10.Portafortuna

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Chloe Pov's

La testa vortica mentre mi alzo da terra,aggrappandomi al muro.

Chiudo gli occhi,prendendo un lungo respiro prima di girare la chiave nella serratura e ritrovarmi i miei genitori, Sheila e John di fronte alla porta a guardarmi come se fossi un extraterrestre a tre teste.

I miei occhi incontrano subito i suoi e proprio non riesco a capire cosa vogliano da me.Ma non voglio nemmeno saperlo.

«Oh piccola,come sei pallida»mi tocca il viso mamma,divenendo più pallida di me in questo momento nel vedermi.«Ho solo bisogno di riposare.Posso andare in camera mia?»

«Ma certo.Chiamaci se hai bisogno di qualcosa»annuisco e mi incammino verso camera mia,ma una presa al mio braccio mi fa trasalire e irrigidire tutto d'un colpo.

«Non toccarmi.Non ne hai il diritto»mi strattono via dalla sua presa come se avessi preso la scossa.«Permettimi di spiegare»mormora mortificato.

«Spiegare cosa?Che sei un depravato?»sbraito.«Abbassa la voce»mi rimprovera.

«Hai paura che tutti sappiano quanto tu sia malato?»

«Chloe ti prego -»

«Va' al diavolo»entro nella mia stanza sbattendo la porta.

Mi levo questo stupido vestito di dosso e mi infilo un pantalone della tuta e una maglia di Peter che mi arriva letteralmente al ginocchio.

1.55 vs 1.90.

Vado nervosamente avanti e indietro per la stanza come se fossi una pazza da internare,aspettando che T mi mandi un messaggio e mi dica di scendere.

scendi tu o salgo io?

Scendo io

Apro la finestra della mia camera ed esco per le scale antincendio,sentendo l'aria fresca di inizio ottobre colpirmi il volto.Arrivo all'auto di T e mi ci catapulto dentro.

«Dimmi subito chi è questo figlio di puttana»ringhia stringendo il manubrio del volante così forte che le nocche diventano bianche.«È a casa mia in questo momento»rivelo.

«A casa tua?»spalanca la bocca.«Mi spiegherai sulle scale»cerca di uscire dalla macchina ma lo trattengo prendendolo per il braccio.

«Portami via da qui.Ti prego»sospira pesantemente prima di mettere in moto.Più ci allontaniamo da casa mia,più quel peso nel petto si affievolisce.

«Spiegami.Non sto capendo un cazzo»farfuglia confuso.

«Ti ho detto che stasera avevo ospiti giusto?»annuisce,invitandomi a continuare.«Sono degli amici di famiglia,che vengono una volta al mese ormai da qualche tempo a cenare da noi.John e Sheila,con due gemelli bellissimi con la quale adoro giocare.Mio padre e John parlano quasi ogni giorno a telefono,nonostante si vedano già a lavoro.Vanno a vedere le partite di hockey insieme,discutono di politica,persino di cibo a volte.Sheila mi ha confidato che mi reputa addirittura come una figlia»tiro su il naso.

«Perché mi dici questo?»

«Perché Ryan è John»dico in un soffio,chiudendo gli occhi per un frangente di secondo.

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