Dear Lord, when I get to Heaven, please let me bring my man

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capitolo interamente dedicato a Sky&Trev 🤍
⚠️ ci saranno delle parti che potrebbero urtare la vostra sensibilità

sclererete un pochino 🤏🏻🦋

Trevor
14 anni prima


Ho la gola secca. Cerco di non pensare al sapore amaro che aleggia all'interno della mia bocca ma non faccio altro che ragionare su quanto sarebbe consolatorio bere anche solo un sorso d'acqua.

Ma l'agitazione che mi assale nel petto ogni volta che penso d'alzarmi mi mantiene incatenato al letto, impedendomi di muovermi.

Oltre ad odiare il buio e esserne terrorizzato, l'idea di beccare lì fuori mio padre è ben peggiore che morire disidratato.

La TV ancora accesa mi comunica che è probabilmente seduto sulla sua poltrona intoccabile a vedere qualche telefilm senza senso e per niente educativo dei suoi, con una birra stretta tra le mani e un sorriso vomitevole sulla faccia. Oppure starà russando beatamente, addormentatosi a bocca aperta, con una leggera bava all'angolo di essa.

Una volta mi scappava la pipì, in una maniera indicibile. Non volevo alzarmi, esattamente come adesso, per le stesse identiche ragioni, ma ho dovuto farlo.
Fortunatamente stava dormendo.

L'avevo visto seduto sulla sua poltrona. Russava.
Ma aveva il volto completamente rilassato. Nessun cipiglio nervoso, nessun broncio.

E solo in quel momento mi è sembrato un papà come tanti. Dormiva come un angelo, tanto che quasi non sembrava avere quei demoni interiori. Quasi non sembrava il mostro che in realtà era.

Immaginai fosse tornato da lavoro dopo una giornata impegnativa e che per la stanchezza si era addormentato sul divano. Sapevo non fosse così. Sapevo che non lavorava ma che trovava comunque il modo per portare dei soldi a casa che finiva per spendere in alcol o altre cose che non mi era permesso sapere.

Ma l'immaginazione salva delle volte. Così come quel giorno.

Faceva freddo quella sera. Più delle altre.
Pieno inverno. I riscaldamenti non funzionavano e tutto ciò che possedevamo erano delle semplici coperte e plaid.

Lui si era addormentato senza e mi chiedevo come riuscisse a resistere a quel gelo senza svegliarsi. Ho avuto così tanta pena di lui che nonostante mi avesse urlato contro e scaraventato addosso un bicchiere di vetro nemmeno tre ore prima, ho recuperato un lenzuolo dalla mia stanza e gliel'ho sistemato addosso con una delicatezza disumana in modo che non si svegliasse. Ma il suo sonno era sempre stato fin troppo leggero.

E così si era svegliato.
Aveva aperto gli occhi e incrociato i miei terrorizzati. Avevo il batticuore e già mi stavo preparando a schivare uno schiaffo o chissà cos'altro.
Il mio piede sinistro aveva già indietreggiato di un passo, pronto per fuggire il più velocemente possibile nella mia stanza e rintanarmi lì dentro fino l'indomani.

Ma contro ogni pronostico, mi sussurrò un grazie. Impercettibile. A tratti quasi inesistente. Per minuti interi credetti di essermelo immaginato. Ma io l'avevo sentito chiaramente.
Me l'aveva detto.

Grazie, Trevor.
E aveva richiuso gli occhi, cominciando a russare come uno scaricatore di porto.

È stata la prima e anche unica volta che ho pensato che magari non fosse poi così cattivo.

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