1.Caos

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Allacciate le cinture e tenetevi forte...
Si inizia.

Presente

Piego la testa prima a destra e poi a sinistra, sentendo lo scrocchio delle ossa che mi dà il buongiorno.Questa notte devo aver dormito in una posiziona alquanto scomoda, perché mi sento come se un tram mi avesse preso in pieno o forse solo perché oggi sarà il mio ultimo primo giorno di scuola.

L'ultimo anno che ho a disposizione per far sì che io raggiunga il mio unico obiettivo:

andarmene da qui.

Studiare duramente, ottenere una borsa di studio e scappare via.

Vivere nel South Bronx, uno dei quartieri più malfamati di New York e oserei dire del mondo, non faceva per me. Combattere con la vita e la morte ogni giorno e non poter stare tranquilla nemmeno tra le scale di casa mia.Perché qui ,ovunque ti trovi, non sei mai al sicuro.

Metto i soldi da parte ormai da 4 anni,non è una cifra enorme quella che ho accumulato, ma ho in mente qualche lavoretto da fare durante quest'anno e di riuscire ad arrivare ad una bella somma.

Sono più decisa che mai e non permetterò a nessuno di mettersi sulla mia strada.

Guardo fuori dalla finestra le prime luci del mattino illuminare il cielo e mi accendo una sigaretta, socchiudendo gli occhi e godendomi l'ebrezza di questo momento.

Un colpo di vento mi colpisce in volto, facendomi rabbrividire e così riapro gli occhi mettendo fine a questo momento catartico, ma quando allungo il braccio per chiudere la finestra il mio sguardo irrimediabilmente cade su quell'altalena ormai arrugginita e piena di graffiti.

Ma in mezzo a quelle parolacce e disegni senza senso, si riescono lo stesso a scovare due lettere incise con una stupida chiave.

Quel posto, quei due sedili che affacciano alla luna e alle stelle,sigilla la nostra storia.La tiene stretta a sé ,fa in modo che ogni mattina io riviva quei ricordi,di un tempo che mi sembra troppo lontano per pensare che sia davvero esistito.

E insieme ad essi,anche l'illusione di ciò che saremmo potuti essere se solo quella sera non avessi chiamato la polizia.

Stringo gli occhi, come a scacciare quel pensiero dalla mia mente e raggiungo il bagno, rischiando di inciampare in scarpe e vestiti.

Mi prometto mentalmente di mettere a posto appena torno a casa.

Sono ancora le 6, quindi ho tutto il tempo di prepararmi senza che i miei fratelli vengano a mettermi fretta.

Mi spoglio lentamente, ancora priva di forze per poi rimanere sotto il getto dell'acqua per un tempo indeterminato nell'attesa che i muscoli e il mio cervello si sveglino.

Solo quando le dita mi si raggrinziscono,che esco iniziando ad asciugarmi prestando particolare attenzione ai miei lunghi capelli castani che da un paio di giorni stavo pensando di cambiare.O con un taglio netto,o con dei colpi di sole.
Sono sempre la stessa da anni,voglio vedermi diversa.

Infilo la biancheria intima e mi lavo i denti, prima di vestirmi.

Mi giro di lato per capire come mi stia il jeans che mi ha regalato ieri mio fratello Jake e decido che questo da qui in poi sarà il mio jeans preferito.Non che ne abbia molti in realtà, ma almeno ha un bel significato dietro.

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