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LIV

«Come?» Io ed Austin parlammo all'unisono. In che senso Ryder King voleva che mi occupassi io di tutti i suoi affari burocratici e legali?  «Dai, scherzi? Non è così?»

«Affatto! Liv è in gamba.» Parlò serio rivolgendomi uno sguardo. «L'hai detto anche tu , no?»

«Lo è , senza ombra di dubbio...» ammise il mio capo mentre tutti e tre ci dirigemmo nel suo ufficio dove il ragazzo di Fall River si versò da bere senza chiedere il permesso a nessuno «...ma mettere in mano a lei questioni legali di così tanta importanza...Ryder, parliamo di una multinazionale! Insomma, con tutto il rispetto per Liv, la tua scelta mi sembra un po' affrettata. Ho avvocati che si occupano di aziende da una vita intera qui e sono certo che loro facciano al tuo caso. Inoltre, io e mio padre saremmo lieti di occuparci personalmente dei tuoi affari e-...»

Scosse la testa , sorseggiò del Whiskey ed in seguito mi indicò con l'indice. «Voglio lei!»

«Ma perché?» Wolf insistette ancora, sbracciandosi animatamente affine di farlo ragionare.

Fece spallucce con aria d'indifferenza. «Mi sta simpatica.»

Coglione.

«Liv, tieni questi.» Mormorò Austin passandomi dei fascicoli ed arrendendosi ai capricci di Ryder. «Vai pure nel tuo ufficio ed incomincia ad analizzare il problema legale della questione sottoposta dal cliente. Dopodiché, una volta studiato a fondo il fascicolo contattalo ed informalo suoi diritti , sui mezzi di tutela e difesa  che prevede la legge nei suoi interessi. Tutto chiaro?»

Annuii.

«Comunque sia, verrò personalmente a darti una mano e porterò con me anche il contratto da farti firmare.» Aggiunse. Avrei dovuto sentirmi più rassicurata ed invece l'ansia mi mangiò viva poiché il reale motivo che si celava dietro alla sua visita nel mio ufficio fossero le avance del giorno precedente. Austin voleva chiarire.

«Va bene.»

«Ah, a proposito....» mi fermò ad un passo dal varcare la porta «...domani sera ci sarà la festa di beneficienza che ogni anno l'azienda si impegna ad organizzare, di cui i fondi andranno al reparto pediatrico dell'ospedale. Spero tu possa unirti a noi, sarebbe davvero importante. Inoltre, credo che possa anche farti piacere.» Fece un chiaro riferimento a mia figlia mentre trattenni il fiato e per qualche motivo sperai non la nominasse.

Lo spilungone alle sue spalle allungò il collo affine di origliare. «Ti farò sapere più tardi.» Gli abbozzai un sorriso e me ne andai nel mio ufficio affine di mettermi subito all'opera con le scartoffie che mi aveva dato. Ci impiegai poco meno di un'ora a finire ed approfittai per chiamare papà e domandargli della piccola o se potesse occuparsi di lei la sera seguente, fino a che qualcuno bussò alla porta.

«Ciao.»

Austin.

«Prego, entra!» Salutai papà in fretta e furia ed invitai il mio capo all'interno del mio ufficio. «Ecco, ho già terminato con questi, inoltre ho chiamato uno ad uno tutti i clienti e-...»

«Lo so, non sono qui per questo.» Parlò e capii perfettamente a cosa fece riferimento, anche se prima di affrontare quel discorso, mi allungò i fogli del contratto. «Leggilo con calma e decidi se firmarlo o meno.»

Annuii afferrandolo mentre lui mi sorrise.

Annuii afferrandolo mentre lui mi sorrise

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Liv - L'ultimo Re 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora