43. We should open up, before it's all too much

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Sky

«Non sono ancora convinto al 100%.» borbotta Dean, agitato e in preda ad una crisi di nervi.

Si accende l'ennesima sigaretta del giorno, che finisce talmente tanto in fretta da farmi credere che non se la sia fumata affatto.

Siamo tornati da poco a casa.
Jake sta aiutando Will a fare la valigia, mentre io sono in cucina con Dean.
Volevo provare a calmarlo, ma la verità è che sono nervosa quanto lui.

Siamo tornati da poco dall'ospedale.
Abbiamo visto Evan, che per poco non è scoppiato a piangere quando ha saputo dove andrà Will.

I due si sono scambiati battute indecenti e decisamente pessime, prima che decidessimo di andarcene. Solo noi Miller, senza nessun altro.

Will ha chiesto così.
Gli bastiamo noi, sue testuali parole.

Chloe e T invece sono stati convocati da alcuni medici, per sapere che cosa fosse effettivamente successo a tutti noi. Sono riusciti ad insabbiare tutto, dicendo di aver partecipato ad una festa più pericolosa del previsto.

Fortunatamente l'avevamo già previsto, nonostante l'ospedale qui al Bronx faccia abbastanza schifo e non batte ciglio quando vede vittime di ogni genere.

I dottori ci hanno creduto, anche perché si vocifera da queste parti, già da un po', che esistono delle feste al centro del South Bronx che ti costringono a fare gesti estremi.

Cosa ovviamente non vera. È una delle tante scuse usate dai gangster per occultare le proprie vittime.
Figuriamoci se qualcuno si permette di fare qualche domanda.

Non siamo a New York. Qui nessuno si interessa di noi.
E per certi versi è meglio così, per altri invece è una vera merda.

Almeno però, questo è riuscito a spiegare la mano mozzata di Evan, e l'overdose di Will.

«È la scelta giusta, Dean.» gli ripeto, deglutendo il groppo in gola.

Perché anche se è stata una decisione presa e partita da me, non vuol dire che non mi faccia soffrire.
Ma devo mantenermi e fingermi forte per dare sicurezza a Will.

Deve sapere che ho fiducia in lui.
E che qualsiasi cosa accadrà sarò sempre dalla sua parte.

Quando sarà andato via, a quel punto potrò finalmente sfogarmi.
Ora le attenzioni vanno tutte a lui.

«Come ci siamo arrivati a questo punto?» domanda guardandomi, non aspettandosi una seria risposta da parte mia. Sa che non ce l'ho.
E che forse non esiste proprio.

«Posso portarmi da mangiare secondo voi?» chiede Will grattandosi il capo, entrando in cucina.

«Penso di si... Tu nel dubbio nascondi tutto.» dico andando verso la mensola, porgendogli gli unici due pacchi di patatine presenti, nonché uno dei miei.

«Queste sono le tue preferite. Me le stai davvero regalando? Skylyn Miller, colei che non condivide mai il cibo, mi sta dando le sue patatine?» mormora sbigottito. «Dov'è la candid camera?» si guarda intorno.

«Mettile nella valigia prima che cambi idea. Anzi, già sto cambiando idea, ti do' 3 secondi per portarle via da me. 3...2...» inizia a correre come un forsennato tornando in camera sua alla velocità della luce.

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