distinti del suo volto partendo dalle sopracciglia diritte, al naso perfetto, alla mascella volitiva e a quelle labbra scolpite da Dio, così morbide e magnifiche capaci di farmi impazzire per ciò che pronunciavano, per come mi baciavano o mi sorridevano. Era perfetto e sentivo di amarlo così ardentemente che mi venne un nodo alla gola quasi inspiegabile. Perché? Perché non potevamo semplicemente essere felici? Che cosa ci separava da quella serenità che entrambi, assieme a nostra figlia, meritavamo di ricevere? Soprattutto, dopo tutto ciò che avevamo passato.
Ghignai quando solleticato dal mio dito fece una smorfia corrucciando la bocca come un bambino, così, mi avvicinai e stampai teneramente un bacio sulle sue labbra quasi a volerlo rasserenare. La sua bocca rispose meccanicamente alla mia, al che, sospettai se fosse sveglio o meno ed incominciai a studiarlo attentamente. Dormiva, ma dormiva così beatamente che nel suo subconscio era certo ci fossi io al suo fianco . Continuai a coccolarlo e a guardarlo.
Mi bastò quello e inalare il profumo che emanava la sua pelle per avere il cuore sazio di vita. Non avevo mai tenuto niente di così prezioso tra le mie braccia a parte nostra figlia. Loro due erano tutto il mio mondo.

«Sposami.»

Trasalii, mi scansai e gli puntai gli occhi addosso. Aveva davvero detto quella cosa oppure me l'ero appena immaginata? Ciononostante, un'emozione inaspettata, un misto di perplessità, curiosità e felicità mi fece sbattere forte il cuore al petto. Lui mantenne gli occhi chiusi seppur la sua bocca assunse una curva da smorfiosetto. Anche mia figlia spesso lo faceva. Aveva preso così tanto da lui, quasi tutto, che a volte mi domandavo se avevo contribuito o meno alla sua creazione. Rise ed istintivamente mi portò una mano sul viso coprendomelo quasi tutto, mentre restai ancora ferma a pensare a ciò che disse.

«Che cosa hai detto?» Mugugnai impacciatamente con il suo palmo premuto contro il muso. Il suo sorriso si allargò ulteriormente.

«Niente.» Sussurrò con voce roca, tipica del mattino.

«No...» afferrai il suo polso e riuscii a liberarmi della sua mano che mordicchiai come una bambina piccola «...hai detto qualcosa. Che cosa hai detto?»
Pizzicò le mie labbra bloccandomele delicatamente tra il pollice e l'indice ogni volta che cercai di baciare le sue dita, giocosamente mentre annusando la sua pelle, mi accorsi che ero totalmente rapita da lui. Da ogni cosa che faceva e da come lo faceva. Non demorse ed ancora una volta, mi mostrò quel sorriso assonnato e sensuale, che mi scioglieva il cuore nonostante mi indispettisse come nessun altro a quel mondo . «Che cosa hai detto?» Ribadii a bassa voce speranzosa che me lo avrebbe confessato. Il luccichio dei suoi occhi brillò più delle stesse stelle. Scorse delicato le dita tra i miei capelli arruffati continuando a fissarmi come se avesse deciso di fare quello per il resto della sua vita mentre le mie palpebre divennero pesanti, preda di tale spensieratezza e serenità.

«Non lo so, avrò parlato nel sonno.»

«Bugiardo, non stavi nemmeno dormendo.» Assottigliai la vista con fare teatrale e drammatico mentre mise la sua mano a coppa dietro la mia nuca e mi avvicinò a sé, affine di rubarmi un bacio. «A proposito, da quant'è che eri sveglio? Hai ascoltato tutto quello che ti ho raccontato?»

«Tutto quanto.»

Posò le sue labbra sulle mie. Un semplice bacio, nulla di particolare. Eppure, quella connessione mi fece danzare il cuore a più non posso. «A sì, brutto stronzo? Sai che c'è? Non mi lasci altra scelta-...» gli salii sopra a cavalcioni ed incominciai a fargli il solletico, fino a che, stremato, si arrese e domandò pietà. Forte com'era avrebbe potuto bloccarmi in due secondi, con una semplice mossa, ed invece mi lasciò vincere perché amava vedermi ridere a squarciagola fino a che le lacrime avrebbero sopraggiunto i miei occhi. «Sposami??»

Liv - L'ultimo Re 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora