38. Something bad is 'bout to happen to me

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✋🏻⚠️ ✋🏻
ricordate solo che vi voglio bene
e che non sono un avvocato, quindi è tutto frutto della mia fantasia 💀

Angel

1, 2, 3, 4, 5.

Prendo un lungo respiro, sentendo l'aria inondarmi i polmoni.

Sta per finire tutto.
Devi solo dare un'ultima spinta. L'ultima e potrai essere finalmente libera.

6, 7, 8, 9, 10.

Non guardarlo Angel. Non incrociare il suo sguardo.

Non può farti del male.
Non qui. Non più.
Il peggio è passato.

Delle piccole gocce di sudore mi invadono la schiena e la fronte, portandomi a sospirare ancora una volta.

L'ultima spinta.
Ultima. Spinta.

1, 2, 3, 4, 5.

Mi sta fissando. Lo sento.

Tesa come una corda di violino, impedisco ai miei muscoli di muoversi. Non lo guarderò. Non ora.

«Nervi saldi. Non avere paura, ne abbiamo parlato molte volte.» il mio avvocato, Marissa Red, cerca disperatamente il mio sguardo, sussurrando così a bassa voce da farsi sentire appena. «Lascia parlare me. Quando sarà il tuo momento...» la interrompo.

«Lo so.»

Lo so.
So che dovrò raccontare tutto.
Dovrò ripercorrere quei pezzi della nostra storia che giacciono nella profondità del mio essere, in attesa che io trovi il coraggio di affrontarle. Di farci i conti.

6, 7, 8, 9, 10.

Mi volto verso i miei amici, che parlottano tra loro e il mio sguardo ne cerca subito un altro già posto su di me.

Continua, imperterrito, a chiamarmi angelo, senza sapere che in realtà lui è il mio.
Lo è sempre stato.

"Sei forte" mima con la bocca, sorridendomi appena. "Fagli il culo a strisce." Chiude la mano in un pugno, alzandolo in aria.

Annuisco, soffocando una risata, prima di voltarmi di nuovo verso il giudice.

È un vecchiaccio che ha tutta l'aria di uno che vorrebbe essere in qualsiasi altro posto ma che è condannato a restare qui, a cercare di risolvere i nostri problemi.

Sembro io il lunedì mattina a scuola.

«Il testimone è qui?» mi chiede Marissa.
«...Chloe Martin?»

«Si. Si è qui.» gliela indico, che agita la mano come a salutarmi, sorridendomi dolce.

Chloe dovrebbe essere chiamata a parlare solo in casi estremi, ed io spero vivamente non si ricorra a questo. Marissa ha appositamente scelto lei perché l'unica ad avere una condotta impeccabile, a differenza degli altri miei amici.

«Bene perché io ne ho parlato anche con qualcun altro.» mi indica una donna, incappucciata e seduta infondo alla sala. La osservo per qualche istante, notando quanto risulti familiare ai miei occhi nonostante sia quasi interamente nascosta. Dei brividi mi assalgono.
«L'ex moglie di Mark, Jennifer Bearley.»

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