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RYDER

Quella sera assistetti a qualcosa che allargò ulteriormente il buco nel mio cuore. Li raggiunsi a grandi falcate facendomi spazio tra la gente ammucchiata e dopo averlo chiamato attendendo che si voltasse, assatanato com'ero, gli sferrai un pugno che si sarebbe ricordato a lungo. Finì a terra e tutti gli invitati sussultarono all'unisono non capendo che diamine fosse successo, finché un paio di uomini sopraggiunsero e mi bloccarono per le braccia. Liv fu la prima a soccorrerlo inginocchiandosi accanto a lui.

«Tu sei pazzo!» Sputò accertandosi che stesse bene.

«Lasciatemi!» Mi dimenai liberandomi dalla possente presa dei due affine di e andarmene via, lasciando tutta la sala in uno spiacevole silenzio. L'unica che mi chiamò fu Charlotte , la quale non degnai di uno sguardo lasciandola indietro. Abbandonai velocemente l'edificio udendo i tacchi di qualcuno alle mie spalle e sperai che fosse lei, invece...

«Torna dentro, Julia!» Scesi le scale velocemente.

«Ma che ti è preso? Ti sembra il modo di comportarti?»

«Torna dentro, cazzo!» Mi voltai a gridarle contro, come se la colpa fosse sua.

Sospirò e mi guardò addolcendo i lineamenti del suo viso. «Ryder, non rovinare tutto per quella là!» Incalzò a bassa voce. «Ricordi perché siamo qui? Saremo fortunati se Richard e suo figlio Eric lasceranno alle spalle quest'inconveniente e vorranno ancora stringere affari con noi e-....»

«Non me ne frega un cazzo degli affari!» Sbottai inferocito facendola indietreggiare mentre alle sue spalle, nella scala adiacente, intravidi Liv stretta ad Austin. Stavano scendendo insieme e velocemente i gradini conducenti al parcheggio sul retro. «Non lo capisci?»

La sorpassai.

«Ma dove vai? No-...Ryder, fermo! ...Torna qui!»

Accelerai il passo non avendo ancora scaricato via tutta la rabbia o finito con loro due.

«Hey!»

Lei, terrorizzata, si voltò a guardarmi e poi incitò lui a non fermarsi. «Andiamocene.»

«Dove cazzo vuoi andare? Posso spaccargli la faccia ovunque!»

«Certo, perché sai fare solo quello, vero?» Mi rispose.

«Ragion per cui tanto vale risolvere una volta per tutte questa cosa, no?»

«Ryder, sei ubriaco, vai a casa!» Mi consigliò ironica cercando nervosamente le chiavi della sua auto nella sua borsetta mentre lui si girò a guardarmi.

«No, lui ha ragione!» Affermò dandomi retta. «Devi stare lontano da me e dalla mia ragazza!» Osò minacciare come se fosse nella posizione per farlo. Ma poi, quale ragazza? «E domattina aspettati una bella denuncia perché stavolta non ci sarà più lei a salvarti il culo.»

«Ma non ci arrivi? La tua ragazza ti sta usando per rimpiazzarmi, idiota!» Sputai secco mentre Julia provò a smuovermi da lì, provando ad evitare che arrivassimo alle mani...di nuovo. «Che testa di cazzo! Sei un illuso, Austin. Sai bene anche tu che pensa a me quando ti bacia!» Risi come un pazzo, morendo in realtà dalla gelosia che mi stava logorando l'anima mentre lui si soffermò a guardarmi con rabbia premendosi su quella cazzo di faccia un po' di ghiaccio.

«Tu sei pazzo!» Replicò il moro.

«Dai, lascialo perdere.» Mormorò Liv tra i denti cercando di trascinarlo verso il veicolo.

«No, ferma...» parlò a lei pacatamente, rivolgendo invece a me un'occhiataccia che mi smosse dentro qualcosa.
Mi stava sfidando?

«Che cazzo guardi, minchia molle! Chiedile dov'era poco fa...» aggiunsi mentre lei tese la mascella e quel pesce lesso la fissò per un po', come a domandare spiegazioni.

Liv - L'ultimo Re 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora