58....Wait for it...

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Dean




Improvvisamente percepisco i miei polmoni opprimersi al punto da spezzarmi il fiato e ridurmi il torace in cenere.

Osservo l'auto sfrecciare via lungo l'asfalto talmente velocemente che scompare dalla mia vista in pochi secondi rendendo impossibile il solo pensiero di poterli seguire correndo, dal momento che siamo anche senza macchina. E questo mi sconvolge così tanto che sono costretto a premermi una mano sul petto per accertarmi di stare bene.

Ma lo so già. So già che non sto affatto bene.
Will è in quell'auto. E l'abbiamo perso di nuovo.

Non mi rendo neppure conto del tremore che mi assale il corpo, se non quando udisco lo schianto della pistola che mi scivola dalle dita contro la strada macchiata di guai. Quella è l'ultima cosa che avverto prima di disconnettermi da ciò che mi circonda.

Tutto giunge ovattato mentre vedo delle ombre scure avvicinarsi a me, insieme a delle voci estremamente elevate che cercano una risposta da parte mia.

Le mie ginocchia cedono a terra, senza più il coraggio di stare in piedi. Come se non ne valesse più la pena.
Come se avessi corso per km interi per arrivare ad una meta che è comunque troppo lontana. Come se qualcuno mi avesse appena privato di ogni energia vitale, rendendomi incapace persino di tenere gli occhi ben aperti.

«Dean!» mi richiama Sky, scuotendomi ferocemente. I suoi occhi sbarrati mi trasmettono tutta la preoccupazione che le sta attraversando il cuore in questo momento.
«Sei ferito.» sibila, fissando un punto esatto della mia felpa. Chino il capo verso la zona dove indicano i suoi occhi, rendendomi conto di una macchia rossa che si espande secondo per secondo lungo il tessuto bianco.

Mi acciglio. Non avverto il dolore che in teoria dovrei provare con un proiettile conficcato nell'addome. La mia mente arriva dunque a due conclusioni precise.

La prima è che non sono stato colpito, ma quasi. Il che rende la situazione meno grave di quanto si immagini e di quanto la stiano dipingendo gli altri. Sono completamente avvolto dai loro corpi e assalito dalle loro voci, mentre Iv mi alza la felpa per vedere la ferita senza complicazioni.

La seconda è che sto per morire. Il che sarebbe triste a dire il vero.
Piuttosto drammatico persino per i miei standard.

Strabuzzo gli occhi, ancora fisso con lo sguardo su quel colore vivo che non è esagerato come dovrebbe. Esattamente come il male sopportabile che provo.

Sento soltanto un bruciore non indifferente che prende a pizzicarmi un po' troppo la pelle ed è allora che realizzo. No, non sto morendo.

«Ti prego parla. Rispondi.» Iv mi riscuote violentemente con gli occhi colmi di lacrime.

Ma dalla mia bocca non esce niente. E non perché non abbia le forze per parlare, ma proprio perché non ho parole da dire.

«Il proiettile l'ha preso di striscio. Non sta morendo. È solo scosso da quello che è successo.» borbotta Kai in quel momento, provando ad allontanare quell'ammasso di gente dalla mia figura ancora accovacciata a terra, dopo avermi controllato la ferita accuratamente ed essersi accertato che io non sia del tutto sano ma almeno salvo.

Sbatto le palpebre più di una volta, prima di deglutire il groppo in gola e provare a tirarmi su. Ma a quanto pare, il mio corpo non ne vuole sapere proprio niente di mantenersi in equilibrio e quasi ricasco a terra se non fosse per i riflessi di Kai, che mi sostengono prontamente, sorreggendomi forte a sé per impedirmi di farmi ancora male.

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