59. Dary!

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il capitolo è abbastanza 🌶 e tratta
di argomenti delicati.
Quindi...godetevi la lettura 🫶🏻



Angel

Immersa tra mille bollicine, schiuma e profumi di ogni tipo, mi godo l'acqua bollente accarezzarmi la pelle.

Tra le mani ho un calice di vino rosso che sorseggio lentamente mentre la voce di Lana Del Rey in West Coast riempie il bagno. Incrocio le gambe sul bordo della vasca, canticchiando le parole della canzone che oramai conosco a memoria tante sono le volte in cui l'ho ascoltata a ripetizione nelle cuffiette.

Muovo il capo a ritmo di musica, socchiudendo gli occhi per questa sensazione afrodisiaca e quasi surreale.

Io e Kai dopo essere tornati all'alba in hotel, abbiamo dormito l'intera mattinata. Io mi sono svegliata solo un'ora fa, ma lui stava ancora beatamente dormendo e non sapendo cos'altro fare ho deciso di farmi un altro bagno, nonostante avessi fatto la doccia qualche ora prima.

E non potevo prendere scelta migliore. Prendersi un po' di tempo per se stessi fa sempre bene, specie considerando se si è immersi nel lusso.

Mi auguro di nascere ricca nella mia prossima vita.

Non mi manca per niente il Bronx e le sue strade tutte uguali, costeggiate da delinquenti o da vecchiacci che non fanno altro che fissarti come se volessero divorarti.

«È permesso?» domanda Kai, bussando alla porta.
Senza aspettare una mia risposta, abbassa la maniglia.

«Che me lo chiedi a fare se poi fai di testa tua?» lo sgrido.

«Morivo dalla voglia di vederti in questo scenario, non potevo resistere ancora.»

Appoggia la spalla allo stipite della porta, incrociando le braccia al petto. I suoi muscoli si accentuano grazie a questa posizione, che con la maglia bianca che fascia il suo torace, crea una combo che mi provoca un vuoto allo stomaco.

La bellezza di Kai è particolare, ma se sai apprezzarla, capisci di non poter trovare altrove la stessa unicità di lineamenti. I capelli scuri gli inondano la fronte, ormai cresciuti fin troppo, tanto da cascare quasi sugli occhi. Con un gesto distratto li sistema in modo che non possano recargli più fastidio.

Gli occhi verde scuro mi fissano intensamente, accompagnati da un sorrisetto che mostra il suo ghigno migliore.

Il ghigno alla quale non puoi resistere.
Un ghigno perfido, di chi si sente il padrone del mondo.

Un ghigno che ti colpisce dritto nello stomaco, che ti fa credere che lui ti stia soltanto prendendo in giro. Ha il coltello della parte del manico, l'ha sempre avuto.

Ti guarda sempre come se volesse sfidarti, metterti alla prova davanti a tutto. Come se volesse spingerti oltre ogni limite. Vedere se ne sei capace.
E per lui lo faresti. Faresti qualsiasi cosa.

Ma oltre quella facciata che ostenta con chiunque, riesco a scorgere dell'ammirazione nel luccichio irrefrenabile delle sue iridi.

«Mi dispiace averti svegliato.» borbotto poi, deglutendo un altro po' del liquido rosso.

«Sono sveglio da quando hai abbandonato il letto un'ora fa.» mi corregge, sospirando pesantemente.
«Avresti potuto chiamarmi. Non mi sarei certo lamentato» aggiunge poi, continuando a mantenersi a distanza. Il mio sguardo cade lungo la tuta nera che gli ricopre le gambe, notando quanto anche il più semplice degli abbigliamenti possa sembrare divino su di lui.

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