67. Always the fool with the slowest heart

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Sky

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Sky


Uno sparo.
Il sangue mi si gela nelle vene.

Sono così scioccata che, per un solo istante, il mio mondo si azzera. Si cancella tutto. A ripercorrersi c'è solo quel preciso istante.

Guardo Trevor, sentendo la mia anima perdere l'ennesimo pezzo. L'ultimo rimasto.
È ancora in ginocchio, col capo chino e pronto a prendersi qualsiasi tipo di punizione addosso.

Mi guarda, per l'ultima volta.

E poi muove le labbra, sussurrando un: «Ti amo» spezzato, che mi squarcia il cuore in due.
Mi sento soffocare dal dolore.

Non posso vivere senza Trevor.
Il mio amore più grande.
Il sentimento più puro e immenso che abbia mai provato nella mia intera esistenza.

Non posso sopportare di perdere anche lui.
Non posso guardarlo morire.

Cerco in tutti i modi di scappare dalla presa di questo uomo e salvarlo, di prendermi quel dannato proiettile al posto suo.

Ma non ci riesco.
Mi tiene ferma quasi dolorosamente.
Ed io mi sento morire.
Rischierei qualsiasi cosa pur di tenerlo al sicuro.

Perché?
Perché tutto questo?
Perché a noi?

Urlo disperatamente, pregando che qualcuno metta fine a tutto questo, che ci sia qualcuno ad aiutarlo.

Stringo gli occhi, in una smorfia di dolore, quando sento lo sparo propagarsi per la palestra.
Non posso guardare. Non ce la faccio.

Ma poi...
Accade qualcosa di inaspettato.

È Damon ad accasciarsi.

Si mantiene un punto preciso della spalla, che prende a sanguinare a più non posso.

Improvvisamente tutte le armi sono puntate su una persona, che è appena entrata. Il mio sguardo si concentra proprio in quella direzione adesso.

E non so se il mio è un sospiro di sollievo, o una preoccupazione in più.

«Dovevi aspettartelo, David. Chiunque tocchi il mio migliore amico ha poche possibilità di sopravvivere. E poi tu non mi sei mai piaciuto», dichiara, tirandogli un'occhiata. «Quindi, dove eravamo? Mancavo solo io in questa riunione.»

Kai.

Kai è qui, in carne ed ossa.

«Abbassate le armi. Non sparate. Mai, fin quando non vi darò io stessa l'ordine», decreta Jeneviev, con un'espressione a dir poco sconvolta.
È la stessa che abbiamo tutti al momento.

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