46. I told you once again I can't do this again

237K 5.1K 63.8K
                                    


giuro che sono io e che sto bene.
segnatevi questa data sul calendario perché finalmente ho aggiornato in orario 🙌🏻

A N G E L

No, non è possibile.

Sbatto le palpebre più volte, quasi a volermi accertare che si tratti della realtà e non di un brutto sogno.

All'improvviso, ogni mia sicurezza si sgretola in piccole particelle che si dissolvono in aria. Ho le mani che tremano così forte da far cadere il telefono a terra senza nemmeno accorgermene.

La gola secca, gli occhi che bruciano. La solita sensazione che mi opprime il petto.
Sensazione fin troppo conosciuta.
Vissuta troppe volte.

Mi piomba addosso, mi squarcia e spezza l'anima.

È come un déjà-vu, solo che non mi sarei mai immaginata di viverlo proprio con lui.

Una foto di lei.
Un ci siamo visti ieri sera ma mi manchi già.
Un perché non vieni da me al solito orario?

Ci siamo visti ieri sera. Mi manchi.
Vieni da me.

Vieni da me. Ci siamo visti ieri sera.
Mi manchi.

Al solito orario.

La mia testa vortica per un attimo, e ogni volta che provo a chiudere gli occhi la rivedo.

ti sto aspettando...

«Ti sei persa per caso?» mi schernisce Kai alle mie spalle. La sua espressione cambia radicalmente quando vede la mia faccia, che dev'essere proprio sconvolta. Ma non me ne curo.
Non provo nemmeno a mascherare ogni mia emozione, le lascio libere di andare.

Deve rendersi conto di quanto mi abbia deluso.
Di quanto mi abbia spezzato il cuore, come tutti gli altri. Ma il punto è che lui non era per me come tutti gli altri. Era molto di più.

E adesso il coltello affonda più in profondità.
Lo sento trafiggermi ogni muscolo.
Lo sento, forte e chiaro, più vivo delle altre volte.

«Che c'è?» bofonchia confuso, avvicinandosi di qualche passo. Io d'istinto, indietreggio. Si acciglia, rigido come un tronco.

Rimango in silenzio.
Non riesco neppure a guardarlo.

Alterna lo sguardo dalla mia figura al telefono a terra e quando lo raccoglie la schermata è già aperta su quel messaggio. Si pietrifica.

Diventa come un pezzo di ghiaccio.
Ma leggo nei suoi occhi tutto fuorché stupore.

«Angel...»

«No.» scuoto la testa, categorica. Porto una mano in avanti, stanca di sentire qualsiasi tipo di giustificazione.

Tanto so già a memoria tutte le parole che seguiranno. Ci sono passata tante volte con ragazzi diversi.

"Non è come sembra."
"Lasciami spiegare."
"È solo un'amica."
"Sei troppo paranoica."
"Pensavo ti fidassi di me."

Come una stupida poesia i cui versi non smettono mai di rimbombarti in testa, anche se son passati anni da quando l'hai letta per la prima volta.

LimitlessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora