55.2 But why I love you, I'll never know

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Tom




«Sai che prima o poi dovrai farlo.» redarguisce Evan, che prova a calmarmi nel peggiore dei modi:

non calmandomi affatto.

«Speravo il più tardi possibile.» sbuffo sonoramente, sfregando le mani l'una con l'altra.

«Sei melodrammatico. Non stai per incontrare il Papa in persona, ma solo i miei genitori.»

Preferirei incontrare il Papa, detto tra noi.

«Solo?» rido nervosamente. «Non sono pratico di queste cose. Non l'ho mai fatto. E non sono un tipo che piace a prima vista.» borbotto.

«A me sei piaciuto.» prova a rincuorarmi, scuotendomi i capelli con un gesto scherzoso. Gli blocco il polso, fulminandolo con lo sguardo.

«Ci ho messo 3 ore per sistemarli.» bofonchio stizzito.

«Ed io che speravo di tirarteli. Povero illuso.»

Scuoto la testa, iniziando a sudare freddo.
Sono così agitato che non riesco neppure a rispondergli a tono.

«Quindi loro non sanno niente, vero? Sarà una cosa piuttosto alla mano.»

«Non nominare le mani così facilmente, sono ancora un tasto dolente...Comunque mi dispiace avvisarti del fatto che sanno che ti incontreranno. Stanno tardando per prendere il dolce.» replica con nonchalance.

Per poco non svengo. «Che? Ma sei forse idiota, Evan?» sbraito.

«Che c'è? Ti aspettavi forse una toccata e fuga? Ai De Santa piacciono le cose in grande.» per poco non sono io a tirargli i capelli.

Sospiro pesantemente. E le mie imprecazioni si moltiplicano, quando la serratura della porta di casa produce diversi rumori. Qualcuno sta per entrare.

Il cuore mi sale in gola. Non ricordo neppure quando mi sono agitato così tanto.

Le mie braccia quasi cascano a terra quando mi rendo conto che non è nient'altro che il gemello del mio ragazzo.

«Che ci fa questo in casa nostra?» sbuffa Peter, sistemando la sua giacca sull'appendiabiti.

«Questo?» ripeto, con tono confuso.
Peter ha tanta voglia di morire.

«Lo presenterò a mamma e papà. Ho già parlato loro di lui e si sono incuriositi tanto, quindi non fare lo stronzo e non commentare.» lo raccomanda Evan, profondamente serio.

«Cos'è che non dovrei fare?» esclama, facendo un passo in avanti verso di noi. «Mi stai forse chiedendo di non avvertirli del fatto che fai coppia con un criminale?»

«Non te lo sta chiedendo, Peter. Ti sta semplicemente consigliando di tenere la bocca chiusa se non vuoi che te la chiuda io a suon di calci.» ringhio già nervoso di mio.
Come minimo compio una strage.

«Quello che sto cercando di chiederti - Evan corregge la mia versione- è di stare dalla mia parte come abbiamo sempre fatto. E di continuare anche questa volta. Sono felice con Tom, perché dovrei privarmene? Non ho dimenticato quello che ti, ci, ha fatto Kai. Ma non posso nemmeno andare contro me stesso.» Evan quasi lo supplica di comprendere la sua scelta. Il suo tono è sincero così come il sguardo.

Non so se lasciarli soli o meno.
Ma quando provo a fare un passo indietro, Evan intreccia la sua mano con la mia. Abbasso lo sguardo verso il pavimento m, sorridendo appena.

«Ti rende felice?» domanda Peter, ed io mi acciglio seduta stante. Non ci starà davvero pensando su...

«Tantissimo. È tutto ciò che desidero da anni.» risponde subito dopo.

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